mercoledì 12 settembre 2012

COME NOTTE ALTA DI UN GIORNO CHE NON ESISTE


Finisco sempre così.
Accumulo roba su roba, peso su peso, fin quasi a soffocare, senza espellere nulla.
E mi ammalo.
Sono andata via prima da lavoro.
Mi sono buttata sul divano, ho acceso la tv, ho smangiucchiato qualcosa, preso le medicine.
Quelle che mi hanno dato ieri per una banalità.
Banalità un corno, a quanto pare.
E adesso mi sembra sia passata mezzanotte.
La testa sta ancora esplodendo.
Io sto esplodendo.
Ho caldo.
Metto le mani in faccia, e la stropiccio invano per svegliarla.
Mi sento soffocare.
Ti penso.
Ti voglio.
E non posso nè volerti nè pensarti.
Lascerò regredire questo malessere.
Ancora, e ancora e ancora finchè sarà necessario.
Mi ammalerò di nuovo, come ora, incapace di parlarne e di buttar fuori tutto quello che mi avvelena dall'interno.
Passerà.
Ma adesso sta ancora passando.
E questa notte sembra infinita e non è neanche iniziata.

2 commenti:

ginocchiaapunta ha detto...

nè volerti nè pensarti, pensavo, non mi è mai capitato.
non potere volere, sì.
non potere pensare, mai riuscito.
sempre caduto sullo stesso, dannato pensiero.

.come.fossi.acqua. ha detto...

gap, a ciascuno il suo :)
io quando sto male vaneggio alla grande...