sabato 30 marzo 2024

POLLINE E FANGO. SIAMO ARRIVATI A PASQUA

 

Cammino veloce, nel percorso inesplorato alle spalle del quartiere in cui lavoro.

Incroci geometrici di strade, e stratificazioni di storia e vite.

Quasi corro.

Quasi volo.

Come questo polline che comincia a riempire l'aria e le vie respiratorie.

Vado in affanno.

La stanchezza, mi dico.

Un filo di tachicardia, ancora.

L'ansia.


Affretto il passo, cerco al telefono una voce che mi calmi.

Il cuore batte forte, ancora.

Vado in affanno.


Studio il calendario dei prossimi mesi e gli incastri al centimetro; pezzi di vita e lavoro e studio, organizzati per giorni feriali, di ferie e festivi.

Come se potessi davvero incastrarli forzosamente negli spazi tra le lancette che si rincorrono divorando questo tempo.

Vado in affanno.

É il polline.

É il fango.

Ed é solo un malessere di stagione, che volgerà, a breve, a un termine certo, ne sono cosciente.


Insistiamo in certe cose perché un po' ci teniamo.

Per trovare rifugio in un angolo morbido e caldo, al riparo dagli spigoli contro cui urtiamo ogni giorno.

Domani é Pasqua, e sono grata di passarla con i miei affetti.






sabato 16 marzo 2024

UNA NOTIZIA BUONA E UNA CHE NO

 

Partiamo da quella che no.

Molto attesa e sperata, ma non é andata.

Me ne son già fatta una ragione, so che é giusto così, ma ho un po' di ovvio dispiacere.

L'altra, invece, estremamente inaspettata, é una buona notizia.

Ho ricevuto congratulazioni sparse e sincere da parte di chi ha voluto farmele.

Qualcuno, invece, ha deciso di non congratularsi, per sentimenti indecifrabili o forse meglio riconducibili, in modo sparso, nell'ambito delle frustrazioni personali e dell'invidia.

Mi son fatta una ragione già da molto anche di questo, e sopravvivo alla grande.


Sono in viaggio, nonostante abbia poche ore di sonno, scarse energie e umore ballerino.

Ho messo un vestito morbido e degli stivali alti; sopra una giacca color oliva, fresca come la primavera alle porte.

Un piccolo brindisi mi aspetta, stasera in un posticino intimo e raccolto, lontano dal mondo quanto basta.

lunedì 11 marzo 2024

DI TE NON MI INTERESSA PIÙ

 

Potrebbe essere il titolo di un pezzo di musica leggera italiana degli anni '60-'70.

É la sintesi di un rapporto esaurito.

"Sai, ho smesso di fumare... Mi sto abituando di nuovo ai sapori e agli odori!", mi dice, mentre sono assorta tra le mie carte.

"Mi fa piacere per te", replico con il sorriso sghembo e sincero, reclinando nuovamente verso il basso la testa, appena sollevata per dare un cenno di attenzione.

Quel "mi fa piacere" ha più il sapore di un inespresso "mi é ormai indifferente ciò che ne é di te".

La mia amicizia non è più un privilegio su cui fare affidamento, le mie premure non sono più scontate.

Non rispondo ad aspettative altrui, soprattutto se manca reciprocità.

Peggio, se mi sono state sparate contro parole come proiettili, e alle spalle fucilate.

Non essendo un cartonato privo di spessore, i colpi - per fortuna solo metaforicamente esplosi - non mi hanno trapassato.

Non per questo mi sono scivolati addosso.

Li ho raccolti e ne ho fatto una collana.

Una collana di proiettili, lucenti come perle grigie.

Le indosso affinché possa specchiarcisi dentro, nella rilucente consapevolezza di aver sprecato un legame sincero e un affetto incondizionato.


domenica 10 marzo 2024

RAGIONAMENTI CHE NON APPREZZO

 

La distanza la misuro anche da qui.

Dall'origine di certi ragionamenti che non mi appartengono e dai quali mi sento disturbata.

Viva la tolleranza, la democrazia, i diritti di tutti di esprimersi; viva, in primis, il mio sacrosanto diritto di pensare come credo e provare ciò che sento, senza sentirmi obbligata ad esternarlo a tutti i costi.

Dicevo, non importa quale sia il motivo della distanza; può essere davvero il più vario.

La distanza è lì, tangibile e consistente.

Pesante.

E questa pesantezza, di domenica mattina, per antipasto, colazione, come amaro al termine dei pasti, o a completo digiuno, me la sarei risparmiata.

É un mio problema che mi sposti l'umore, ma un mio dovere lavorare su me stessa affinché non accada.

La distanza può essere una reazione, una misura correttiva.

Un metodo di risoluzione di uno scontro che non ho voglia di affrontare, perché ridicolo e futile.

La distanza è ciò che provo, mentre cerco di concentrarmi su ciò che é davvero importante e vitale, in questo momento.

La mia salute.

I miei obiettivi personali.

La mia sopravvivenza.

Non ho davvero spazio per consentire ad altri di trascinarmi nei loro mulinelli esistenziali, in cui ruotano in tondo avvitandosi su se stessi.


martedì 5 marzo 2024

ASPETTATIVE; ASPETTARE, ASPETTARSI

 

La gestione delle aspettative, una volta che si é fuori dai luoghi comuni, smette di essere una passeggiata in un campo minato.

Ce ne sono, ciononostante.

Si affacciano nel mondo delle idee, e le influenzano loro malgrado.

Pur coscienti di quanto non siamo padroni di questo tempo e questo spazio, perimetrato dagli incerti confini della vita di ciascuno.

Una staffetta colorata nel percorso dell'evoluzione della specie, se ha davvero un senso, dal punto di vista esistenziale.


Una mia amica mi scrive che, quando comunichiamo, si nota sempre che lei è a quadretti e io sono a righe.

Ma a volte, forse, sono anche note musicali, o guazzabugli di colori che contrastano magistralmente tra loro, come le tele di Kandinsky.

O di Miró.


É arrivata una richiesta esplicita di aspettare un attimo, di non essere così impaziente.

Non riesco ad attenderla se non con qualche reticenza.

Resistenza é la parola più appropriata.

Contesto il fatto di voler tutto e subito in chi palesa vizi infantili irrisolti, ma sconto dinamiche simili che sorreggono questa irrequietezza.



Domattina ho la sveglia prestissimo.

Un soffio prima dell'alba.

Prima che il rumore brulicante del mondo prenda il sopravvento.

Mi avvio, con passo svelto, verso un nuovo giorno da mettere a frutto, mentre avverto il ticchettio del primo conto alla rovescia.

Lascio libri aperti sul divano, lampade sparse, coperte e cuscini, per un ufficio un po' meno accogliente, ma vivace.

Son stanca, e ho ancora cose da fare, stasera.

In questa casa che é una tana calda e accogliente e viva, e profuma già di primavera, nonostante il gelo di questa sera.




lunedì 4 marzo 2024

PIOGGIA, PRIMAVERA, LAVORO E LIBRI

 

La fotografia attuale di questo momento, racchiusa in un insieme di parole chiave.

Un profilarsi all'orizzonte di accadimenti ciclici, pezzi di puzzle che si compongono e scompongono nel tempo, per ricomporsi in modi differenti.

Anche certi pezzi sono nuovi.

Emergono colori vivi, mentre altri sbiadiscono.

E nuovi contrasti.

Ho perso pezzi, ne ho trovati altri, per fortuna (o per tenacia).



Chiuso il lavoro un attimo fa, riapro i libri.

Prendo le matite temperate, gli evidenziatori colorati, e disegno arcobaleni sul monocrome delle pagine sottolineate.

Lo studio resta un caleidoscopio di infinite possibilità, pensate o da pensarsi.

Consente sempre di correggere il tiro e indirizzarsi altrove, rimanendo in costante movimento.

La mia via di fuga, da strade già scritte e percorse.

Chissà dove finirà - e dove mi porterà - anche questa sessione di studio feroce.

Spero solo, ancora una volta, un passo più in là.