mercoledì 5 febbraio 2020

DI ERBACCE E VITA PERSA


Le riflessioni nel cuore della notte sono quelle più dure, senza filtri, senza la velocità che imprime la luce.

Senza le distrazioni del giorno.

Non vedo che una striatura di luce fioca provenire dall'esterno, ma sento nitido il vento che soffia conto la persiana mezza chiusa, come una saracinesca contro il mondo esterno.

Sono sola, qui, così come lo sono anche quando e dove non dovrei esserlo.

Sovraccarica, invece che leggera.

In tensione, invece che rilassata.

Mi manca l'aria, provo fastidio.

E non è nato tutto dall'oggi al domani.

Nel campo dei cattivi sentimenti e delle sensazioni spiacevoli, qualcuno ha piantato semi e messo acqua tutti i giorni, mandando in malora le piante da frutto di cui avrebbe dovuto prendersi cura, per far crescere a dismisura le erbacce.

Le erbacce, alla fine, hanno divorato tutto.

E mi domando fino a che punto debbo mettermi in ginocchio ancora una volta a strappare a mani nude ogni filo d'erba, quando non ne ho più la forza.

Le radici sono così profonde, ormai, che tutto ricresce con estremo vigore, giorno dopo giorno.

Certi tentativi sono andati in malora, irrimediabilmente, e la vita che poteva essere e non è stata ormai è vita persa, buttata.

Tra le erbacce è come quando si getta sale: non può crescerci nulla.





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