martedì 23 aprile 2024

INTOLLERANZE EMOZIONALI

 

Otto lunghissime ore di coesistenza nello stesso ambiente con certe scimmie urlatrici, e il mio sistema nervoso comincia a mostrare segni di cedimento.

Incatenata alla scrivania a far cose serie, gli schiamazzi mi hanno distolta cento miliardi di volte, prosciugandomi di ogni energia.

É così fuori contesto, chi non sa dosare la voce.

Chi pensa di dover affermare la propria insulsa presenza gridando per farsi sentire da tutti, come dentro un altoparlante per manifestare in piazza e nelle strade.

Ecco, non siamo per strada e non é una piazza.

Mentalmente affiorano parole che non me la sento di scrivere.


La salubrità dell'ambiente richiede intervalli necessari di silenzio.

E spazi.

Anch'essi pieni di silenzio.


sabato 20 aprile 2024

FINO A GIUGNO

 

Una corsa contro il tempo, vestita bene, ma con le scarpette da ginnastica ai piedi per correre meglio.

Di quelle che poi, in ufficio, si trasformano in tacchi, all'occorrenza.


E poi, forse, a giugno, un tuffo nel blu.

Un forse che si cancella agevolmente tra le righe di questi giorni, in cui paiono stemperarsi alcune tensioni.

Immagino una passeggiata serale al porto, dopo il mare, con gli abiti freschi sulla pelle dorata.

Gli agrumi della mia terra che sto introducendo nella cucina di molti giorni, e la preparazione della tavola estiva.

Il sapore delle chiacchiere a lume di candela, mentre la brezza ci accarezza i pensieri.


"Mi dileguo", dico.

"Eddai, su, smettila..." mi risponde.

Dice che non sono credibile.

E il suo essere così basico, talvolta, mi disinnesca.

A volte mi accendo e mi arrabbio.

E mi disinnesca comunque.


Sono la ferrea costante di un caos imperturbabile che mi rotea attorno.

E in cui danzo anche io, seguendo il mio disegno, mentre creo qualche scintilla.


Oggi, che é sabato, non ho fatto altro che dare una rinfrescata a casa, fare un bucato a mano, e rotolarmi nei sensi di colpa per non aver letto una pagina.

Mi sento una furfante con me stessa, in modalità autosabotante, ma così stanca che per oggi mi perdono.

Ho preparato per cena un tagliere di tapas... Mi ricordano sempre il mercato di Madrid, e quel cappotto blu, e quel cappellino che indossavo.

La vita era così tanto difficile anche allora, ma più semplice. 

Sorridevo, con gli zigomi alti e lo sguardo lucente.

Avevo davanti, ancora, l'eternità che si ha davanti quando si é giovanissimi.

Eppure, ancora adesso, guardo al futuro con lungimiranza.

Un pochino di speranza.

Che tutto possa sempre ancora accadere, in modo bello, e migliore.

Anche quando attraverso passaggi meno luminosi per arrivarci.



venerdì 12 aprile 2024

POLLO E PEPERONI

 

La dimensione casalinga di una cena in famiglia.

L'olio nuovo, di pochi mesi fa, che sembra appena fatto, sui peperoni arrostiti e sfilacciati da mia madre nel contenitore di acciaio.

Il pane con la crosta croccante e la mollica soda del forno locale.

Casa.

Con le sue dinamiche irrimediabilmente disfunzionali.

Con i miei affetti che non sono eterni.

Che litighiamo furiosamente, ma ci vogliamo bene.

E darei un braccio per loro.

O un rene.

Mentre il mio sangue ce l'hanno già.


Chiedo a mio padre di farmi un resoconto, la sera, delle notizie salienti del telegiornale.

Di prendere questo impegno necessario nei miei confronti, che sto via tutto il giorno, e non guardo la tv.

Dobbiamo allenare la memoria, mentre teniamo d'occhio politica, geopolitica, economia.

Va allenata la persistenza della memoria contro il suo inesorabile e inaccettabile declino.

Casa é questo.

Un groviglio di preoccupazioni e disfunzioni, di amore profondo e inesauribile.

Di impegno e galera.

Di respiro e libertà.



lunedì 8 aprile 2024

RISTRUTTURARE

 

Scorro a passo svelto lungo i binari per raggiungere la penultima carrozza.

Ho messo le scarpe leggere, per correre meglio.

E saltare.

In bilico tra il trekking urbano e il parkour.


S'intravede un cielo caldo dei colori del tramonto, oltre il reticolo di cavi e cemento delle infrastrutture ferroviarie.

É ancora giorno.

E ancora il primo giorno per tutto ciò che può ancora accadere.


In certi momenti il passato si fa meno pesante.

Gli amori che bruciavano sono appassiti nel tempo, e così certe persone e certi rancori.

Non certi altri, scolpiti nella memoria e nelle viscere più profonde.


Tutto, oggi, però sembrava sfumare oltre la linea dell'orizzonte di colline, prati verdi e antiche rovine.

Tutto si é adagiato sul mare scuro della sera, affondando nel buio.


Ho nodi che non so sciogliere, da sempre, e ora più che mai.

"Devo?", mi domando.

E no, non devo. 

Potrei tenerli annodati all'infinito, stavolta.

Disinnescando dinamiche logore che mi avvincono meccanicamente, e scansandone di nuove.

Semplificando certi rapporti inevitabili, e riservando i massimi sistemi ai soliti pochissimi.


Sono giorni di salti, tensioni, preoccupazioni e speranze.

Studio.

Studio tanto.

Almeno quanto lavoro.

Amo, anche.

E amo sopra ogni altra cosa, perché mi pare sia l'unica scintilla a dare un significato di luce a tutto il resto.



sabato 30 marzo 2024

POLLINE E FANGO. SIAMO ARRIVATI A PASQUA

 

Cammino veloce, nel percorso inesplorato alle spalle del quartiere in cui lavoro.

Incroci geometrici di strade, e stratificazioni di storia e vite.

Quasi corro.

Quasi volo.

Come questo polline che comincia a riempire l'aria e le vie respiratorie.

Vado in affanno.

La stanchezza, mi dico.

Un filo di tachicardia, ancora.

L'ansia.


Affretto il passo, cerco al telefono una voce che mi calmi.

Il cuore batte forte, ancora.

Vado in affanno.


Studio il calendario dei prossimi mesi e gli incastri al centimetro; pezzi di vita e lavoro e studio, organizzati per giorni feriali, di ferie e festivi.

Come se potessi davvero incastrarli forzosamente negli spazi tra le lancette che si rincorrono divorando questo tempo.

Vado in affanno.

É il polline.

É il fango.

Ed é solo un malessere di stagione, che volgerà, a breve, a un termine certo, ne sono cosciente.


Insistiamo in certe cose perché un po' ci teniamo.

Per trovare rifugio in un angolo morbido e caldo, al riparo dagli spigoli contro cui urtiamo ogni giorno.

Domani é Pasqua, e sono grata di passarla con i miei affetti.






sabato 16 marzo 2024

UNA NOTIZIA BUONA E UNA CHE NO

 

Partiamo da quella che no.

Molto attesa e sperata, ma non é andata.

Me ne son già fatta una ragione, so che é giusto così, ma ho un po' di ovvio dispiacere.

L'altra, invece, estremamente inaspettata, é una buona notizia.

Ho ricevuto congratulazioni sparse e sincere da parte di chi ha voluto farmele.

Qualcuno, invece, ha deciso di non congratularsi, per sentimenti indecifrabili o forse meglio riconducibili, in modo sparso, nell'ambito delle frustrazioni personali e dell'invidia.

Mi son fatta una ragione già da molto anche di questo, e sopravvivo alla grande.


Sono in viaggio, nonostante abbia poche ore di sonno, scarse energie e umore ballerino.

Ho messo un vestito morbido e degli stivali alti; sopra una giacca color oliva, fresca come la primavera alle porte.

Un piccolo brindisi mi aspetta, stasera in un posticino intimo e raccolto, lontano dal mondo quanto basta.

lunedì 11 marzo 2024

DI TE NON MI INTERESSA PIÙ

 

Potrebbe essere il titolo di un pezzo di musica leggera italiana degli anni '60-'70.

É la sintesi di un rapporto esaurito.

"Sai, ho smesso di fumare... Mi sto abituando di nuovo ai sapori e agli odori!", mi dice, mentre sono assorta tra le mie carte.

"Mi fa piacere per te", replico con il sorriso sghembo e sincero, reclinando nuovamente verso il basso la testa, appena sollevata per dare un cenno di attenzione.

Quel "mi fa piacere" ha più il sapore di un inespresso "mi é ormai indifferente ciò che ne é di te".

La mia amicizia non è più un privilegio su cui fare affidamento, le mie premure non sono più scontate.

Non rispondo ad aspettative altrui, soprattutto se manca reciprocità.

Peggio, se mi sono state sparate contro parole come proiettili, e alle spalle fucilate.

Non essendo un cartonato privo di spessore, i colpi - per fortuna solo metaforicamente esplosi - non mi hanno trapassato.

Non per questo mi sono scivolati addosso.

Li ho raccolti e ne ho fatto una collana.

Una collana di proiettili, lucenti come perle grigie.

Le indosso affinché possa specchiarcisi dentro, nella rilucente consapevolezza di aver sprecato un legame sincero e un affetto incondizionato.