mercoledì 25 giugno 2014
UNANIMEMENTE
Risalita da un tuffo mozzafiato nel blu, mi sento piena del sole del mare che ho incamerato e assorbito.
Il mare è la mia terraferma sotto un profilo emotivo, intimo.
Una sensazione che non so spiegare se non come chiamata vocazionale.
Si puó utilizzare questa espressione in italiano?
Dal cellulare, in questo momento, non posso riscontrare. Devo finire di scrivere di getto questi pensieri. Il richiamo ad attivitá e abilitá imparate da piccola che si risvegliano dopo essere rimaste, per un bel po', sopite. La consapevolezza della pelle che scorre sotto i polpastrelli. La spontaneità della bellezza che non ricorre ad artifizi e presunzioni. Questo desiderio di curiosare in una conoscenza che è giá parzialmente conosciuta, eppure anche sconosciuta. La voglia di non privarmi di nulla di ció che desidero ed è nelle mie possibilitá. É che io lo so. Me lo sento. Il corpo ha gia unanimemente risposto con ogni organo, tessuto, liquido. La risposta l'ho giá. E l'ho colta. La vedo. La tengo tra le mani, al riparo da ogni cosa. E quello che dovrebbe essere oggetto di decisione razionale diventa conseguenza fisica, reazione a catena. Me la rischio, che posso fare. Il coraggio non mi manca. Se poi cadró, non potró far altro che mettere di nuovo i piedi in posizione per ripartire. E nuotare.
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