Mi sono imposta un piccolo training, un diversivo necessario e strumentale rispetto all'attualità di altre scelte e di direzioni diverse, che pure sto perseguendo.
E questa mattina, finalmente, all'alba di un giorno di sacrosante ferie destinato a far cose utili - finalmente! - sento che é servito a qualcosa.
Sento che é servito a qualcosa mettersi di nuovo all'opera, mentre altri, attorno a me, sonnecchiavano svogliati; é servito non lasciarmi sopraffare dai gesti più gratuiti, sgradevoli e bassi degli ultimi mesi, fermo il dispiacere, di cui non morirò.
Sento di avere ripreso il ritmo e riguadagnato il tempo e le energie che avevo perso, distolto in attività e persone per cui non ne valeva, poi, tanto la pena.
Sento di tornare a ciò che naturalmente mi esprime e mi realizza, a modo mio, tesa in modo fiero verso una preparazione impeccabile.
Perché l'unica soglia di tolleranza che mi sia mai stata consentita, nei giochi impari della vita, é stata sempre il presentarmi in modo puntuale e impeccabile, nulla di meno.
É sempre stata questa la carta vincente, e continua ad esserlo.
Qualcosa che posso solo implementare.
E in questo, di nuovo, mi concentro, mentre volge al termine l'anno in cui sono riuscita a realizzare una piccola carriera inaspettata, e a guadagnare nuove prospettive per il prossimo futuro.
Torno a dare un respiro diverso ai mesi a venire, e alla geografia dei progetti.