La telefonata che aspettavo è arrivata.
Sapevo che era questione di giorni.
Sapevo, e mi dispiaceva.
Perchè so che significa mettere "quel" punto.
E che significa arrivarci, prima.
Ogni relazione è diversa dall'altra.
Noi tutti siamo completamente diversi gli uni dagli altri.
Eppure la routine di certi eventi, la loro innata somiglianza, il ricorrere negli stessi identici termini, ci rende tutti uguali.
L'amore è la vera livella.
Ci mette, allo stesso modo, i prosciutti sugli occhi.
La consapevolezza ed il dolore, invece, quei prosciutti li strappano via in voraci e famelici bocconi.
E dopo non ci metti una pezza.
Cosa vuoi rattoppare quando lo strappo è così evidente e vistoso, quando il morso ha portato via carne viva?
Quando non occorre sentirsi raccontare la verità nei minimi dettagli, perchè la conosci già?
Cosa cambierebbe?
Il vissuto insieme, i discorsi, i progetti, le chiacchiere sul futuro buttati nel cesso...
Lo so esattamente che significa.
Il bilancio delle colpe, delle mancanze e delle porcherie reciproche.
E certi ricordi che non riesci invece a schiodare dal piedistallo, e che tu solo sai che ti è impossibile condividere con chiunque altro, o anche solo parlarne.
Quella delusione, sentire di non poter ricominciare, ora, con nessunissimo altro allo stesso modo, con gli stessi sentimenti.
Sentire di non potere avere lo stesso coinvolgimento, lo stesso affidamento, lo stesso affiatamento, le stesse abitudini strampalate.
Pensare di non poter mettere più piede in certi luoghi...
E' che qualcuno cresce, qualcuno regredisce, qualcuno rimane sempre allo stesso punto.
Qualcuno cambia radicalmente, e qualcuno finge fin da principio, salvo poi uscire allo scoperto per quello che è realmente.
Coniugare le fasi della propria vita con quelle di un'altra persona è un'impresa pazzesca.
Bisogna avere anche fortuna.
Un certo tipo di fortuna che finora a me è mancato.
E che speravo fosse capitata, invece, a qualcuno a cui voglio bene.
"Amore è il fatto che
tu sei per me il coltello
col quale frugo dentro
me stesso"
Franz Kafka
(E poi mi, riagganciando, mi è venuta una morsa allo stomaco e il bisogno di scrivere.
E poi, ancora, voglia di qualcosa di dolce.
E allora mi sono preparata un the verde, ci ho messo dentro una cucchiaiata di miele.
E ho preso la scatola con i biscotti alla cannella.
Ma già non mi vanno quasi più.
Sta già passando.
Perchè fa ancora male ripensarci, così come riviverlo nelle parole altrui.
Io lo so che ancora non so gestire in modo decente questa questione con me stessa.
E che nonostante ciò, non posso esimermi, ora, dall'ascoltare...)
8 commenti:
Mi spiace per te........
Probabilmente devi dare tempo al tempo. però non lo so, io non so niente.
lucietta...
non c'è da dispiacersi ;-)
certe cose passano, è la vita, tocca a tutti prima o poi, presto o tardi.
è il tempo dello "smaltimento" che pare non passare mai del tutto, chissà perchè...
è una bella seccatura, in realtà, più che un dispiacere :)
alice, sono io che ho fretta, è vero.
sono io che mi forzo, che parto armata fino ai denti, subito.
è una fretta di vivere che non so spiegare, ma è così in tutto.
e anche se metto a conto, poi, certe cose, mi tocca affrontarle sul momento, e superarle anche velocemente ;-)
è voglia di vivere, dici bene. è la paura di lasciare passare i giorni e poi accorgersi che non sono serviti a niente. un anno e mezzo della mia vita lo considero vissuto a metà, e mi odio per non essermene accorta prima, durante. vabbè, è passato.
questo post è bellissimo, e ti abbraccio forte anch'io.
pì, è proprio così...
non mi piace sprecare il tempo, voglio viverlo, fare quello che mi fa mentre faccio quello che devo, che la vita non è fatta solo di responsabilità e di sacrifici, ma anche di atti d'amore folli nei confronti di se stessi e di qualche malcapitato...
quanto ai periodi vissuti a metà (e capisco esattamente a che ti riferisci, perchè l'ho pensato su me stessa allo stesso modo), saranno serviti anche quelli, per maturare certe cose...
e non va bene odiarsi (anche se sono la prima sabotatrice e nemica di me stessa...)........ siamo quel che siamo, non saremo mai diverse, non avremo mai una sensibilità diversa.
è così e basta.
siamo delle "sciagurate" che se la rischiano e fanculo il resto.
e non riesco a vederci nulla di male...
e neanche a sentirmi in colpa.
è che si accetta con l'amore anche il dolore che si porta.
accogliere, ormai, per me, è l'unico verbo dell'amare.
gap... certi giorni è dura, certi altri mi scivola addosso.
sono arrivata all'accettazione di tante cose, belle e brutte, difficili, insormontabili, impossibili.
e le sto vivendo tutte.
tutte insieme.
Posta un commento