domenica 11 febbraio 2024

LA GENTE CHE PASSA

 

C'è un certo flusso di pensieri che si origina da ciò su cui si posano gli occhi.

Forme geometriche, grattacieli, vegetazione spontanea che ondeggia al vento.

La gente che passa.

Mi piace molto osservare tutto ciò che mi trovo davanti.

Esploro, con gli occhi.

Studio e rubo, con gli occhi.

Amo, con gli occhi.


Cammino, ormai a fine giornata, con passo e sguardo stanchi.

Le palpebre chiuse per metà riducono l'ampiezza del campo visivo pieno di persone e mezzi di trasporto vari in movimento.

C'è una brezza leggera e calda che mi sposta qualche ciocca di capelli sul volto tirato dalle tensioni.

Sono stati giorni faticosi, e non smetto di osservare la gente, che si affretta come me in stazione per rientrare a casa.

Non smetto di studiare la gente.

Il modo in cui si muove, principalmente, come parla, cosa legge, cosa ascolta.

Come comunica la propria singolare esistenza al resto del mondo, mentre é immersa nella solitudine del proprio viaggio.

Mentre ci sfioriamo, di passaggio, sconosciuti.


Ho i nervi tesi, come corde di violino.

E per fortuna suono la chitarra, le cui corde, invece di esser tese e rischiare di rompersi, sono a malapena accordate su questa voce stonata che canto, a modo mio, nel silenzio di queste pareti 

Accantono pensieri in compartimenti stagni che sigillo a chiave.

Chiudo il telefono, e affondo la testa negli studi, e nei prossimi passi che mi portano già lontana da qui.

















2 commenti:

Io! ha detto...

Anche io ho passato molto tempo a osservare la gente, gli sconosciuti che avevo attorno, spesso durante i viaggi. Un po' era anche un gioco, cercare di indovinare a partire dal poco che vedevo in quel momento.

Ancora osservo, oggi, specialmente nei viaggi "grandi". Nel tragitto casa-lavoro lavoro-casa, in autobus, ormai non osservo più: ognuno (qui in Svezia) è preso dal cellulare e non parla neanche per sbaglio. Quando parlano, sono adolescenti sguaiati che nemmeno capisco per via della lingua. E beh, non voglio capire a volte! Quindi cerco di prendere posto e prendo a scrivere su whatsapp a figli e mamma o gioco a scacchi su chess.com. Quando mi va bene, ascolto la musica che l'autista mette sull'autobus e, se è bella, vedo se shazam la riesce a trovare :)

La Svezia non è un posto in cui si osserva la gente attorno, nessuno parla con gli sconosciuti o in pubblico. Se ti parlano, sono ubriachi! Allora meglio di no :)

Spero che la tensione si allenti... un abbraccio e buona serata,
Bulut

.come.fossi.acqua. ha detto...


Prova a sorridergli.
Sicuramente sono più freddi, ma non così insensibili ;-)

La tensione c'è ancora, ma da domani dovrebbe cominciare ad allentarsi.