domenica 30 dicembre 2012

NUOVI PERCORSI


Si esce un pomeriggio presto per prendere una boccata d'ossigeno sul mare.
Il sole è così caldo che non serve neanche la giacca.
Si rientra che è ancora presto, e si opta per una passeggiata al centro commerciale.
Quando comincia ad affollarsi, ed il giro di rito è finito, è ancora troppo presto.
Ci si butta a fare un po' di spesa, qualcosa da sgranocchiare in strada e per brindare, domani sera.
Il mio capodanno, quest'anno, sarà come l'avevo a grandi linee immaginato.
In strada, naturalmente.
Bivaccando, nuove leggi permettendo (chè bisogna vedere se possano trovare applicazione pure la notte di capodanno).
Finita la spesa, che si fa?
L'aperitivo è d'obbligo.
Ma è ancora abbastanza presto per rientrare a casa.
Si potrebbe andare al cinema.
C'è "Lo Hobbit" 3D.
Precipitiamoci!
Si, ma non abbiamo mangiato nulla...
Scegliamo qualche cosa di dolce e di salato dalla spesa e infiliamo tutto in borsa.
Così, in tenuta molto casual, senza trucco e parrucco, ci siamo infilate al cinema.
Immagino che lo sgranocchiamento della cioccolata con i cereali croccanti e dei crostini di riso abbia infastidito più d'uno.
Abbiamo realizzato che l'uomo ideale deve avere nel proprio CV che è un tipo avventuroso e combatte contro gli orchi.
E, pure, che se dovesse scoppiare la guerra, uno stato italiano che desiderasse vincere dovrebbe arruolare le donne.

Ed ecco... beh, mi è appena arrivata una mail che aspettavo da un po'.
Ho deciso di cimentarmi in qualche percorso nella natura un po' più impegnativo del solito.
Era troppo tempo che desideravo tuffarmi in una cosa del genere.
Il prossimo evento dovrebbe cadere in coincidenza di un giorno particolare.
Un giorno che voglio trascorrere come mi piace.
Se riesco, lì.


sabato 29 dicembre 2012

UN CESTO PIENO DI CONCHIGLIE


Il bottino di mezza giornata di mare.
La mareggiata di qualche giorno fa ha portato a riva quanto depositatosi sui fondali.
Ho raccolto delle conchiglie meravigliose, piccoli capolavori di perfezione e grazia consumati dalla furia del mare.
Ancora sto decidendo che farne.
La loro sorte è nelle mie mani, come del resto la mia stessa.
Ho milioni di domande nuove cui non so dare risposta, oggi.
E vecchi dubbi che risorgono, anche se li avevo spinti giù, in fondo, da dove io sola avrei potuto cavarli coscientemente fuori di nuovo.
Non mi importa.
Mi piacerebbe sprofondare nel mare ogni incertezza, ma è al di fuori della mia portata.
Ho solo voglia di continuare a vivere e lasciarmi vivere da quel che accade.

mercoledì 26 dicembre 2012

DI GIORNI CHE SCORRONO RAPIDI...


E di uscite, alcool, e crostini troppo salati.
E di cose nuove e vecchie che si incrociano, si confondono, tendono insieme ad un equilibrio tutto loro.
E ancora di persone, tantissime.
E di nuove esperienze, nelle quali mi sto tuffando con tutte le scarpe.
La prossima, grandissima, a breve.
Gennaio è alle porte.
Mi vengono i contati di vomito, a pensarci.
Sarà l'emozione.
Somatizzo così, non sono ancora tanto brava a gestire le emozioni forti.
O le aspettative, che cerco di contenere al massimo per evitare la fregatura di delusioni megagalattiche.

Il mio anno sabbatico ha prodotto un seme che ho riposto in questa terra arida, che reclama acqua da un bel po'.
Non c'è due senza tre.
E questa opportunità è un trampolino, che raggiungo al termine di una scala infinita.
Speriamo che mi lancio bene, che non casco di testa.

Io, speriamo che me la cavo!

domenica 23 dicembre 2012

LEGGENDA E STORIA



"Indovina chi mi faranno conoscere a breve?"

La mia faccia non assumeva le sembianze dell'urlo di Munch da parecchio tempo.
E no, non è neanche sufficiente e idoneo a spiegare la mia meraviglia.
O la mia emozione per la persona che mi ha confidato questa cosa.
Il cuore mi è svenuto in petto.

A me, che davvero per impressionarmi ce ne vuole.
Che se ce l'avessi davanti pure la mia faccia tosta rischierebbe di collassare miseramente per l'emozione!


giovedì 20 dicembre 2012

L'ULTIMO SORSO PER BAGNARE LE LABBRA...


Sto per chiudere l'anno lavorativo, le ultime scadenze.
Sto per chiudere un anno di viaggi, di esperimenti, di innumerevoli nuove conoscenze, di messaggi destabilizzanti, di dubbi esistenziali, di svolte clamorose, di scelte.
Un anno così intenso che è volato.
Mi sono lasciata precipitare.
E mi sono risollevata, perchè è così che va.

Mi aspetta un capodanno da randagia.
Non so ancora esattamente dove e con chi.
A far cosa, anche approssimativamente, chi lo sa.
Qualcosa ne verrà.


mercoledì 19 dicembre 2012

VITA DI C.


Torno a casa, dovrei lavorare, ma fanculo, stasera mi astengo.
Apro il pc per contattare gli amici, chi c'è c'è, stasera ho bisogno di staccare, di uscire, di bere.
Sento friccicare skype.
Una richiesta d'amicizia.
Un diciassettenne belga.
UN DICIASSETTENNE BELGA???
E vuoi fare amicizia proprio con me?
Su skype?
Cosa debbo risponderti se non: "decisamente no, figlio mio, m'arrestano!"

Un mesetto fa, invece, è stato fb a comunicarmi la richiesta d'amicizia di un tale in foto a mezzo busto, palestrato, unto e nudo.
Di mestiere "accompagnatore" e "selezionatore di femmine per noto locale notturno".
Delle due l'una.
M'hai contattato chè ti sembro abbastanza disperata da avere necessita di pagare un uomo per una scopata, o perchè avevo temporaneamente messo una foto da baldracca su fb?
No, perchè a me pareva una foto carina, sorridente, vestita tanto, caruccia.
Se ha dato adito a certi pensieri ora la brucio!

Ok, ora vado e spengo la vita virtuale chè la reale bussa alla porta e prima di aprire dovrei farmi quanto meno una doccia.
Anche se il corpo dice: "vai a dormire, matta!"
Domani mi aspetta una giornata folle di lavoro.
Se non finisco tutto il lavoro che ho da fare entro Natale, col cavolo che sarà Natale!
Ma stasera pure il lavoro può aspettare.
La vita, cazzo, viene prima.

QUELLE PICCOLE GRATIFICAZIONI CHE IN TERMINI ECONOMICI VALGONO ZERO



Stanno arrivando a pioggia.
Chi se l'aspettava, dopo avere aspettato tanto?
La giustizia terrena non esiste, ma un po' di quella divina, ecco, devo ricredermi.
Pare ce ne sia.
A quale divinità ascriverla, poi, è fatto sul quale non posso pronunciarmi.
Certo, è anche vero che sto raccogliendo il frutto di una dedizione estrema.
Resistere, nonostante tutto, perseverare cocciutamente, sfondare i muri a craniate... tutto questo è servito a qualcosa.




martedì 18 dicembre 2012

MY COMFORT ZONE



Mi domando se ne sono davvero capace.
Non di addentrami al di fuori della mia "comfort zone", quanto di avere il coraggio e la costanza di rimanerci.
L'altra notte ho sognato che mi cascavano i denti.
Probabilmente, a livello inconscio, sto risentendo della mole mediatica di informazioni a raffica sulla fantomatica profezia della fine del mondo.
Tanto è vero che sto mangiando come se dovessi fare scorte per far fronte a chissà quale calamità.
E magari la verità è che mi sogno che mi cascano i denti perchè sto decisamente abusando di cioccolata.
Però, in fondo, venisse la fine del mondo, non rimpiangerei nulla.
Ho fatto tutto quello che volevo fare.
Ho vissuto.
Ho amato.
Ho viaggiato.
E ho anche studiato e lavorato tanto.
Mi sono pure incazzata tanto, e questa cosa potevo decisamente risparmiarmela, nella prospettiva di una prematura fine del mondo.
Potrei morire domani, o questo fine settimana, ma a saperlo con certezza mi eviterei l'abbuffata di lavoro pre-natalizia se proprio proprio non ci dovesse essere un domani.
Non perderei nemmeno tempo a dire certi vaffanculo, tanto i destinatari ideali di certe parole me le hanno già lette in bocca o negli occhi.
Non lascio conti in sospeso.
Ma gli ultimi scampoli di vita me li concederei sicuro, ecco.

lunedì 17 dicembre 2012

AUTOSTIMA ALLE STELLE



Sto provando a scendere alla nuvoletta...
Che belle le nuvolette...
Così soffici...
Leggere...
Volatili...
Troppo belle!
E' lì che sta galleggiando la mia autostima ora.
I complimenti, quelli che non so ricevere, quelli che mi imbarazzano inutilmente, quelli che mi danno fastidio, quelli no, non mi piacciono, non li so gestire.
Questi altri, invece...
Che belli...
Belli tanto, che nemmeno me li merito.
Ma me li prendo uguale, perchè sono splendidi.






domenica 16 dicembre 2012

TRE VOLTE



In due giorni.
Il mondo è piccolo.
E quel sorridersi per strada, in mezzo alla gente, quasi fossimo complici di chissà cosa, ha forse un che di straordinario.

Vorrei che questa domenica "ni" svoltasse in domenica "si" nel giro di un attimo.
E disgraziatamente ho da lavorare, nel pomeriggio.
Mi sono concessa di rimanere nel letto fino a tardi, ed ora... ora non ho voglia di fare un tubo.
Credo mi butterò a mare per un po', subito dopo pranzo.
Il tempo, oggi, consente.
Ed io ho bisogno di fare, come al solito, un po'di ordine dentro prima di tuffarmi nella lunga settimana prima di Natale.


venerdì 14 dicembre 2012

SPREGEVOLE E ADRENALINICA


Così sono stata, oggi.
Uno squalo.
Un branco di  pesciolini famelici è venuto a pizzicarmi più volte vicino la pinna con cui nuoto per sopravvivere al mare.
Per divertimento becero, non solo per fame.
Ed io l'ho sbranato.

Lo so, la reazione non è stata proporzionata.
Purtroppo per loro sono della religione che il mozzico, anche quello piccolo, ma dato con cattiveria, vada retribuito all'ennesima potenza.
Tanto si meritavano.

Si, lo so, sono davvero spregevole, una caina, una stronza matricolata senza ritegno.
E quanto altro avranno potuto dire alle mie spalle e continueranno a fare per un bel po', o sempre, che il passo è breve.
In fondo, hanno avuto da ridire comunque, sinora, e da fare le più grasse illazioni, senza che avessi fatto loro alcunchè, per il semplice fatto di coesistere sul medesimo fazzoletto di terra.

Manca un'ora circa per mettere punto.
E forse anche qualcosa di meno.
Manca mezzora, ora, per potermi dire che ce l'ho fatta, a testa alta, che non sono caduta.
Tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto.
E adesso, sotto al cielo, aspetto che arrivi qualche risposta.



giovedì 13 dicembre 2012

ASSORTA IN UNA TENSIONE IDEALE


L'avevo dimenticato quanto mi assorbisse leggere.
Era da un po' che non portavo un libro con me in treno.

Alla penultima fermata mi alzo per indossare la giacca, riponendo il libro in borsa.
Ho voglia di continuare, però, solo un altro po', nella manciata di minuti che mi separano dall'arrivo.
E quindi lo riprendo, appassionante e intenso...

Avverto il contraccolpo della fermata.
Resto seduta, continuo a leggere.
Sento il soffio delle portiere che si aprono.
Cazzo!
Racimolo la roba e corro verso l'uscita.

Domani il bollettino meteo del lavoro porta guerra.
Non vedo l'ora, si.
Come no.
Sono stanca di tutto questo.
Sono stanca della contropartita in termini di acidità di stomaco e fegato che esplode.
Delle spese, tante, e dei guadagni miserrimi.
Di non poter chiedere, di non potermi lamentare, di dovere assorbire come una spugna, salvo ogni tanto darmi una doverosa strizzata.
Ma rispetto ad altre volte sono più serena.
Stavolta mi frega meno.
Vado a buttarmi a letto.
Ho un libro da assaltare, tra le lenzuola gelide, e forse un film soporifero per conciliare il sonno che tarda sempre troppo ad arrivare.

Un anno nuovo di zecca mi aspetta, proprio lì, dietro l'angolo del 31 dicembre di questo meraviglioso, dannatissimo e doloroso 2012.

mercoledì 12 dicembre 2012

GLI ACCIACCHI DELLA SOLITUDINE


Questa settimana eterna ancora non volge al termine.
Questa settimana eterna è appena giunta alla metà.
Domani mi aspetta pure una trasferta nella capitale.
Non ce la posso fare.
Dire che sono stanca è un eufemismo da ridergli in faccia, ecco.
Da ridermi in faccia.

Dannatissimo tempo che voli, chissà dove!

Oggi, mentre guidavo, con la radio a palla nelle orecchie, ho beccato un pezzo vagamente funky, ma tanto rock, con venature blues e contaminazioni varie.
Credo fosse di Jack White, ma non sono riuscita a trovarlo su youtube.
E quando mi capita così mi incazzo, come una stupida, contro l'entità telematica meschina che mi preclude l'ascolto cui anelo.

Sto degenerando, decisamente.
Sono quasi al collasso.
Manca una settimana e mezzo di fuoco a Natale.
Dieci giorni in cui devo concentrare tanto di quel lavoro che non ce la faccio a pensarci.
Mi sento sopraffatta.
Tutte cose che devo chiudere entro la fine dell'anno, conti da regolare, altre decisioni e iniziative da prendere.
Come se quelle già intraprese fossero poche.
Perchè quello che faccio non basta mai?
E questa domanda, in realtà, la pongo da un po' di tempo a me stessa: c. perchè diamine non basta mai tutto quel che fai?


UN GIORNO


Cinque anni di gestazione.
E trenta giorni per il parto.
A decorrere da oggi.
Una creatura, insomma.
Il mio sangue le scorre tra le vene.

Oggi è stato un giorno cruciale per la mia carriera.
Se tutto va come dovrebbe andare, avrò creato un precedente. 




martedì 11 dicembre 2012

IL DANNATISSIMO PASSO PIU' LUNGO DELLA GAMBA


La mia vita, tutto quello che ho fatto finora in termini professionali e di studio, e non solo, tutto quello che ho voluto, cercato, conquistato, per cui ho combattuto, cui ho aspirato, e tutto quello che ancora voglio raggiungere e provare è racchiuso in questo dannatissimo passo più lungo della gamba.
L'ho fatto!
L'HO FATTO!
Ed ora mi tocca canalizzare tutte le energie e le risorse in questa direzione.
Tutto quello che ho, tutto ciò che posseggo e che abbia un qualche valore è in me.
Di questo voglio occuparmi, ora, e ancora per un po'.
E so che questo passo non placherà la mia irrequietezza, ma darà semplicemente adito a fughe e viaggi più articolati.
Mi sono lanciata, anche stavolta, alla scellerata.
E nella scellerataggine mi sento leggera come una piuma, adrenalinica.
Nel mio.
Al bivio, stavolta, non ho scelto neanche tra la strada asfaltata e la pista bianca.
Non esiste alcuna pista in alternativa alla strada battuta, nel caso di specie.
Ed è proprio lì che mi sto dirigendo, dove non si vede ad un passo ed il suolo è sconnesso.
Un passo che potrebbe portarmi in mille direzioni o riportarmi di nuovo qui, dopo avermi fatto girare inutilmente in tondo.
Ma per lo meno al termine di un altro viaggio.
Mi gusterò, di certo, il panorama.
A modo mio.
Cosa sarebbe la vita senza stronzate?
Cosa sarebbe la vita se fosse tutto qui?
E se anche fosse tutto qui, fanculo, voglio goderne pienamente.
Al massimo delle possibilità e dei mezzi che mi ritrovo.
Come va va.
Oggi ho preso la mia cazzutissima decisione.
Il mio anno sabbatico, iniziato più o meno un anno fa, volge ormai al termine.
E anche se non ho risposte, e le certezze vacillano più che mai, e le incognite sono sempre ferme lì, dove sempre saranno, mi butto un poco oltre.
Per la curiosità di sapere cosa ne sarà di me.

"Ma sei uscita, prima?"
"Si"
"Sei andata a fare benzina?"
"No, sono stata alle Poste"
"Ma come, invece di andare a fare benzina che c'è lo sciopero dei benzinai!"

Che ci vuoi fa', no', la vita è fatta di priorità.
Per la benzina m'arrangio.
Per il resto non avrei potuto.

sabato 8 dicembre 2012

IL SAPORE DELLE ATTESE


Di quelle attese inutili.
A cuore scalzo.
Come al solito non occorre parlare, specificare.
Quello che non ho detto l'abbiamo pensato entrambi.
Questa connessione mi emoziona, e mi fa paura.
Mi riempie eppure non mi sazia.
Mi tiene sospesa, mi stiracchia come un elastico teso tra due punti estremi di fissaggio.
Come una fionda nell'attesa di lanciare il sasso.

Sorrido come una cretina ad uno schermo colorato in movimento, che mi rimanda il riflesso di un sorriso composto di pixel sgranati.
Il solito appuntamento al quale non riesco a mancare.

E di nuovo, sarà questo quello che la vita ha in serbo per me?
Una vita che mette a repentaglio l'integrità del cuore nel petto e l'integrità della mia persona in generale?
Le decisioni che ho da prendere coinvolgono tante persone, oltre me stessa.
E il peso di questa responsabilità lo accuso tutto.

giovedì 6 dicembre 2012

NON MI SONO PETTINATA CON LE BOMBE A MANO...


Volevo fare un esperimento, stamattina.
Prendere treno+autobus per andare a lavoro.
Non mi è riuscito.
Mi sarei dovuta alzare alle 6.50, quando Dave (Grohl) mi ha svegliato con "Best of you".
E invece lui ha ribadito il concetto per circa mezzora, ed io ho sfruttato il lasso di tempo utile per alzarmi, lavarmi, truccarmi e vestirmi in modo accettabile, nel modo più utile e soddisfacente.
Ovvero, continuando a ronfare nel letto.
Il piumone, di questi tempi, di prima mattina, con il cielo che scintilla gelido e blu fuori dalla finestra, fa discreta concorrenza all'ansia di buttarsi nella frenesia della vita.
Ho asciugato i capelli senza pettinarli, infilato una camicia scomoda e a maniche corte, sotto la maglia, e un pantalone troppo largo senza passanti per la cintura, esponendomi al rischio (scongiurato) di rimanere in mutande per strada.
Mi sono precipitata all'ultimo minuto, come una delinquente, fuori da ogni regola, a lavoro.
Mentre ero in galleria mi ha chiamato un'amica con cui discuto sempre di questioni profondamente esistenziali.
Sono stata incollata al telefono per circa mezzora.
E poi, il profilarsi della fine dell'orizzonte stra-conosciuto in corrispondenza del palazzo dove dovevo arrivare ha messo fine alla conversazione.
Mi sono infilata come una sardina in scatola nel parcheggio di fortuna trovato molto più in là.
Se avessi tempo di scattare una foto ai miei parcheggi, ogni volta, ci potrei scrivere un manuale.
Di corsa, su e giù per le scale, mi sono concessa un caffè al distributore automatico.
Una schifezza immane.
Ho atteso impaziente i miei turni, crogiolandomi nei miei pensieri sotto il sole caldo filtrato da una finestra.

Ho notato qualcuno soffermarsi a guardarmi.
No, nessun approccio galante.
Su questo, ormai, non nutro più dubbi, neanche sospetti vaghi.
O ero particolarmente trafelata, oppure i miei capelli selvatici hanno dato nell'occhio.
La messa in piega è decisamente un miraggio da un po'di tempo a questa parte...
E non era neanche il trucco sbavato, stamattina non ho avuto tempo di uniformare l'incarnato e bistrare gli occhi.

Sarei curiosa di sapere come appaio, dall'esterno.
Se si percepisce tutto questo movimento che mi regge in piedi.
Se sono buffa, fuori luogo, strana, o mi perdo nell'anonimato e nel qualunquismo.


martedì 4 dicembre 2012

LA STORIA DI UNA CUCINA...



Anche questo.
Come raccontarsi un romanzo, rispetto al quale però non si è lettori, ma protagonisti.
Un'Alice nel Paese delle Meraviglie che racconta i propri dilemmi esistenziali e le avventure mistiche a una sorta di Mr. Darcy, silenzioso e assorto, suo malgrado audace.

Da immaginarsi il divertimento nel condividere la cronistoria della nascita di una cucina, neanche fosse quella di un figlio.
Io non so dare risposta a certi perchè, so solo che è dannatamente così.
La vita mi ha riservato cose cui non avrei mai deciso coscientemente di prendere parte.



INCIPIT?



I migliori inizi nascono nelle giornate piovose, con i capelli arruffati dal vento, le mani strette in tasca nel vano tentativo di preservarle dal freddo invernale ormai alle porte, vestendo lo stesso maglione comodo del giorno prima.
E così le migliori conversazioni.
Rimangono sepolte in fondo ai pensieri, in attesa di essere cavate fuori da uno sconosciuto.
O quasi.
E' quel quasi che rimane sospeso sulla soglia di un incipit che è già accaduto, tanto tempo fa, senza avere tempo e modo di evolversi.
Un'incognita che si ripropone.

E perchè non lasciare che mi avvolga un po' nelle sue spire e perdermi, se possibile?
E perdere un po' di lucidità?