mercoledì 16 aprile 2014
INAPPETENZA
La ragione prima per cui mangiare e bere mi sono quasi del tutto indifferenti, ultimamente, è da collocarsi nell'ambito delle vicissitudini subite sotto il profilo della salute.
Se non muoio da qui a qualche giorno, posso ritenermi sulla via della guarigione.
La psico-somatizzazione, che pure incombe significativamente sui miei recenti giorni, è solo una parte del tutto.
L'inappetenza piú grande non riguarda il cibo, peró, nè l'amato vino.
Riguarda il campo delle relazioni.
Non ho testa per intraprendere nulla.
Sono inappetente anche di fronte a situazioni appetitose.
Nulla.
Non mi viene nemmeno l'acquolina in bocca.
Uno straccio di fantasia.
Un accidenti di niente.
Sto aspettando che arrivi maggio, in tutto questo.
E questa cosa da sola spiega tutto il resto.
Non ho voglia di cimentarmi in cose nuove.
Molti copioni sono giá scritti.
Molti personaggi sono giá stati debitamente assegnati illo tempore, ragione per cui le nuove assegnazioni mi mettono davanti brutte copie, duplicati miseri degli originali quasi perfetti.
O quanto meno cristallizzati nella perfezione del momento nel quale hanno vissuto.
Non saprei dire...
E continuerei a scrivere ad oltranza stasera, se non fosse così complicato farlo dalla tastiera del cellulare.
Se non fosse snervante correggere gli stupidi errori di battitura, in questa lettura metaforica che cela la scrittura nel momento stesso in cui la componi, lasciandola appena intravvedere quando è ormai diventata roba passata.
Il passato ha un gusto così dolce.
Nulla di aderente alla realtá, ma così ben costruito nella mente da apparire piú vero di quanto non sia.
Vorrei soffiare via la nostalgia.
Dovrei soffiar via anche la felicitá, peró, che la segue da vicino.
E quella non è frutto di fantasia e aderisce perfettamente alla realtá.
E come si fa ad assaporare una sensazione così disarmante, pretendendo poi di accontentarsi di qualcosa di meno?!
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