Certi programmi, con i migliori presupposti, ad oggi, sono sempre saltati.
Certi altri continuano a realizzarsi, in assenza assoluta di condizioni ottimali.
E si realizzano che son belli che non ci si crede.
Poco importa che sfuggano al mio controllo.
Di controllare non mi é mai importato niente; m'importa di vivere.
E la cautela che sto imponendo all'istinto, regola il passo, forse, ma non lo soffoca.
É un ciclo maieutico privo di aborti, quello attuale.
La fiammella della candela sul camino evoca quella lenta e avvolgente che lambisce la legna al suo interno.
É ferma, nella stanza immobile, dove cala già il silenzio della sera in cui é immerso questo luogo.
Non la raggiunge il mio respiro né un alito di vento; punta dritta verso l'altro, componendo disegni geometrici sottili sulla parete bianca.
É come se la sera questo mondo circostante divenisse estemporaneo, quasi sollevato dalla realtà e dai confini fisici.
Come un'isola posata sul mare.
Ed io ho trovato il mio piccolo pensiero insignificante, su cui spostare l'attenzione per i miei esercizi, e sgomberare la mente dai pesi superflui.
Ho abbozzato un pezzo alla chitarra e continuo a suonarlo nella mente.
Ho raccolto i capelli, come son sempre piaciuti a papà, e piacciono - pare! - anche ad altri.
E piacciono - soprattutto - anche a me.
Sorrido con gli occhi e con la bocca, e ne faccio dono a chi mi rivolge premure amorevoli.
Sono salva, adesso, e finché dura.
Sono salva e sopravvissuta.
E di questa consapevolezza continuerò a far tesoro, giorno dopo giorno.