lunedì 30 giugno 2014

EH... DUNQUE...

Beh... Eh beh... Mi sono appena incasinata la vita. La percezione era piú che corretta. Sul mio istinto ci posso scommettere a peso d'oro. Peró é un gran bel casino davvero. Finché dura...

sabato 28 giugno 2014

E PROSEGUIRE SENZA SVOLTARE

La notte é fonda e la stanchezza preme. Devo rientrare a casa, deviando di un soffio per riaccompagnare un'amica. Allo svincolo debbo inserire la freccia. Le mani non si schiodano dal violante, non accennano a piegare la rotta verso sinistra. Voglio proseguire, andar dritta, continuare a guidare nella notte. La destinazione immaginaria conduce al mare. Un altro mare. Quel mare. Un ricordo si inceppa tra i pensieri a scorrimento lento, sui quali getta luce oscura la presenza dei lampioni. L'intermittenza costante del buio e della luce sulla quale punto forte gli abbaglianti. Anche se è una strada che conosco. Soprattutto per quello. Mi sono persa. Inserisco la freccia. Devo tornare a casa. Questo viaggio non posso intraprenderlo ora. Non posso intraprenderlo piú. Non é piú il mio mare. Tradirei me stessa, la mia evoluzione. Quanto é difficile relegare a sogno quel che resta di ricordi così lontani, ma cosí certi nella loro perfetta interezza. Una perfezione che ad oggi mi pare irraggiungibile. Dove sono, a questo punto? Lo svincolo é quello giusto? Debbo proseguire? Posso tornare indietro? Devo andare oltre? In realtá posso solo rientrare a casa. E tra le varie opportunitá, mi sembra, ad oggi, la piú valida.

venerdì 27 giugno 2014

UNA QUESTIONE DI SCELTE

Di questo si tratta, mi risponde papá, mentre parlamo di faccende esistenziali. Io sono una di quelle donne che ha scientemente deciso di non mettere famiglia, figli e matrimonio nell'immediatezza delle proprie prioritá. Certo, non mi dispiacerebbe trovare un compagno con un'indole simile alla mia, con cui condividere cose importanti. Non trovandolo, peró, non riesco ad accontentarmi di ció che passa il convento. Non ce la faccio. Io adoro vivere. Ci tengo da morire alla mia libertá. E che questa talvolta coincida con una condanna alla solitudine ci sto facendo il callo. Questo non significa assenza di uomini. Qualcuno c'é. Qualcuno si sta avvicinando in un modo che non avrei sospettato. Non riesco a sottrarmi a un certo tipo di approccio fisico. Mi afferra le mani, l'avambraccio... Mi accarezza, non mi toglie gli occhi di dosso. Io non lo so se é il caso. Ho altra carne a cuocere. Ho altri pensieri in via di sviluppo. Eppure questa curiositá cattura la mia attenzione. Io non lo so come va a finire 'sta storia qua. Me la vivo. Questione di scelte esistenziali. É la mia vita, e la soddisfazione che mi rende,oggi, é superiore ad ogni aspettativa.

giovedì 26 giugno 2014

FACCENDE DOMESTICHE

Ogni tanto mi tocca fare robe da casalinga. Che poi quando mi ci metto sono perfezionista come pochi. In realtá casa non era nemmeno tanto sporca. Però vuoi mettere avere i pavimenti belli puliti che ci si puó camminare scalzi senza problemi? E poi, vuoi mettere che c'è in forse una visita, questo week end? Sono curiosa di sapere come va a finire... Me la rischio, finché crederó ne valga la pena.

mercoledì 25 giugno 2014

UNANIMEMENTE

Risalita da un tuffo mozzafiato nel blu, mi sento piena del sole del mare che ho incamerato e assorbito. Il mare è la mia terraferma sotto un profilo emotivo, intimo. Una sensazione che non so spiegare se non come chiamata vocazionale. Si puó utilizzare questa espressione in italiano? Dal cellulare, in questo momento, non posso riscontrare. Devo finire di scrivere di getto questi pensieri. Il richiamo ad attivitá e abilitá imparate da piccola che si risvegliano dopo essere rimaste, per un bel po', sopite. La consapevolezza della pelle che scorre sotto i polpastrelli. La spontaneità della bellezza che non ricorre ad artifizi e presunzioni. Questo desiderio di curiosare in una conoscenza che è giá parzialmente conosciuta, eppure anche sconosciuta. La voglia di non privarmi di nulla di ció che desidero ed è nelle mie possibilitá. É che io lo so. Me lo sento. Il corpo ha gia unanimemente risposto con ogni organo, tessuto, liquido. La risposta l'ho giá. E l'ho colta. La vedo. La tengo tra le mani, al riparo da ogni cosa. E quello che dovrebbe essere oggetto di decisione razionale diventa conseguenza fisica, reazione a catena. Me la rischio, che posso fare. Il coraggio non mi manca. Se poi cadró, non potró far altro che mettere di nuovo i piedi in posizione per ripartire. E nuotare.

lunedì 23 giugno 2014

FAI LA BRAVA



E' stato il mio mantra questi giorni.
"Cazzo, C., tieni gli occhi a posto..."
Qualcosa mi è scappato.
Nulla di irreparabile.
Nulla di impegnativo.
Solo qualcosa a livello meramente esplorativo.
Mea culpa.
Ma pure un po' di culpa nostra, a onor del vero.

Ho percepito qualcosa, ma magari mi sbaglio, ci sta pure che si incappi, talvolta, in errori di valutazione.
Sono gli errori di percezione che mi capitano molto di rado.
Li metto comunque a calcolo, che qua non si sa mai.







venerdì 20 giugno 2014

LE COSE CHE VALGONO


Ho rinunciato a comprare un mobile in più per casa.
All'acquisto di gioielli e di costosi abiti firmati.
Ad una tecnologia che mi faciliti la vita, o che semplicemente sostenga uno status che non mi interessa appiccicare alla mia persona.
Ad una macchina come si deve.
Le mie scarse finanze, in questo momento, le ho devolute all'intrapresa di un piccolissimo giro altrove.
Un luogo già visto, ma stavolta per un'occasione speciale.
E quindi un luogo nuovo, da osservare con occhi diversi.

Per vivere non ho bisogno di lussi stereotipati.
Tanto, anche quando mi butto una cineseria da quattro soldi addosso riesco a fare una sporchissima figura.
Con l'età ho preso abbondante consapevolezza del fatto che una personalità forte, accompagnata da un buon atteggiamento fisico e mentale, possa vestirsi anche di tela di sacco, e risaltare come se fosse in abito da sera.
Per sopravvivere ho bisogno però di mollare gli ormeggi, ogni tanto.
Che se fosse per me sarebbe spesso, non ogni tanto.
Non riesco ad appassionarmi alle cose materiali.
Le ritengo di una utilità minima, marginale, strumentale.
Se la mia vita è qui e adesso, l'unica ricchezza di cui voglio riempirmi gli occhi è quella che mi viene dai viaggi che scelgo di fare.
Del resto, ora, non riesce ad importarmene niente.





martedì 17 giugno 2014

INTENSO SCAZZO E GIORNI CHE PRETENDO VOLINO...


... ma non volano.
Sto crollando sotto il peso del lavoro.
Ho messo spalle al muro uno dei soliti cialtroni.
Di quelli che credono che la competizione femminile superi l'amicizia femminile.
Aveva capito male.
Credo si sia reso conto della caduta.
Il tonfo è stato non da poco.
Come si può, mi domando.
Come, come si può?

Devo stringere i denti fino a venerdì.
E mi pare già un'impresa stringerli fino a domattina.
Devo dormire, dormire e riposare, mantenere lucidità e concentrazione.
Devo mantenermi aggressiva e dura e tenace.
Ho fame.
Ho un sacco voglia di uscire a bere qualcosa e fumarmi una sigaretta.

E proprio in questo preciso istante qualcuno si sta offrendo di farmi una piacevole compagnia...
Ora.
Ora no, MALEDIZIONEEEEE!!!
:(((((((((((

lunedì 16 giugno 2014

AGGIORNAMENTI NOTTURNI


Pensavo la stessa cosa.
La stessa identica cosa.
Mi aspettavo la stessa cosa.
Quella stessa identica cosa.
La volevo.
Forte.
Fortissimo.

E quando me la sono sentita sussurrare ho sorriso.
Forte.
Fortissimo.

Le cose belle trovano conclusione all'alba, non è possibile spezzarle durante la notte.
Sopravvivvono ai primi raggi del sole.
E si scaldano in quella luce.
Fosse anche solo per un attimo.


martedì 10 giugno 2014

IL PROFUMO DEL COCOMERO

Sono uscita tardi da lavoro stasera. Del resto sono arrivata tardi perchè mi sono trattenuta oltre il dovuto a mare. Ho guidato fino a casa in volata. Ho alzato gli occhi al palazzo, e quel colore, cosí familiare, mi ha riempito gli occhi come talvolta accade con il cielo. Salendo per le scale ho sentito profumo di cocomero. In un attimo i ricordi dell'infanzia mi hanno travolta. Ero bambina un attimo fa. Lasciavo la biciclettina senza rotelle giú al portone e salivo correndo dalla mia famiglia tutta. E la meta della mia corsa sfrenata era così certa, cosí maledettamente certa che oggi non riesco ad accettarla come fosse una fantasia di bambina. Ricordo il giradischi e Battisti, che sceglievo sempre di mettere a suonare. Con il viso affondavo in gigantesche fette di cocomero, infastidendomi se erano rimasti semini che ero poi costretta a sputacchiare. Ricordo il colore del cielo che dal minuscolo terrazzino imbruniva sino a riempirsi di stelle. E le chiacchiere, le risate, la voglia che la giornata non finisse mai, perché era sempre troppo presto per essere spedita a letto a dormire. Una vita che non c'è piú. Persone che non esistono piú. Avrei voluto salirle ancora, stasera, le scale. Ma ero giá arrivata.

venerdì 6 giugno 2014

UNA MASSICCIA DOSE DI ADRENALINA

Ho finito ora, l'adrenalina é tale che non riesco a stare ferma. Certe occasioni mi ricordano perchè ho scelto di fare proprio questa professione. Quanto sia nelle mie corde. Quanto sia stata una scelta consapevole, nonostante le difficoltá pazzesche per arrivare all'obiettivo finale. Quel silenzio raccolto, l'attenzione, di quelle che ti inchiodano a te stessa ed alla presenza che devi necessariamente imporre e soppesare con cautela. La sfacciataggine e la sicurezza che schiantano al suolo qualsiasi timidezza, imbarazzo, incertezza. "Brava", mi dice un collega piú maturo, sorridendomi. Ho sorriso senza nemmeno dir grazie. Ho sorriso convinta come mai. "Come sono andata?", chiedo ad un'amica che é lí. "Benissimo. E quello é il mio capo". Quello di stamattina è stato un azzardo, una volata in un campo che non é propriamente il mio, ma che continua ad esercitare un gran fascino. Che continua a riproporsi per sbaglio e per caso. Mi chiedo spesso se non sia il caso di affrobtare questa nuova sfida. Se non debba impormi il superamento di questo limite autoimposto, ma consequenziale alle scelte che ho dovuto fare. Io adoro la mia stramaledetta professione. Anche se ci sopravvivo a stento con quello che guadagno. Anche se devo masticare bocconi amari. Fa parte del gioco, mi dico. Ed oggi il gioco è stato magnifico.

giovedì 5 giugno 2014

SASSOLINI

Ho svuotato le scarpe di un po' di sassolini accumulatisi negli ultimi tempi. Mi sono liberata, cammino piú leggera. É appena saltato un caffè "esplorativo". La tempestivitá, nella vita, vale tanto. Ne approfitto per rilassarmi un po' prima di andare a lavoro. Ho le solite mille cose per la testa. E sgomitano l'una con l'altra per emergere alla mia attenzione. Sono svogliata, questi giorni. Ho tanta voglia di dormire...

martedì 3 giugno 2014

COSE CHE CAPITANO

Le cose, talvolta, si fanno capitare peró. C'è qualche manovra sospetta che non mi torna. Sará un caso? Davvero, non so dire. Quel contatto che si é stabilito è strano. La presenza fuori dal contesto non me la so spiegare. Perchè qui? Perché con noi? Quale demone ti possiede dietro il sorriso accattivante? Perché io il mio appena lo conosco, e non sempre lo domino. E l'ultima cosa che cerco, in questo momento, é cacciarmi in altri casini. Perchè di questo si tratta. Inevitabili casini. E in questo periodo in cui non mi sono fatta mancare nulla non vorrei aggiungere altre situazioni. Vorrei un'ancora, non una cima legata alla meno peggio ad un paletto divelto sulla spiaggia mangiata dalle onde e dal vento.

domenica 1 giugno 2014

AL CENTRO DEL MONDO, NEL MEZZO DEL NULLA

Capita che sei lì, in mezzo alla folla, nel cuore nevralgico del piccolo mondo amabile e ostile in cui vivi, e che ti vive, e avverti l'irrequietezza che si annoda alla gola e la stringe, e l'affoga. Succede che guardi in giro, frugando nella mondanitá locale di cui sei partecipe e consapevole componente, ma in realtá non riesci a soffermarti su un viso, su un discorso. Guardi avanti a te, ma è un fissare nel vuoto. Vorresti andare via, ma ti trattieni. Sei in preda alla noia, alla stanchezza, ai prolifici fumi dell'alcool e vuoi stare, anche se non hai testa di stare. Con quel cappuccio della felpa buttata a casaccio sul vestito figo, che vorresti calarti sugli occhi e scomparire. Ti senti al centro del mondo. E ci sei. Sei pure nel mezzo del nulla, un vuoto immenso impossibile da riempire. Domani mare. Si, domani andiamo. Con i motorini, altrimenti la macchina dove la parcheggiamo... E poi torni. Infili il portone di casa mentre alle tue spalle senti arrivare una confessione di quelle stupide. Uno scherzo, un dar fiato alla bocca, questo il peso che dai alle cose. Quasi fossero piume che accarezzano l'aria. Che non arrivano peró a sfiorarti. O peggio, ad interessarti. Domattina questo disagio, questa nebbia si saranno dissipati. E l'indomani mattina é arrivata. É adesso. Ed io volevo documentare il trapasso della notte, lo smaltimento dell'irrequietezza nera. Per cui, essendo un nuovo giorno, pur cosciente del legame con i precedenti, vado a preparare un caffè, infilo il costume, attivo il giro di telefonate domenicali, coordino la discesa a mare e via. L'irrequietezza arriverá, nuovamente, ma almeno per oggi avrá i colori del mare.