sabato 9 marzo 2013

VERDE, AZZURRO E NERO


Sono gli ultimi colori ad essersi impressi negli occhi.
E non riesco che a ricondurli al mare, inevitabilmente.
Anche se poi, magari, non c'entra nulla.
O forse c'entra totalmente.
Saranno i miei occhi ad apporre questo filtro ad ogni cosa che guardo.

La bocca è intrisa del sapore amaro del castigo.
Che neanche la cioccolata l'aggiusta.
Neanche il caffè.
Ogni cosa che metto in bocca da due giorni, ogni odore, mi porta nausea.
Non posso stare sdraiata nè seduta.
In piedi è una tortura.

La febbre ha cominciato a scendere un po' solo ora.
Io sono già abbondantemente sprofondata.
Senza nulla togliere alla rabbia per il week end negato.

Non ho voglia di sprecare così il mio tempo.
Non c'è libro, musica, film che tenga.
Voglio tuffarmi nel mio dannatissimo movimento.
Voglio stare all'aria aperta, e non dover subire la prigionia di casa, coperte e medicine, il mio tempo scandito dall'assunzione della tachipirina.

E invece niente.
Sono immersa nella musica da ieri, l'unica cosa che non mi disturba.

Telefonate e messaggi vari ed eventuali solo hanno interrotto il torpore.
"C.???"
Si, scusate tutti, ma ho la febbre alta.
Avrò diritto anche io d'ammalarmi ogni tanto.
E... sorpresa...
No, per qualcuno non posso concedermi di star male.
Come ho potuto!
Non contento, questo qualcuno ha rincarato la dose a distanza di qualche ora.
Giusto per accertarsi che non avessi finto il malore, e per colpevolizzarmi per avere deciso di restare a casa, con 39 di febbre, invece di precipitarmi a lavoro.
Nel pieno della febbre, in coma, dal letto, sono riuscita a replicare solo che stavo male.
"Si, forse non ci siamo capiti... Ho la febbre a 39!"
Eh, ma come ho potuto comunque.
Come ho potuto!!!
E pensare che neanche un paio di settimane fa per questa persona che mi ha chiamato mi sono offerta al suo posto di fare del lavoro perchè era influenzata.
Mi sta bene, ecco.
Mi sta proprio bene.

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