Le coincidenze numeriche mi fanno sorridere ogni volta.
E, istintivamente, mi viene voglia di scombinarle.
Ho preso una decisione dura e radicale, oggi: quella di tornare a esercitare lo studio e la scrittura, con vivacità rinnovata.
Per ragioni di ordine superiore e di ordine morale.
Per orgoglio, anche, e per tentare di chiudere un cerchio.
A livello professionale, principalmente, perché devo.
E me lo devo.
Di sottopormi a un training necessario per muovere passi ancora più lunghi.
Perché il professionale si riflette inevitabilmente sul personale.
Sono stati mesi di ritmi serrati, di ferie mancate, di prevedibili angherie e inaspettate conquiste e riconoscimenti; punto alla vetta e, mentre salgo, pianto bandiere che sventolano fiere, nella loro ineccepibile compostezza.
Dall'esterno, al solito, si nota a malapena qualche piccola incrinatura che va sanandosi da sola.
Come graffi di gatto che guariscono in una settimana; se non fosse che anche queste pantere, ormai, offrono ormai serenamente soltanto la pelliccia, ritirando gli artigli.
"É tutto a posto, tutto rientrato, solo un fortissimo stress", mi dice.
E la mia vita, in un istante si alleggerisce.
Non credo nel fato, ma talvolta la fortuna é stata dalla mia parte.
Non riesco a credere in un destino, ma percepisco una direzione (definita, dentro di me, quale fervida autodeterminazione) che si impone, ogni volta, nei pensieri e nelle azioni, come la corrente ad un tronco gettato in balia delle acque, trascinandolo verso il mare.
Ecco, sto tentando di raggiungere il mare, che é dove voglio stare.
Non mi basta il movimento dell'acqua di fiume; voglio altro, voglio oltre e voglio tutto.
Non ho che quasi raggiunto l'ennesimo piccolo traguardo, che già mi sento mentalmente mancare il respiro; guardo al di là del perimetro costrittivo in cui, puntualmente, mi ritrovo incastonata.
Quasi fossi un meccanismo essenziale del funzionamento del tutto, l'innesco scintillante che accende di significato il contenuto e il contorno.
Non mi inorgoglisce, non lo festeggio, non lo comunico a nessuno (famiglia compresa) né lo divulgo.
Resto, di fondo, una che continua a cercare il suo posto nel mondo, anche quando ne ha trovato qualcuno comodo in cui assopirsi, al di fuori delle scalate sociali, delle convenienze spicciole, delle amicizie di comodo, delle furberie maldestre.
É sotto la costellazione dei valori che splende più alta sul mare che voglio stare.
A godere della luce più sincera dell'universo, e immaginare possibilità ulteriori da percorrere, oltre quelle già calcate e immaginate.