martedì 18 settembre 2012
PUNTI DI VISTA E PENSIERI SPARSI
"Se dici la tua sul Vaticano, sulla Chiesa Cattolica, sui Papa, sulla Madonna, su Gesù, sui Santi, non ti succede nulla.
Ma se fai lo stesso con l'Islam, col Corano, con Maometto, coi figli di Allah, diventi razzista e xenofobo e blasfemo e compi una discriminazione razziale".
Oriana Fallaci - "La forza della ragione"
Pur avendo coscientemente deciso di epurare questo blog da riferimenti più o meno palesi ai tempi che corrono - e mala tempora currunt - non riesco ad esimermi del tutto dall'esprimere una banale opinione fine a se stessa.
Che è questa.
Non voglio discutere sul fatto di fornire gratuitamente appigli di vario genere a chi vive la propria religiosità in un modo così intenso da sfiorare, e neanche tanto per tangente, il fanatismo e l'intolleranza.
Credo bisognerebbe agire nel senso di mitigare un certo tipo di violenza, non istigandola a casaccio.
Sull'opportunità di talune scelte, e sull'espressione indiscriminata della propria opinione a tutti i costi ognuno di noi dovrebbe essere poi capace di intendere la giusta via da percorrere.
La libertà di espressione, in mano a chi non è in grado di gestirla in modo ottimale o prossimo alla sufficienza, non realizza la personalità, ma la mortifica.
Pubblicamente, per giunta.
Questa, naturalmente, è solo la mia opinione.
Al di là di questo, è l'assunto di base che non condivido, la critica indiscriminata.
Si può essere critici, nei confronti di chiunque e di qualsiasi cosa, per carità.
E' proprio necessario, però, essere a tal punto dissacranti da scadere così spesso nell'offesa?
E' questa confusione sul fatto di dire ciò che si pensa e dire cose palesemente offensive che non mi torna.
Una confusione ingenerata dal convincimento diffuso di sentirsi al di sopra di ogni umiltà e meschinità terrena.
Un concetto credo possa considerarsi basilare nei rapporti con il prossimo: portare rispetto a chi crede in qualcosa, senza sminuirlo, senza offenderlo, anche quando ciò che pensa è folle o irrealizzabile, o ridicolo, ai propri occhi.
Nei limiti di ciò che può considerarsi tollerabile, e laddove la follia non involga questioni di vita, morte o tortura o si concretizzi in atti che costituiscano un colpo basso alla dignità umana.
Anche la mia coscienza è macchiata delle intolleranze più varie, ma decisamente non tollero chi offende gratuitamente le divinità e le credenze altrui.
Che sia una divinità occidentale, o una orientale, o quanto altro, dov'è la differenza?
Perchè una divinità non può rimanere tale, avvolta nella sacralità che le si addice?
Ognuno ha diritto di credere in ciò che vuole, anche questa è libertà.
Una libertà inviolabile.
Il rispetto per il prossimo, perchè a questo tutto si riduce, dove è andato a finire?
Bisogna per forza azzannarsi come cani per vedere chi vince ad alzare la voce nel gioco senza vincitori di chi offende più forte?
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