martedì 29 aprile 2014
UN SORSO D'ACQUA
Al bar della stazione, il treno in procinto di arrivare, mi sono fermata a fare colazione. Del resto sono partita stamattina all'alba senza nemmeno prendere un caffé. Con il freddo addosso, stavo lì rannicchiata in attesa del caffé. Il barista ha provato a strapparmi un sprriso. Avevo l'auricolare con la musica, ho sorriso per educazione. Ho chiesto un sorso d'acqua, chè lá non si usa fare le cose sistemate come a Napoli, e mi ha messo davanti un bicchierino da limoncello, amaro, o quel che é. L'ho afferrato al volo mentre lo posava sul bancone. Basta. Ora basta con queste cose ridicole. Quando prendo il caffé ci voglio l'acqua vicino. E un bel bicchiere, non 'ste cose che non ci si sciacqua la
bocca a nemmeno una formica!
Al di lá di questi inconvenienti legati all'arretratezza culturale di certe zone d'Italia, recidiva come mai ho mandato un messaggio.
Ero lí annoiata sul binario...
E ho ricevuto un invito per pranzo.
Ora.
Cioé, tra 5 minuti.
Ed io ho appena messo piede a casa.
Ho gli occhi che mi si chiudono dalla stanchezza.
Dovrei cambiare le calze, si sono bucate nel viaggio.
E magari pettinare i capelli.
Magari truccarmi, cambiare giacca...
Credo mi riposeró finché non arriva sotto casa.
Lo so. Queste cose non si fanno. Dovrei prepararmi, ma non ho genio. Forse era meglio continuare ad annoiarmi sul binario. Mannaggia a me!
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