mercoledì 10 aprile 2013

.notturna.sola.viva.


É notte fonda.
Rientro a casa con i mezzi pubblici.
Una casa splendida e piena di ricordi e di vita vissuta, un tempo immersa nell'estrema periferia, ed oggi quasi del tutto civilizzata ed inglobata nel movimento costante che si dirige verso i centri nevralgici della città, o che li rifugge.
Casa di qualcuno che gentilmente mi ospita senza contropartite.
Che mi ci ospita da sempre, chè randagia mi ci porto da bambina.

Sono sola.
Completamente persa nei cazzi miei.
Con le gambe tese, accompagnate dal rumore deciso dei tacchi, a passo svelto solco il buio della notte.
Le macerie del giorno, tutto intorno, sono ampiamente sepolte nell'assenza di luce.
La cittá si appresta a rimboccare la coperta nera su di una quotidianitá multietnica stanca, sudicia, frettolosa, noncurante, talvolta clamorosamente menefreghista.

Lascio raffreddare i pensieri.
Lascio che l'aria notturna li metta a tacere, che li abbandoni all'oblio, che li tempri.
Vorrei fermare quelle quattro parole che mi sovvengono, in qualche modo, magari facendo ricorso all'onnipresente e ormai miracolosa tecnologia.
Ma la preoccupazione di non chiudere gli occhi e l'attenzione sui miei passi, mentre frugo e risvolto le tasche della notte, si impone su tutto il resto.
E quindi le dimentico, mio malgrado lascio che scivolino via, mentre attraverso l'ultimo tratto di strada affrettando i passi sul giallo pedonale che sta per declinare al rosso.

4 commenti:

red ha detto...

mi pare di esserci.
sentire l'eco dei passi.
a città di notte. non la conosco come la conoscono altri, ma la ri-conosco.
come se fosse stata mia un tempo, come se mi avesse svelato un segreto.
perchè il rapporto con la città così deve essere, uno a uno. io e lei. con le regole precise della notte.

.come.fossi.acqua. ha detto...

red...
ogni città è diversa ma ha dei tratti comuni.
uno di questi, per me, è la solitudine dei rientri solitari, che la notte accentua.
sembra che a nessuno freghi nulla.
e neanche a te comincia a fregare più nulla certe volte.
sei lì che l'unica cosa che conta è rientrare a casa.
una casa qualsiasi, per inteso.

red ha detto...

a me piace, invece.
attraversare la città quando la città è diversa.
è fatta di persone diverse, di ferite aperte, priorità diverse. il sottoscala del giorno è un posto che custodisce i segreti più veri e le verità più segrete.
e il sangue si fa più fluido, di notte.

.come.fossi.acqua. ha detto...

sei tu che sei più tu, di notte, da solo, in balia dei pensieri...
l'istinto di sopravvivenza ti spinge a prestare attenzione ad ogni movimento.
non lo so... sarà che di notte anche per questo si esce fuori per quel che si è...
e si, talvolta è bello.
talvolta fa anche male.