martedì 5 settembre 2023

LE STANZE INTERIORI

 

Stamattina ho trovato una vibrante dedica musicale, appena aperti gli occhi, nella casella dei messaggi.

Non ci sentiamo da un po'.

Non troppo, ma un po'.

L'ultima volta che ci siamo sentiti, gli ho confidato uno stato d'animo particolare; ero turbata, mi ha accolto, come sempre, e mi ha raggiunta, interiormente, dove altri non arrivano.

Dove nessuno vede o intravvede.

Dove a nessuno, in fondo, interessa arrivare.

E dove altri, di sicuro, se pure vi arrivassero, affonderebbero, o camminerebbero con passo pesante, noncuranti di ciò che calpestano.

Questa cosa di dover preparare se stessi, nella vita, a certi incontri, delle attese, dei momenti giusti o non giusti, delle fasi, dei tempi e degli spazi, dei rapporti predefiniti e standard, é davvero una sovrastruttura sradicata dalla realtà e dalla profondità di certi sentimenti.

Che accadono e basta.

Che restano lì, ad abitare stanze interiori.

E la stanza interiore che vicendevolmente abitiamo da sempre, l'uno per l'altro, e l'uno nell'altro, é scaldata dallo scoppiettio di un camino, raggiunta da lontano dal rumore del nostro mare e delle metropoli, della natura selvaggia e di quella dominata dall'uomo, della neve che cade e si ammucchia sino a seppellire porte e vialetti e si trasforma, poi, in temporale estivo, nella ciclicità delle stagioni che percorriamo.

E c'è musica e silenzi. 

Sorrisi e lacrime.

E ci siamo noi, per quelli che siamo realmente, cui é capitato in dono, in questa vita, di volersi bene.


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