venerdì 19 ottobre 2012
QUANDO NON CE N'E' PER NESSUNO
I colleghi "sghignazzanti sotto i baffi" e all'unisono, coalizzati nel tentativo di fare ironia da quattro soldi, hanno cominciato a parlare ad alta voce per pungolarmi, così, a passatempo.
Ho fatto finta di non sentire, che non mi fregava niente di partecipare al gioco da bambini.
Hanno insistito, dicendo: "eh, ma tanto lei non ci sente, è occupata a fare le sue cose".
Ho alzato gli occhi verso di loro
Sguardo finto-remissivo, spallucce e atteggiamento del "cosa volete ne sappia io! Scusate, ma ora ho da fare..."
Non contenti, avendo probabilmente occupazioni blande tra le quali districarsi, hanno perseverato.
"Chi, il mio collega? Ma no, è già vecchio!", ho rilanciato distrattamente per porre termine allo sghignazzamento.
"Ma che dici, ha un paio d'anni meno di me, è ancora giovane!"
"Ah, davvero?", e ho sorriso guardandolo con comprensione.
Finalmente hanno smesso di ridere e si sono girati dall'altra parte.
Sul retrogusto amaro della mia battuta continueranno a rimuginare a casa.
Altro giro, altri uomini un po' meno sghignazzanti, ma altrettanto saputi e convinti.
"Mannòchenonciriesci!!! Io non ci sono riuscito!", mi risponde uno, a cui non avevo posto alcuna domanda.
L'altro ribatte: "Eh infatti, non credo, lasciamo stare".
Gli ho detto che provarci è meglio che desistere in partenza, e che io, in ogni caso, ci avrei provato.
L'esito mi è stato favorevole.
Facciamo mestieri differenti, e come si vede, questa differenza.
Il meno sghignazzante di tutti, al quale ho scroccato una sigaretta, mi ha chiesto da quanto tempo sono X.
Gli ho detto che non sono X, ma Zeta, e da qualche anno ormai.
Si è scusato, mi ha detto che non lo sapeva.
S'è scusato più volte.
Io non vorrei colpire ed affondare, non vorrei davvero, giuro, ma certi giorni esce fuori il peggio di me.
E non ci trovo nulla di brutto nell'invecchiare, nel fallire, nel perdere qualche colpo, nel fare ironia, e ogni tanto mettere a giro qualcuno anche quando è il mio turno, ma quando colgo un che di denigrante nei miei confronti, quando cercano di colpirmi su presunti nervi scoperti per darsi un tono che non hanno, quando la mettono sul rigo del "io valgo più di te perchè ho anche chi mi spalleggia e sponsorizza" non li reggo.
Non resisto.
Reagisco.
E nel confronto alla pari perdono.
E così pure quando mi superano per numero.
Pazienza se mi faccio un po' di terra bruciata intorno, ne faccio a meno di un certo tipo di compagnia, e quanto alle chiacchiere da quattro soldi me ne sento già dire di tutti i colori alle spalle, quindi tanto vale mettere qualche puntino sulle i e mettere certa gente al posto che le compete.
Anche perchè quando qualcuno ci gioca ad equivocare sulla mia posizione ed il mio ruolo non è che non me ne accorgo.
Me ne sono accorta eccome.
Le illazioni, tutte, mi sono arrivate alle orecchie galoppando.
E così gli ignorantissimi fraintendimenti lasciati correre per sminuirmi.
Così come la conseguente rabbia è salita più volte furiosa a fior di pelle, salvo farla retrocedere a forza per non fare stragi di massa.
Per il resto... il mio corpo ha proclamato l'autogestione.
Mi arrendo.
E poi, mentre stavo qui, rancorosa e incazzata a scrivere, mi arriva un sms: "scendi un attimo".
Ho delle amiche che definirle fantastiche è davvero poco.
Mi è arrivato un regalo tra capo e collo da mettere sulla scrivania.
E invece me lo porto a casa, perchè è troppo bello.
E' un ulivo bonsai.
E non vedo l'ora che cresca e mi metta le olive!
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