sabato 18 aprile 2020

DUE GIORNI FATICOSI


E per fortuna, oggi, si sono conclusi.

Mi sento esausta.
Soprattutto fisicamente.
Mentalmente ho difficoltà a spegnermi, come sempre.
Ho messo una spinacina congelata in padella, stasera, e l'ho impiattata con mozzarella e spinacini freschi che coltivo sul balcone.
C'è questa natura rigogliosa che vive e cresce attorno a me e mi rinfresca la vista e il palato, durante le giornate.
Ho recuperato dallo sgabuzzino uno spruzzino color menta, estremamente ergonomico, che presi anni fa per le piante, e al mattino, mentre preparo il caffè, vaporizzo l'acqua sulle foglie verdi, sui fiori e sui frutti che maturano, e mi sembra di essere in una foresta tropicale.

Si sentiva il profumo inebriante del fico invadere la soglia di uno dei baconi, stasera.

Mi mancherà, quando rientrerò a lavoro.
Mi mancherà anche assaporare il cibo nella mia cucina, sul tavolo di legno che ho restaurato con le mie mani, e che pure devo risistemare, perché il piano si è graffiato, in alcuni punti.

Tutto mi mancherà di questa quarantena dorata e solitaria.

Più di tutto mi mancherà la ritrovata c.f.a., sepolta sotto la cenere, ma ancora ardente.







2 commenti:

kovalski ha detto...

Che forse, come fosse per contrasto, c'è questo nostro bisogno di vivere, e di sentirci vivi, e di sentire la vita che scorre e che è, sempre...

.come.fossi.acqua. ha detto...


Kappa, la vita... Corre troppo in fretta.
E forse per sua natura non può che essere così.

Eppure io vorrei fermarla, in questo istante.

E riavvolgerla in parte.

Anche se indietro non si deve tornare mai, nemmeno per sbaglio.