domenica 29 maggio 2022

RESETTARSI

 

La nuova parola d'ordine, il nuovo mantra, il convincimento che spingo nel profondo della mente sperando attecchisca.

Spingere un seme del genere nella terra scura dei pensieri, richiede acqua e cura costanti, al momento.

Ed io nutro questa vita in nuce con il tempo che dedico a me stessa e alla bellezza di cui mi vado circondando, di nuovo. 



I rapporti tessuti e mantenuti. Quelli vecchi. Quelli nuovi. Quelli che si trasformano nel tempo. Tutto diventa sostrato per quest'opera maieutica.

Mi impongo di resettarmi ogni giorno.

Ogni momento.

E nel contempo, tendo fili invisibili e tesso nuove connessioni.

Torno padrona della mia vita e delle sue incredibili possibilità.

Riprendo, sul volto, i muscoli del sorriso.



venerdì 27 maggio 2022

"PRECISA"

 

É arrivato il giorno della prova.

La prima, di altre.

E la prova che ho dato é stata terribile, ai miei occhi.

Non ho mai provato una vergogna simile nei confronti di me stessa.

Non sono stata all'altezza di quanto avrei dovuto e potuto.

Non sono che l'ombra di quella che ero, prima di questi ultimi anni , distruttivi sotto ogni punto di vista (e non posso fare a meno di pensare a tutto ciò che mi é stato tolto, e a come l'integrità della mia persona sia stata minata, in modo irreversibile. Riprenderò mai la mia forma? La mia personalità tornerà ad espandersi e ripristinarsi nella sua essenza?).



Nel complesso, agli occhi degli altri, forse sono stata passabile.

Vagamente accettabile.

Ho rasentato una sufficienza, accordata per benevolenza.

Complimenti di mero incoraggiamento, che ho apprezzato per i buoni intenti che li hanno mossi.


L'unico ad avermi scalfito e ad avermi seriamente incoraggiato, é stato però un singolo commento alla mia professionalità.

Detto in un contesto in cui non avrei potuto carpirlo, e sincero.

Di una sincerità che mi commuove, per l'autorevolezza da cui proviene.

Che sono "precisa".

Chiara e precisa, per l'esattezza.

In questo momento, in questo settore, la precisione é una dote pregevole che mi viene riconosciuta ed attribuita, inaspettatamente.

Ed io ho fatto di tutto, affinché questo messaggio passasse.

Di tutto, affinché la mia professionalità emergesse.

É la sostanza a prevaricare la forma, ma é anche la forma ad esaltare la sostanza, ed io non ho fatto altro che percorrere - maldestramente, ancora - la strada nel mezzo.



Torno su passi conosciuti, ma coperti di polvere, che la brezza fresca, di questi giorni nuovi, comincia a spazzar via.

Il lavoro mi assorbe, e mi distanzia dal resto.

Che molto poco importa.

O sempre meno.

La tenacia si abbraccia alla lungimiranza.

Mi preparo a un altro salto, per quando i tempi saranno maturi.











martedì 24 maggio 2022

LA PIOGGIA CHE MI BAGNA


Rientro dall'aperitivo.

Rallento il passo e guardo in alto, verso frammenti geometrici d'oro e di blu, tra i palazzi vecchi e alti.

Intravvedo un tramonto urbano che tarda a posarsi sui tetti.

Sento una musica da lontano, ma sembra anche solo rumore.

C'è gente in strada, come ci sto anche io, noncurante della confusione cui prende parte.

Sento le labbra e le guance bagnarsi d'improvviso di pioggia, per una nuvola passeggera.

Gocce che si asciugano rapidamente sui marciapiedi surriscaldati dal sole del giorno e dalla percussione costante dei passi svelti di lavoratori e turisti.

E sul mio viso, come lacrime dell'infanzia smarrita.



Mi vedo riflessa in una vetrina, in piedi, dritta, consapevole.

Riprendo la mia dimensione.

Ricreo la mia magia.

Danzo.

Canto.

Cammino.

Comunico.

Esisto.

Vivo.









domenica 8 maggio 2022

LE SUOLE DELLE SCARPE

 

Sto camminando tanto, tantissimo.

Per sciogliere le ultime tensioni e gli ultimi nodi, approfittando dell'istinto esplorativo primordiale che spinge il passo alla riscoperta di questa città.

Suole di scarpe messe alla prova di chilometri, lungo vicoli, fontane, vetrine e palazzi d'epoca.

Arterie in cui scorre, attutito, il suono vibrante della vita, che palpita ed esplode rumoroso nelle piazze gremite di turisti e di gente che si intrattiene mentre va e viene da lavoro, o si ritrova con i propri amici.

La ciclicità degli eventi personali, e dei luoghi in cui si sviluppano, rispecchia microscopicamente - o almeno così mi pare - quanto accade a livello storico nelle dinamiche globali del mondo.


Sono di nuovo qui, nello stesso luogo di tanti anni fa, e diversi anni fa, ancora, in una fase diversa della vita, e con un nuovo lavoro.

Un lavoro nelle mie corde, in assonanza perfetta con gli studi e le esperienze professionali fatti finora.

Al punto che ancora - davvero - non ci credo.

"Te lo meriti", mi dicono le persone che ho accanto. E, come un merito acquisito tardivamente, accolgo questo piccolo traguardo.

In una città che ritrovo più bella di prima, fiera e pronta a risollevarsi, nonostante gli ultimi colpi di coda della pandemia e l'evidente crisi economica.



All'uscita da lavoro, mi concedo di tanto in tanto un po' di shopping in centro.

Non perdo tempo a rispondere ai commessi che non sono una straniera in vacanza, interagendo in inglese.

Sono una turista al pari degli altri, quando esco da lavoro, in fondo.



Rispondo ai sorrisi con gli occhi e con le labbra, per strada e a lavoro.

Torno a sorridere, esteriormente più che interiormente.

Non ancora un sorriso pieno, comunque, come quello che mi é stato strappato via.


Mi sono a lungo soffermata - e mi soffermo tuttora - con il pensiero sul male ricevuto.

Su quanto sia stato gratuito e di una genuina cattiveria.

E su quanto nulla e nessuno possano rendermi quello di cui sono stata deprivata, nel profondo.

Dentro di me gorgogliano sentimenti negativi che non ho mai provato nella mia vita.

Che vorrei allontanare, perché non mi appartengono, ma che si sono ormai sedimentati.

E continuo a costruire e vivere, per seppellire tutto questo e renderlo polvere.

E dimenticarmene, come non fosse mai accaduto.