lunedì 14 agosto 2023

LE FESTE DI UNA VOLTA

 

Festeggio il ferragosto travasando piante, di rientro da mare.

La monstera reclama spazi infiniti, e così la bouganville e le orecchie d'elefante.

Il plumbago, travasato relativamente di recente, stava ormai stretto pure lui.

Ho finito due sacchette di terriccio.

Mi butto sul letto stanca, non ho forza nemmeno di aprire una birretta e un pacco di patatine, stasera.

Scrivo ad un'amica che preferivo le feste di una volta, di quando eravamo adolescenti.

Che erano un po' feste obbligate, di Natale, pasquetta e ferragosto.

Che mica lo sapevamo che tutto quel disagio sarebbe solo aumentato nel tempo, e che qualcuno lo avrebbe sprofondato negli abissi.


Di rientro da mare, ho visto una sagoma sulla mia destra sorseggiare qualcosa, sul muretto.

E mi è sembrato "qualcuno".

Qualcuno che non c'è più.

Non ci incontreremo più per questo paese, su questo mondo, in questa dimensione spazio-temporale.

E ancora mi fa specie.

Ed é un misto di tristezza ed incredulità, e nel contempo stimolo per vivere.

Anche senza festa, e falò in spiaggia (ormai sono vietati), e compagnie bislacche con cui condividere la serata.

Non ci sono più le feste di una volta, e non sono nemmeno più io quella di una volta.

E va bene così, anche se è più un dovermi star bene che altro.





3 commenti:

Nihil ha detto...

La figura sul muretto che hai solo intravisto ero io. Hai ragione non ci incontreremo mai davvero...stiamo diventando tutti virtuali dentro i nostri giardini privati.

.come.fossi.acqua. ha detto...



No, purtroppo non sei tu...
Non potresti scrivermi, da dove questa persona é adesso.

E quindi, più che purtroppo, é un fortunatamente per te, che puoi ancora scrivere, e puoi decidere ogni giorno di essere meno virtuale e più reale.

Concordo sul fatto che ormai ci si conosce (o meglio, si ha la pretesa di conoscersi) virtualmente, quando la carne e le ossa raccontano altre storie ed altre verità.

Una dissociazione di cui avremmo tutti potuto fare a meno, con i tempi moderni.

Ed io stesso, attraverso la scrittura, non esprimo che una minima parte di me.

Probabilmente, anche fuorviante.
O se non fuorviante, aperta a mille letture e interpretazioni.

Perché la scrittura é questo: abbandona subito chi la scrive, e diventa qualcosa di diverso per chi la legge.

.come.fossi.acqua. ha detto...

*io stessa

Il correttore, ormai, si diverte a cambiare le carte in tavola e aggiungere cose dove non ce ne sono