lunedì 8 settembre 2014

E SICCOME CHE SONO UN PO' AUTOLESIONISTA...



... E che quando vado in barca mi secca stare lí soltanto a prendere il sole, perché mi si scatena l'istinto di procacciare cibo fresco, dopo averlo procacciato ho pensato bene di consumarlo immediatamente.


Abitudini malsane che mi trascino da bambina: sono una selvatica...


Peccato che il coltello non fosse il mio e che fosse esageratamente affilato.
Ho messo a calcolo di ferirmi, pensavo peggio.
Però porca miseria, proprio il polpastrello con cui suono la chitarra!!




Stasera (sono rimasta a casa a leggere un libro che non sto leggendo, men che meno applicando nelle sue regole) potrei scrivere, al solito, all'infinito.
Poesie, se fossi innamorata o significativamente depressa.
Un romanzo semi autobiografico sulle implicazioni della professione che svolgo rispetto all'essere donna e singola.
Una canzone.
Se non fosse che ieri ho canticchiato un motivetto blues, improvvisando le parole, approfittando della parte strumentale di un vecchio pezzo hip hop di Missy Elliot e avrei dovuto registrarlo per ricordare.
Come i blocchi per appunti che si mettono accanto al letto per registrare i sogni appena svegli.
E invece no...
Sono un'autolesionista, in fondo.
E canto per dimenticare, non per ricordare.
Sará per questo che la voce continua a cambiare e nessun pezzo sembra mai lo stesso quando lo rimastico dopo un po' di tempo.


Questo post, lo riconosco, é inconcludente.
Ci saranno giorni migliori...



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