lunedì 28 dicembre 2015

A LITTLE BIT OF I DON'T WANT TO CARE ANYMORE





Con questo mood voglio chiudere l'anno.
L'anno dei miei 30 e passa.
Di uno spicchio di vita andata come é andata.
Di tutto quel che é stato.


Voglio che non mi freghi piú abbastanza da starci a pensare.

domenica 27 dicembre 2015

DIRETTA CON LAPSUS




A casa di amici, dal divano, con le carte in mano:

"Vuoi scop... con me?"

In realtà volevo dire "vuoi giocare a scopa con me?".

Maledette carte!
Maledetti lapsus freudiani!

Abbiamo riso da matti.

Io volevo seppellirmi.

Questo triste mondo malato mi sta annientando.







venerdì 25 dicembre 2015

QUEL CHE RESTA DI UN'IDEA




Si tratta di idee cui dare seguito, in qualche modo.
Di casi della vita che capitano una volta sola.
E se non li cogli è andata.

Ed io sono andata.
Cioè, sto per andare, in realtà.

E non coincidono i tempi dei saluti, sotto un profilo formale, e della vita, sotto un profilo sostanziale, ma cosa importa...
Nulla deve importare.
E' questo l'imperativo del mondo vuoto dietro la croccante facciata.
E' questo il meraviglioso credo dei rapporti interpersonali.

E allora vado via serena, cosciente che nella mia vita tutto possa ancora accadere.


giovedì 24 dicembre 2015

NON PROPRIO AMICI E ABBASTANZA GATTI





Abbiamo stabilito che proprio non siamo solo amici.


Abbiamo stabilito che siamo gatti, pure.


Io non ho ancora stabilito nulla per me stessa.


Ho ancora mal di testa per quanto ho bevuto stanotte...









mercoledì 23 dicembre 2015

INSIDE



E' tutto qui.
L'adrenalina, l'emozione, l'incoscienza, l'istinto.

Il calcolo, dio mio, cos'è?
Con la matematica non riesco proprio ad andare d'accordo.


L'ALTRO PANDORO



Non c'è niente da fare.
Invece di prendere il surrogato del pandoro, che sembra - per la miseria, non ho parole per descriverne la consistenza ignobile - cartapesta, all'incirca, dovevo prendere quello originale.

E' immangiabile.

La mia colazione è appena terminata e no, non mi sono appena alzata.
Mi sono svegliata alle 9.00, stamattina, perché il demonio sceso in terra sotto forma di bambino ha deciso di rotolarsi sul terrazzino sopra la mia camera da letto, di scaraventare l'impossibile sul pavimento e sui muri, urlando frasi incomprensibili in latino e aramaico.

Ho chiamato il tecnico per far montare il termostato dei termosifoni.
Aveva appoggiato la levetta per accenderlo, un cosino bianco, a terra, sul marmo del balcone.
Mentre montava l'altro pezzo vicino al muro, io ho calciato inavvertitamente il pezzo e l'ho fatto volare giù.

Ho sentito, nel frattempo un amico, che mi ha confermato un sospetto che avevo già chiaro nella mente: certa gente è così ingenua da credere che sia stupida.
Lo pensasse.
Questi giorni regolo i conti.

Dopo pranzo dovrei andare un po' al mare, ma poi non lo so.
C'è un sole meraviglioso, fuori.

Ed io devo ancora finire il bucato e cominciare a preparare la borsa per il viaggio.






LA MENTE SGOMBRA CHE SI AFFOLLA DI PENSIERI



Ci provo davvero ad evitare di cadere nei tranelli della mente.
Mi piacerebbe tanto potermi resettare, rimuovere le anomalie del mio sistema immunitario assaltato da quello emotivo, ma non ci riesco.
Talvolta mi sento travolta da pensieri che non dovrei fare.
Da ricordi che dovrei accantonare.
La mente é sgombra, come una piazza pronta ad accogliere la folla di pensieri di ogni sorta che vi si raduna.
Mescolanze di sentimenti di cui farei a meno.


É la scelta tra il dolore e il nulla che mi ha fregato.
E che continua a fregarmi.
Il nulla e la sua pace rasentano la mitologia nella mia esistenza piú che terrena.
Il dolore mi annebbia e confonde le carte in gioco.


Vorrei ricominciare da zero, sul serio.
Scansare con la pala i cretini che indagano sui miei movimenti alla ricerca di chissá cosa.
Dimenticare le correlazioni, non sognare, non connettermi.


E invece no.


Serbo memoria di troppe cose e mi rode il culo per altre.


E non ci posso fare assolutamente nulla.


E i pensieri continuano ad affollarsi e spingere contro le transenne che ho fissato per contenerli.









martedì 22 dicembre 2015

COME ESSERE A CASA



Sono una cliente affezionata del locale dove vado spesso l'inverno anche durante la settimana.

Mi hanno dato libero accesso alla scatola dei cioccolatini fondenti per quando prendo il rhum, perchè ne consumo un po' sopra la media.

"Ti piacevano quelli con la confezione arancione, no?", mettendomi davanti una manciata di cioccolatini già selezionati.

Gli ho detto che così mi viziano troppo, quasi commossa.

La vigilia di Natale, naturalmente, farò un giro anche lì.
E nell'altro locale preferito, appena dietro l'angolo.
E forse anche in quello dieci passi oltre, che sta organizzando, da poco, belle serate.
Dopodomani.

Domani devo portare in dono del vino a tre persone cui sono particolarmente grata per quel che hanno fatto per me nell'anno trascorso.
Il mio mentore a livello professionale, cui ormai è difficile chieda consiglio per qualcosa, ma cui devo sempre molto.
L'amico che mi ha operata, perché ha insistito e mi ha presa per il verso giusto, costringendomi a mettere tutto da parte e a smettere di trascurarmi.
La persona che mi ha fatto le punture dopo l'operazione, perchè di fronte ad un'atroce agofobia è stata di una dolcezza senza pari.

E poi basta.
Non sento di voler fare regali ad altri.
Amici, parenti, conoscenti... Non sento di voler nemmeno regalare la mia presenza a molte persone.
Non sento nemmeno di voler rispondere a chi non risponde mai, o inventa scuse, o risponde quando ha convenienza a farlo.

In compenso, siccome che sono aggregante, ho deciso che  quest'anno il Natale lo festeggiamo tutti a casa dei miei.
Per caso, a dire il vero.
Oggi ho beccato in giro un cugino di papà che ha forse una decina d'anni o poco più di me e con cui siamo sempre andati molto d'accordo.
Chiacchieravamo di quanto fossimo geneticamente fortunati ad invecchiare tutti così bene in famiglia.
Non siamo rimasti in molti, ormai, nonostante la longevità effettiva dei nostri predecessori.
Gli ho detto di venire a festeggiare a casa con noi il Natale, lui e i suoi.
Ha chiamato poco fa per dire che quindi viene.
Dunque mi tocca pensare cosa diamine cucinare e come organizzare il tutto con largo anticipo, visto che alla vigilia ho gli aperitivi natalizi da rispettare.
Ho detto ai miei che non voglio sentire la tv accesa a Natale.

Domani debbo darmi da fare...

Però intanto stasera esco un po' a fare un giretto e ad organizzare un po' di cosette per i prossimi giorni.







ATTESTAZIONI DI STIMA





"Non conosco molta gente valida, sul lavoro. Tu ne conosci altra?"


"Davvero poca..."


"Intendo, a parte te... Perché io so di non essere tra i migliori, ma chi é bravo lo riconosco!"


"Io??"




Non sono cosí brava, in realtá, me la cavo.
Mi impegno moltissimo, ma sono cosciente di poter fare ancora di piú.
Solo che non ho voglia.
Non sono una stacanovista.
Mi piace fare tante cose, e per far tutto debbo dividere in mille pezzi me stessa, il mio tempo, le mie energie.


E quindi l'apprezzamento senza secondi fini del collega che me l'ha mosso, me lo prendo e me lo metto in tasca, cosciente del fatto di non essere una punta di diamante, ma di riuscire ad emergere, in qualche modo, sulla massa alquanto mediocre con la quale quotidianamente mi confronto.


Quest'anno ho raccolto qualche bella soddisfazione, sul lavoro.


Eppure non basta.





lunedì 21 dicembre 2015

UNA FIRMA QUI



Stamattina avevo appuntamento (nella mia testa) con il tipo che incontro a lavoro.


Per una serie di congiunture astrali e rotture di scatole terrene, sapevo di incontrarlo e di doverci avere a che fare.


Ho fatto una doccia profumosa, ho asciugato secondo tutti i crismi i capelli, un filino di nero sulla coda degli occhi, per allungare lo sguardo, e sono partita piena di gioia verso il lavoro.


Sono arrivata un po' in ritardo, che sennó che appuntamento sarebbe stato?


Per me.


Per lui che non sapeva di avere un appuntamento ci sará stata solo la seccatura di un'inutile attesa, probabilmente.


Comunque, abbiamo ragionato su una cosa e mi saró ripetuta un paio di volte per trattenermi un po'.


Mi avvolge, quando ci parlo, é una sensazione davvero piacevole.


Insomma, dovevamo mettere delle firme, e lui ha fatto una battuta.


L'aria era talmente seria e solenne che sembrava stessimo firmando per sposarci.


E dunque ha cominciato ad accennare la battuta alla persona davanti a noi, e con me, ed io ho fatto finta di non capire e ho girato gli occhi altrove, vaga...


E l'altra persona era distratta e non ha capito.


E lui ha desistito con un "nulla, non importa..."


Se fossimo stati da soli, al bar, a casa, quello che sicuramente gli avrei detto é che con uno come lui tutta la vita! :)))


Sul lavoro, davanti a gente che puó fare sicuro mercimonio delle mie pubbliche dichiarazioni, non mi sono permessa.


É davvero fantastico incontrare un uomo come lo vorrei e dover rimanere al mio posto perché é sposato...













UN RAGAZZO DAVVERO ADORABILE





Il giovane collega ha deciso che vuole fare qualcosa di carino per me.


A tutti i costi.


E quindi, l'altro giorno ha chiesto informazioni piú dettagliate sulla mia vita sentimentale, per capire che uomo puó piacermi.


Mi ha fatto il nome di un suo amico fresco single, e mi ha proposto di farci conoscere.


Ho acconsentito solo perché é stato di un garbo tale che non potevo sottrarmi, e perché l'ha fatto senza troppi artifici, facendolo accadere quasi per caso e senza forzature.


L'amico é tanto caruccio, la faccia pulita, un bravo ragazzo, ma... tanto giovane anche lui.


E molto timido.


Io vorrei un uomo fatto, ecco tutto.


Apprezzo i suoi sforzi, come anche gli sforzi di tutti gli amici nel farmi conoscere uomini per frequentazioni varie ed eventuali, ma non funziona.


Anche il piú presentabile ha qualcosa che proprio non mi scende.


E a parte questo, non scatta nulla.


Pensare che il problema sia io mi fa sentire meno scoraggiata.
Se il problema sono io, c'é un barlume di speranza.
Se peró sono gli altri a stare effettivamente a problemi, io sono fottuta.


E per quest'anno direi che basta farsi presentare uomini o ragazzetti che non riescono a lasciare il segno.


Basta proprio uomini fino all'anno nuovo.







domenica 20 dicembre 2015

I FANTASMI DI NATALE




Che Natale sarebbe se non si palesassero fantasmi per augurarti di passare buone feste?
Poco prima, con largo anticipo, o poco dopo, non fa differenza.
E' così da sempre.

Io intendevo sparire.
Prima e dopo.
E invece me ne sono uscita con uno sterile ed atono "buon Natale anche a te".

Le mie ferite non sanguinano, all'apparenza.
Cicatrizzo in silenzio.
Lo stesso silenzio nel quale vorrei cucire le parole.

Sono spiacente di non voler rispondere, mentre il fumo della sigaretta assorbe nella bocca il sapore della ruggine delle lacrime che non voglio versare.


Ho lasciato che il tuo sguardo si aprisse al di là della finestra aperta in cima al paradiso, dove ti ho guidato, affacciati su un mondo ideale nel quale non possiamo essere accolti.
E lì che ti avrei condotto ogni singolo giorno della vita che non ci siamo concessi.
Invece siamo tornati a barricarci nelle scelte inesorabili che nessuno ci ha imposto, ma nelle quali hai sigillato ogni prospettiva di vita comune, anche la più remota.

E dunque mi faccio anche io prospettiva.
Lontana dallo sguardo.
Voglio confondermi con la linea di un orizzonte che non può essere più raggiunto.

E sto bene, cerco di starci, mi sfondo di gioia di vivere ogni giorno, ne bevo litri su litri senza saziarmene mai.

E quindi buon Natale.
E buon compleanno ad entrambi, anche, che festeggeremo altrove e con chissà chi.
Ameno io.

Avremo il tempo di incontrarci e di scontrarci con la furia del fuoco in un'altra vita.
In questa l'unica misura possibile, ormai, è la distanza.




MILIONI DI OCCHI



Milioni di occhi, e i miei tra loro, si sono già posati sullo stesso paesaggio, hanno colto la medesima bellezza dalla stessa prospettiva, da quel punto esatto in mezzo al mare, appena dopo l'incontro delle correnti, dove il verde si mescola con il blu.

E' il punto esatto in cui un tremore lontano si assesta sulla linea dell'orizzonte, dove brilla il sole.

Il punto in cui sento di esistere, al riparo dal peso della terra ferma che assorbe la mia esistenza.


SERVI DELLA GLEBA





E dunque, visto che ho il cervello in autogestione (idem gli ormoni), ho praticamente fatto una cosa che non dovevo fare.


Sono pessimissima.


Pessimissima me.


Del tipo che ho beccato di nuovo il tipo un po' sfigato/infortunato che mi fa simpatia, ma ha qualcosa che non so spiegare che mi infastidisce... E gli ho proposto di venirmi a preparare la cena dopo il lavoro.


Dopodomani.


Anche il caffé a letto la mattina é gradito, ho precisato.


E niente, hanno capito tutti che scherzavo e quindi l'hanno buttata in caciara, che cerco un servo della gleba etc. etc. e li mortacci loro che invece ero seria e il caffé al mattino lo consideravo come un annesso del dopocena.


Cazzo c'hanno 'sti uomini che non capiscono mai quando sei seria?


Gli serve davvero il disegnino?


La prossima volta esco di casa con carta e penna.





sabato 19 dicembre 2015

GLI AMICI CHE NON SAPEVO DI AVERE





Premesso che lui non c'era e quindi sono andata a buttare nel cesso il mio tempo ad una serata della quale non me ne poteva fregá de meno, ho combinato i soliti disastri.


Dovevo passare la serata con delle persone, ma se ne sono "accollate" altre.


E la colpa é la mia che sono troppo aggregante.


Pure l'amico del fidanzato che avevo a 16 anni s'é aggregato.


Eccheccazzo!


A una certa sono andata via.


Raccontarla per intero, la serata, non la renderebbe piú interessante.
Ho riso, un po'.
Ho trovato parecchio imbarazzanti delle cose.
Ho voglia che non accada mai piú una serata del genere.




Ho voglia di non annoiarmi mai piú.



giovedì 17 dicembre 2015

APPICCICOSO COME UN ADESIVO



Ho rimosso il tipo da fb, dopo averlo accettato per equivoco.
Non è l'amico del mio amico, l'ho appurato oggi.

I suoi "buongiorno", "buon pomeriggio", "buonasera", intervallati da adesivi appiccicaticci e spammosi mi hanno stufato da prima di subito, e non sono tenuta a sorbirmeli per cortesia.

Manco lo conosco.

Ricevo frequentemente richieste di amicizia da sconosciuti.
Volendo fare una statistica approssimativa, parlo di almeno un centinaio di richieste l'anno, talvolta reiterate dalle persone cui le rifiuto.
E' raro, difatti, che ne accetti qualcuna, finiscono in buona parte nel dimenticatoio.
Oppure le rimuovo immediatamente, perchè già dalla scelta della foto profilo e da quello che scrivono in bacheca mi sembra evidente che non abbiamo nulla da dirci.
In realtà, la scriminante maggiore è costituita proprio dal metodo di approccio.
E comunque il numero di persone che si comporta in quest modo mi sembra alquanto allarmante.

Perchè approcciare donne sconosciute sui social?
Ci sono signorine che rispondono a pagamento, e rispondono sempre e come si deve.
Io faccio un altro mestiere.

Non c'è più il rispetto delle professioni, insomma!

Neanche a dire che metto fotine con le tette in bella mostra.

Boh, io davvero non me lo spiego.


PRETESTI?





Mi afferra al volo, stamattina, per chiedermi una cosa di lavoro.
Il solito sorriso pazzesco, sotto occhi furbi.


Mi ha appena chiamato per una cosa di lavoro, gli ho chiesto se avesse risolto, poi, stamattina.


Mi sono scusata che ero incasinata e non ho potuto trattenermi oltre.


Non c'é nulla in cui dovessi trattenermi a parte in suoi occhi, poi, oggettivamente.


E obiettivamente, non so se instaura questi contatti per ragioni di utilitá legata al lavoro, se perché gli viene cosí...


Se sono io.


Se gli faccio tenerezza, del tipo che vorrebbe pizzicottarmi le guance o se gli faccio altro effetto.


Se sono pretesti, i suoi.


I miei talvolta lo sono sfacciatamente.




Mi domando se il vestito color cipria che sono orientata a scegliere sugli altri sia abbastanza mozzafiato, o se debba presentarmi in abito monacale nero accollato, versione acqua e sapone.


E mi domando se ci sará e con chi, perché non ho osato chiedere se verrà.


La voce, al telefono, era giá appesa alle note di un sussurro, non mi andava di espormi ulteriormente facendo una domanda diretta.


E dunque, male che va, apriró le scommesse sulle bevute, e guadagneró abbastanza per viaggiare gratis per un po'.


E male male che vada, scambieró due noiose chiacchiere di circostanza con chi c'é, salvo abbandonare la serata per raggiungere i miei amici altrove.




Natale é alle porte ed io non vedo l'ora di partire.
Perché la risposta migliore a "cosa fai durante le vacanze?", "a capodanno?", "per il compleanno?", resta, su tutte, "parto!".


Ci azzeccherei vicino un dito medio, ma non sarebbe carino, e non ha come destinatari i miei interlocutori.


Chi mi chiede sono in genere amici per organizzare cose con me, non ho ragione di sfancularli, anzi.


É piú un "fanculo tutto, ci vediamo l'anno prossimo!".


Ho bisogno di staccare tanto la spina.



















SDEBITATO



E' da un po' di tempo che un giovane collega si mette a disposizione qualunque cosa faccia.
Mi offre il caffè, mi fa compagnia in certe attese, mi ha proposto di passare a prendermi per andare a lavoro assieme.
L'ho ringraziato, ma a lavoro sono andata da sola, che dovevo fare mille giri e non volevo vincolarlo.

Ci siamo incontrati per un caffè, e mi ha detto che non ha insistito per passarmi a prendere, ma che non gli consento di sdebitarsi.

Gli ho chiesto di cosa pensa di doversi sdebitare.
Per diverse cortesie che gli ho fatto, mi ha risposto.
Gli ho detto di ritenersi "sdebitato" per il solo fatto di aver pensato di volersi sdebitare.

E' un ragazzo in gamba, educato, volenteroso, e mi fa davvero piacere la sua amicizia.
Non mi capita tutti i giorni che qualcuno cui ho fatto una cortesia voglia sdebitarsi, e dunque lo apprezzo.


C'è un evento ufficiale al quale ho deciso di partecipare.
Anche se ufficialmente non sono stata invitata (e devo capire se è stato un disguido, o se qualcuno/a ha omesso volutamente la spedizione del mio invito), altrettanto ufficialmente sono implicitamente invitata, e quindi ho pieno titolo per presentarmi.
E dunque, adesso che ho saputo per caso la data, devo trovare all'ultimo secondo un vestito da mozzare il fiato da buttare sopra un paio di scarpe con tacco 13/15.
Considerato che farà tanto freddo, probabilmente dovrò mettere gli stivali invece delle décolleté.
Oppure portarmele dietro e metterle lì.
Ho un vestitino rosso che dovrei riprendere, in un paio di punti, con ago e filo.
Altrimenti devo mettere un vestito nero classico e monacale.
Ho un tubino verdone scollacciato, pure, se si asciuga per tempo.
Il vestitino color cipria, con cui fanno pendant le décolleté.

Anyway, si parlerà tanto di lavoro, di idiozie, e ci si farà gli auguri.

"Allora, visto che vieni anche tu, ti farò ubriacare, così da avere la scusa per riuscirci con te!", mi ha risposto uno cui ho chiesto info.
"Fai una cosa più utile, recupera un gruppetto di colleghi uomini e apri le scommesse sulla mia tolleranza all'alcol. Giocatela con i miei cinquanta chili e con il fatto che sono donna! Ti prendi una percentuale su quello che ti faccio vincere. Mi fa sempre piacere rimpinguare il fondo cassa dei viaggi..."

Dice che dei soldi non gli frega niente.
A me si, ho risposto, ci viaggio.

Stavo riflettendo sulla possibilità di portarmi la reflex...
Solo che - inevitabilmente - so già dove andrà a posarsi il mio occhio dietro l'obiettivo, e non mi sembra il caso di sputtanarmi così.

Perché, a grandi linee, so già chi dovrebbe partecipare e in chi confido partecipi.

E non mi dispiacerebbe scambiare due chiacchiere con questa persona, se capita, in un contesto che con il lavoro ha poco a che fare.

Mi auguro solo che non sia una serata noiosa.
Che anche quando tutto va male trovo il sistema di intrattenermi e intrattenere e rompere la noia, ma vorrei evitare di fare troppa conversazione e defilarmi in disparte, godere della serata in modo diverso.







mercoledì 16 dicembre 2015

DI FILM SPOILERATI





Va bene che sono la figlia di Luke, ma ora basta spoilerare in ogni dove la saga di Star Wars.


Io non l'ho mai visto.


S'é capito che non vivo e non ho mai vissuto appiccicata ad uno schermo o debbo spoilerare le attività cui mi sono dedicata piú proficuamente per pareggiare i conti con chi passa un sacco di tempo a discutere di mondi paralleli?







SEI STATO TU?



E va bene, I did it again.


Ho accettato l'amicizia su fb di uno perché la sera prima si é avvicinato a salutare un amico in comune e ho notato che mi guardava e cercava un pretesto per conoscersi.


Mi ha scritto immediatamente qualcosa che non ho letto.


Non avevo molta voglia di interagire.
Diamine, ci vediamo dal vivo, che senso ha scrivermi su fb?
Mi indispone incredibilmente.


Insomma, a distanza di qualche giorno, mi é successa una cosa e l'ho appuntata su fb.
Una cosa spiacevole.
E più che scrivere un post ho lanciato una granata per fare uscire allo scoperto qualcuno.


Il tipo mi ha scritto in privato "scusa per il disturbo!", ed io, di riflesso, gli ho chiesto se fosse stato lui, ironicamente.


"No no, scusa se ti disturbo con i miei messaggi!", insiste.
"Se ti disturbo la smetto..." , di nuovo.
"Ti disturbo?", incalzando il mio silenzio.


"Ho letto troppe volte la parola 'disturbo'. Ora devo andare", ho risposto.


Ho riso abbastanza per oggi.
Se proprio non posso pensare di stabilirci un rapporto paritario, almeno mi ci diverto.





martedì 15 dicembre 2015

LATTE E CAFFE'



Dieci telefonate dieci.
Messaggi su messaggi.
Come se fosse un'urgenza vedersi.

Colazione lunga.
Cose di lavoro.
Cose non di lavoro.

Tutto quell'azzurro foriero di disastri dai quali dovrei tenermi alla larga.

Al di là di ogni cosa, mi piace molto passarci del tempo insieme.
Anche sotto il profilo strettamente professionale.
Mi mette allegria, sono a mio agio, sto bene.

E mi andava di trattenermi un altro po', ma ho detto che dovevo andare via.

Tanto ci dobbiamo sentire a breve per faccende di lavoro...





lunedì 14 dicembre 2015

DI IMMEDIATEZZA COMPULSIVA E CAFFÉ



Per dare contezza di quanto sono una sciagurata vittima del mio istinto e della mia sregolatezza, all'occorrenza, riporto l'azione scellerata perpetrata irragionevolmente alla mia povera personcina qualche minuto fa.


Stavo ragionando in silenzio su una questione di lavoro che debbo sciogliere nell'immediato, e mentre spremevo le meningi su un punto fondamentale, mi é venuto in mente di chiamare qualcuno che ne é pratico, per stabilire un confronto.


Ho afferrato il cellulare immersa nelle mie fantasie lavorative e ho chiamato il tipo.


Senza rifletterci, in modo spontaneo.


É un tipo molto carino e molto impegnato di cui ho scritto qui qualche tempo fa.


Dopo appena un principio di squillo mi ha risposto.
Al "t" del "tuuu", insomma.
Gli ho illustrato la faccenda nei termini in cui ci stavo ragionando, e gli ho chiesto cosa farebbe al mio posto.
Mi ha risposto che ne so piú di lui, e che sono brava, volutamente lusinghiero.
L'ho aggiornato a grandi linee sulle questioni basilari che ho studiato e/o individuato per discuterne insieme, e mi ha offerto il suo punto di vista.
L'ho ascoltato, ho applicato il mio correttivo alla sua soluzione, e mi ha dato ragione sul fatto che in questo modo potrebbe andare.
L'ho ringraziato, al solito mi ha detto che é sempre disponibile quando mi occorre qualcosa sul lavoro.


Dopo aver attaccato, mi é arrivato un messaggio.
Di fargli sapere quando passo dalle sue parti, in ogni caso, per un caffé.


Gli ho risposto che a breve vado.


E quindi ci vediamo, di nuovo, con la scusa di un caffé.


Ed io mi sento abbastanza stronza, ma non al punto da tirarmi indietro.





RIMETTERE A POSTO





Lo aspettavo al varco.


Sono anni (non un giorno) che mi rivolgo con educazione, cortesia e rispetto a questa persona che fa il mio stesso lavoro, perché mio padre mi ha detto che, contrariamente a certe belve, lui non lo é stato, nei nostri confronti, in un'occasione particolare.


Peró il suo comportamento nei miei confronti non é altrettanto rispettoso e me ne ha fatta piú d'una.
Non so, a questo punto, se perché é scoppiato (come mi riferiscono in molti), per antipatia personale, per farmi scontare cose al posto di altri che lavorano con me e con cui so ha avuto un diverbio.


Io rispondo delle mie azioni, non di quelle degli altri.


E dunque, dopo l'ultima situazione sgradevole che ha determinato, volendomi mettere gratuitamente a disagio sul lavoro, stamattina l'ho messo in una situazione di disagio equivalente.


Non ha replicato e si é limitato ad andare via.


Non voglio essere stronza, ma se devo esserlo non mi mancano gli strumenti.


Non volevo esserlo con lui, ma le cose vanno rimesse a posto.


Le persone vanno rimesse a posto, quando sforano i limiti.









domenica 13 dicembre 2015

UNA SCRITTA SUL FINESTRINO





L'ho trovata stanotte, quando ho ripreso la macchina dal parcheggio, coperta di umidità.
Una parola illeggibile che precede un "noi".
Non so chi é che si sta divertendo a lasciarmi queste cose sulla macchina, ma gli amici erano con me o altrove, ieri, e dubito sia un loro scherzo, si sarebbero giá palesati.
Spero solo non sia un matto da legare.


Stavo facendo un aperitivo con delle persone, e mi sono messa a scherzare con un tipo, amico di amici, ed é uscito fuori quel che fa nella vita, e quindi é uscito fuori che io stavo cercando qualcuno per delle lezioni, e ci siamo scambiati un contatto per una lezione gratuita.


C'é un tipo che continuo a vedere tramite altri amici, e mi inebetisco come una stupida ogni volta.
Mi piace, ma non so fino a che punto.
E la ragione mi dice di tenermi alla larga.

sabato 12 dicembre 2015

UNA DONNA SENZA INTERESSI




Sarei io.
Perchè, del resto, cosa faccio nella vita?
Io non ho interessi.
Non ballo salsa.
Non vado in palestra.
Ah, già, la fotografia (leggasi con sufficienza)...
C'è gente che, ad esempio, scrive!

E lì mi è venuto in mente il blog e prima del blog una raccolta di poesie che non ho mai pubblicato, le lettere vergate a mano per alcuni ex, qualche racconto breve e un romanzo morto e sepolto in un vecchio pc, quelle sei o sette canzoni che ho scritto, ed altre cose che tengo per me.
E sono scoppiata a ridere.
Avevo contenuto la risata già sull'affermazione iniziale "non hai interessi".
Doveva girarmi una cosa via whatsapp, e mi ha detto di fare da sola con il suo cellulare.
L'occhio mi è caduto su una recentissima conversazione con una persona che mi ha pugnalato alle spalle tempo fa (che non ho aperto, ci mancherebbe, ma avrei potuto), e con cui diceva di non avere più rapporti.
E allora mi è arrivato il rumore di un chiacchiericcio molesto nella testa.
L'ingenuità dell'idiozia becera, che pensa di far fesso il prossimo suo con intelletti inadeguati, è sempre in agguato, salvo cascare nelle trappole che essa stessa tende.

"Fatto", e gli ho reso il cellulare.

Stamattina ero indecisa se mandare un messaggio nel quale palesare il mio disappunto rispetto alla sgradevolezza di certe affermazioni fatte nei miei confronti.
Ci ho riflettuto e ho cambiato idea.
Non aprirei uno spazio per un confronto, ma spianerei semplicemente la strada a inutili scuse e fantasiose giustificazioni, di quelle che costituiscono una perdita di tempo.

E' una persona senza arte nè parte, quella che mi ha detto queste cose, che passa il tempo a trastullarsi in attività varie ed eventuali con soldi che non sono suoi e che munge dalla famiglia.
Potevo incazzarmi, prendermela, e invece ho riso.
E ne ho parlato ad altri amici, di questa conversazione sulla mia persona, e ne abbiamo riso insieme.

Mi rendo conto che ci sono ancora persone cui consento di avere accesso alla mia vita, in qualche modo, perché invece di schiacciarle ho compassione di loro, e invece di ignorarle ci scambio una chiacchiera.
E' impossibile pensare di evitare in toto rapporti sociali anche con i disadattati, anche perchè sono una piaga sociale notevole, si incontrano sul lavoro come nel tempo libero.
Sono ovunque.
Quello che posso evitare è di mettermici a fare discussioni e di infilarli di testa nel muro.
E poi cosa dovrei fare?
Smantellare pezzo per pezzo le affermazioni che ha fatto?
A che pro?

Sono pur sempre una signora.
Una donna priva di interessi, pure.
Mio Dio, sono tornata a casa e ho pianto e mi sono autoflagellata ripensando a quanto sono una povera disgraziata perchè non ballo salsa e perchè non porto il culo in palestra in tutine aderenti e scollacciate.
Un culo che, a dirla tutta, se non vede la palestra e rimane al posto suo è perché le giornate che trascorro sono sempre molto intense.
Dicevo, mi stavo straziando al pensiero delle ridotte qualità su cui può fare affidamento una come me quando ho realizzato qualcosa di fondamentale.
Ecco perchè non trovo un uomo come si deve!
E' tutto chiaro adesso!
Per fortuna che qualcuno mi apre gli occhi, altrimenti continuerei a vagare, ottusa, nella mia cecità, arredata dalle lacune profonde degli interessi che non ho.
Mi domando come possa scriverne, io che rispetto alla scrittura, che bazzico quotidianamente anche per lavoro, e da sempre per passione, sono un mondo a parte e distante.
Ad ogni modo, ora so perchè mi ostino a rimanere sola.
Non è una scelta, non è perchè faccio un'accurata selezione.
Nessuno mi vuole.
Non ho nulla da offrire.

Mi mancano gli argomenti giusti.







venerdì 11 dicembre 2015

COME LÉA SEYDOUX



Nel senso che ci ho dato un taglio come lei.
Ai capelli.
Non li tagliavo cosí corti da almeno 15 anni.
Non allego documentazione fotografica, perché facilmente reperibile sui maggiori motori di ricerca e perché questo non é un fescion-blog né ha aspirazioni in tal senso.


Peró sono sbarazzini e sobri, adesso.
In ordine.
Meno hippie.
Stasera li asciugo nature, cosí testo la loro tenuta senza la piega che ha fatto il parrucchiere.




Nel frattempo che scrivevo qui, sono successe cose.
Del tipo che una ha scritto su un gruppo fb (dal quale a stretto giro esco) una cosa per stasera, affinché uno che le interessa le rispondesse qualcosa.
Il fine, in certe azioni, é sempre facilmente rintracciabile.
Dice che ha scritto questa cosa per fare piacere ad un altra persona.
Certo.


Questo elemosinare attenzioni da uno che é evidentemente disinteressato lo trovo abbastanza penoso.
Mi dispiace per lei, che infligge colpi bassi alla propria autostima e alla propria dignitá per un uomo (parolone, ragazzetto é piú appropriato) cui nemmeno interessa, ma non sono problemi miei.


Mi spiaceva che nessuno le rispondesse, e ho scritto che io c'ero e l'avrei raggiunta.


Ha scodinzolato senza ritegno quando l'amico di lui ha scritto che forse ci raggiungono in serata.
Nel caso.
Sul tardi.


Le ho scritto in privato che io nel caso appendo.
Sa bene e le ho precisato che certi modi di fare mi indispongono, riferendomi ai modi di questi omuncoli.
Il modo, nello specifico, é quello di comportarsi con gli altri come non ammetti ci si comporti con te.


Mi ha risposto (seccata, a dir poco) che non capisce qual é il problema.
Io vedo problemi nel prostrarsi a principini sul pisello la cui compagnia non ha nulla di eccezionale, e i cui comportamenti sostenuti e permalosi sono alquanto discutibili.
Problemi nel rendermi complice e compagna anche solo di una serata.
Problemi, pure, nel fatto che il tipo che interessa a lei ha mostrato un interesse per me, ed io ho glissato perché non mi colpisce particolarmente e perché lei ci ha letteralmente pisciato sopra appena conosciuto.


Certe persone sono cosí troppo concentrate su se stesse che non si rendono conto del mondo che le circonda e del fatto che non si puó gestire la vita e gli interessi altrui.


Certo, se fosse stato l'uomo della mia vita, avrei raccolto diversi inviti che mi ha fatto e sarei stata brutale con lei nel chiarire le cose.


Lui, peró, non mi interessa granché.
E quindi ho lasciato correre.


Potevo fare la stronza, farmici un giro, divertirmici, e invece mi sono fatta da parte.
Potevo fare le cose di nascosto, come so qualcuna fa con me.


Io non sono questo tipo di donna qui.


É comodo fare affidamento su questo mio atteggiamento in un mondo di gente che sgomita per raccogliere a mani basse qualsiasi cosa si profili all'orizzonte, no?


Stasera appendo, in ogni caso.


Ho altre cose da fare, altre persone da vedere, e sinceramente di certe cazzate ne ho piene le palle.


Se la pretesa del 90% delle donne che conosco é che mi debba far da parte perché ogni uomo deve essere loro, preferisco non avere amiche e nemmeno conoscenti.


Se tra un uomo e la sottoscritta succede qualcosa é sempre perché scatta qualcosa di forte, una corrispondenza.
Qualcosa che annienta il resto.


Non ho mai avuto bisogno di chiedere a nessuna di farsi da parte.
Non ho mai dovuto dire "quello é mio" per marcare il territorio.


E gli uomini che si lasciano trattare cosí, o che si divertono a vedersi litigare tra piú donne, indifferentemente, come fossero un premio per la piú stronza, quanto possono valere?


Ai mie occhi non abbastanza per cimentarmi in simili imprese.













DEL PERCHE' CON QUALCUNO NON SI PUO' DAVVERO ESSERE AMICI



L'ho conosciuto tramite amici in comune.
Condividiamo degli interessi, ma siamo radicalmente diversi.
E' più un bambino che un uomo.

Vedersi da soli e non in compagnia di altre persone, significa dargli spazio per proporsi.
E lo fa in modo pessimo.
Nel senso che camuffa le cose dietro un'ironia di basso livello, cerca di fare il galante offrendomi cose, ma poi pretende che lo aspetti ogni volta, se ci diamo appuntamento per bere una cosa insieme, partendo da dove sta quando io sono già arrivata.
Vuole certezze.
Da me.
Sul fatto che sia un bel ragazzo, che sia una compagnia piacevole.
Sul fatto di piacermi.

Solo che a me non piace e, soprattutto, pensavo fosse chiaro che uscissimo in amicizia.

Mi ha chiesto se è per una questione di età, tra le altre cose con cui mi ha tormentato.
Perché è un po' più piccolo.
Io nemmeno me ne ero accorta che non era un mio coetaneo.
Gli ho detto che per me l'età non è un problema, ma che lui lo considero un amico.
Che al momento non mi interessa nessuno.
E che se mi interessa qualcuno, quel qualcuno è il primo ad accorgersene, non ci giro intorno.

E quindi amen.
Basta bevute in amicizia, se poi devo vivere io un disagio perché viene con altre intenzioni.



Mi ha scritto di nuovo il tipo su fb, invitandomi a bere una cosa con lui la sera.
La sera dell'altro ieri.
Gli ho risposto oggi che non avevo letto i messaggi e che in ogni caso avevo già un impegno, ringraziandolo.

Spero non mi obblighi a scrivergli a caratteri cubitali che non mi interessa uscire con lui.
Lo troverei davvero spiacevole.



Stasera vedo il chitarrista, che si è ripreso dall'influenza.
Pare.
Dice che ha dimenticato i pezzi perchè non li ha suonati.
Se gli suono la chitarra in fronte chissà se gli ravvivo la memoria...

Certo, sarebbe una reazione poco zen, ma ogni tanto togliere qualche certezza alle persone sul mio controllo esemplare della rabbia può aiutare loro a rafforzare il proprio istinto di sopravvivenza.
Tacendo, ad esempio.


giovedì 10 dicembre 2015

I MIGLIORI SONO STATI GIÁ PRESI



Al lavoro, stamattina, ho incontrato una persona con cui ho lavorato fianco a fianco, in passato.
Ho finito con largo anticipo e l'ho aspettata per prendere un caffè insieme.
Stavamo scherzando sugli uomini che incontriamo al lavoro.
Lei, davvero una bella donna, si lamentava dei viscidi improponibili che invece le si propongono senza ritegno.
"I migliori sono stati giá presi...", ha espresso, rammaricata.


In quel momento é passato il tipo molto sobrio, molto elegante, molto maturo e molto sposato di cui ho scritto tempo fa, che mi ha salutato con un gran sorriso mentre andava via.
L'avevo giá incrociato, in mattinata. Quando ci guardiamo é come se non esistesse il contorno di persone e lavoro nel quale siamo immersi fino al collo.
I suoi occhi sono lame affilate che affondano nei miei.


Ho detto che si, i migliori li hanno giá presi, lasciando che gli occhi seguissero il tragitto verso l'uscita del tipo.


Mi ha guardata sorridendo.
Ha guardato lui mentre si allontanava.
"Il modo in cui ti saluta, ogni volta... Lui non fa cosí con tutte. Ha una simpatia per te, l'ho notato anche in altre occasioni..." mi ha detto.
"Si, probabilmente gli sto simpatica" ho risposto, cercando di dissimulare.
"Sai a cosa mi riferisco. É un tipo sempre molto sulle sue, non si intrattiene mai con alcuna donna, ma ogni volta che ti vede..." ha insistito.


Se non fosse impegnato, sarebbe un'altra storia, ben diversa da questa.


Al momento ricambio i sorrisi, e probabilmente mi illumino vagamente quando ci guardiamo.


Spero solo non sia troppo evidente





mercoledì 9 dicembre 2015

LO STUDIO UTILE





Ho studiato cosí tanto e continuo a studiare come davvero pochissime persone che conosco.


Eppure mi sento sempre in difetto, c'é sempre qualcosa che mi manca, qualcosa su cui aggiornarmi, o di cui fare esperienza.


Non mi occorrono altri titoli, specializzazioni, master, abilitazioni, perché ne ho fatto discreta scorta nel corso degli anni.


Mi domando, peró, nuovamente, se sia opportuno impiegare il tempo che avanza dal lavoro per mettermi a studiare in modo serio.


Accarezzo l'idea da tempo, e ogni volta il lavoro e altri problemi mi impediscono di portare fino in fondo questo piano, predisposto assieme ad altri da principio, e mai percorso.


Si tratta di affrontare un concorso di rilievo.


Un altro piano, considerata la compatibilità di alcuni esami che scelsi per caratterizzare i miei studi, prevedeva il conseguimento di un'altra laurea, e ci ho pensato seriamente, ne scrissi anche qui, ma ho avuto problemi di salute, ed è cosí saltato l'anno in corso.


Certo, potevo ugualmente iscrivermi, ma mi pesava bruciarmi mesi utili pagando tasse inutili.


Adesso c'é questo concorso che prevede anche il versamento di un obolo alle casse dello stato.


E che - ritengo in modo anacronistico ed anche anticostituzionale - prevede nel bando che a paritá di voti e titoli, verrá accordata una preferenza a coloro che hanno prolificato (congiunti o meno nel sacro vincolo del matrimonio) e agli uomini che hanno prestato servizio militare di leva.


Le donne mestruate, lavoratrici e single come me non meritano alcun tipo di considerazione, in tal senso.


Per me non é una questione di femminismo o maschilismo, é una mera questione di ragionevolezza ed eguaglianza.


E certe differenziazioni le trovo lesive di entrambi i principi di cui sopra, come se la preferenza fosse accordata a chi ha i capelli rossi, o biondi, o scuri.


Quale tipo di tutela e perché si vuole concederla solo a chi contribuisce alla continuazione della specie e a chi, suo malgrado, finché la leva era obbligatoria e prevista solo per gli uomini, é stato obbligato a fare il militare?


Probabilmente questo tipo di domanda fiorisce solo nella mia testa e certi dubbi sono sintomatici della mia cecitá o della mia ignoranza.


Faccio sin da ora un mea culpa poco sentito e molto di facciata.


Non ho ancora deciso se partecipare al concorso e sono agli sgoccioli per presentare la domanda.


Da un lato, il fatto di non avere una relazione né qualcosa di realmente interessante da fare (questo il mood, ultimamente) nel tempo libero, e nel contempo l'idea di puntare a qualcosa di piú rispetto a quello che ho giá raggiunto, mi stimolano a cimentarmi in questa nuova esperienza.


Relativamente nuova, perché la predisposi, mentre ero in attesa di portare a termine un altro percorso, per occupare il tempo in modo proficuo.


Costituirebbe un upgrade.


Non sono mai stata mani in mano, finora.


E non ho ragione di non provarci.


Studierò, come ho sempre fatto, sino al punto da rendermi impeccabile.
Inattaccabile.


Studierò, perché è questo l'unico strumento al quale ho sempre fatto ricorso per raggiungere i miei obiettivi, e sul quale ho potuto fare affidamento.


E se tutto va male, quel che ho da studiare mi tornerà comunque utile sul lavoro.


Il che è un incentivo notevole.

martedì 8 dicembre 2015

E VINCE, NEL PONTE DELL'IMMACOLATA...



... il divano!


IL TERMO-GATTO


Il termo-gatto fa tanto rumore in termini di fusa e miagolii, ma non è mai un rumore fastidioso.
Sono molti di più i versi stupidi e gli pseudo richiami che gli rivolgo io, e che accoglie talvolta con indifferenza, talvolta con indolenza.
Il termo-gatto si lascia catturare simulando fughe e miagolando un poco convinto no, ma poi si lascia coccolare e non vuole che smetta.
Ha sempre qualcosa da fare, anche quando dorme o fa finta di dormire.
Il dormire beatamente sulla poltrona, poi, richiede un impegno a livello mentale non indifferente, considerato lo sforzo, apparentemente non immane, di rendere un'immagine esteticamente accattivante a chi guarda.
Il termo-gatto è l'ideale per guardare film vagamente cruenti, si lascia stringere, ti scalda e stempera la tensione.
Non occupa molto spazio, e al contrario di una borsa dell'acqua calda, non esaurisce il calore, e differentemente da un calorifero, non secca l'aria.
Mentre scrivo, il termo-gatto reclama attenzioni, spingendo la testa contro il mio braccio, distraendomi.
Ha deciso che la mia carne è perfetta per infilarci le unghie, non importa se fa un po' male.
Tanto fa male a me.
Del resto, anche le rose hanno le spine...

Il confine tra gattofila e gattara è sottile, ma ancora non è stato varcato.
C'è tempo.

domenica 6 dicembre 2015

UN PO' DI DISTANZA



C'è che vedo certe cose anche se non vengono dette.
L'omissione e l'evasione in riferimento ad alcune situazioni, puzzano sempre di malcelato e bieco interesse personale.
Le solite astuzie mi disturbano, se calcolate sulla mia persona e i miei movimenti.
Mi annoio.
Non è più nemmeno rabbia, è solo noia mortale.
Sdegno.

E per ristabilire equilibri consoni, occorre, nuovamente, un po' di distanza.



UNA SUPERFICIE LUCIDA E OPACA





Mi sta prendendo così.
Non importa con chi mi intrattenga, cosa faccia nello specifico.
É davvero irrilevante.
E questa indifferenza quasi mi ferisce.
Temo sempre di raggiungere un livello di estraneazione tale da approssimarmi al protagonista del noto romanzo di Camus.
Lo temo da quando l'ho letto, mi spaventa come pochi personaggi.
Diventare indifferente a tutto quel che accade, che sia grave o piacevole, come una superficie opaca e lucida, sulla quale tutto scivola.
E tutto sta scivolando via, ultimamente, compresi i ricordi.


Ci sono giorni che non trovo una ragione valida per essere quella che sono.
Ci sono giorni che non portano ragioni, ma solo questioni da risolvere.
E mi sembra tutto troppo difficile ed articolato.
Nulla che voglia intraprendere.


Voglio qualcosa di semplice, ecco tutto.
Qualcosa di vero, di pulito, di chiaro.


E non accade.
E al suo posto é germogliata un'agghiacciante indifferenza, invasiva come un rampicante su un muro largo e pieno di crepe.



sabato 5 dicembre 2015

GLI INTERCAMBIABILI


C'è questo tipo molto figo che è stato l'ex fidanzato di quella che poi è diventata la fidanzata di un altro mio amico, e ha intrallazzato pure con la ex di un altro che conosco.
Con qualche amica pure.
Conosco qualcuna delle donne con cui si frequenta abitualmente o occasionalmente.
Fondamentalmente è un uomo libero, ma in buona sostanza è un po' l'uomo di tutte.
Tutte eccetto me.
Non ho mai raccolto alcun tipo di occasione o proposta spudoratamente o meno rivolta nei miei confronti.
Lui è convinto che se non siamo stati insieme è perché è stato impicciato in altre cose e intende decidere lui quando darmi un'occasione.

Certo.
Quando spunteranno le ali gli asini e si vedranno volare in cielo, presumibilmente.
Dice anche che intende darmi lezioni, perché a letto è bravo solo lui.

Ci scherzo, e con simpatia gli dico che non mi interessa lui nè le lezioni che pensa di potermi dare.

Non mi attrae come uomo.
Ha un carattere che talvolta trovo davvero deficitario sotto tanti punti di vista, ha degli atteggiamenti che trovo infantili e prepotenti.
E fisicamente non mi suscita alcunché.
L'ormone rimane seduto senza scomporsi, invece di alzarsi e fare la ola.

Influisce, a parte il carattere e l'aspetto fisico, anche il fatto che per sfamare la propria virilità si intrattenga un po' con tutte e con tutte quelle che ci stanno.
Senza alcuna differenziazione.
E se per qualche amica può essere interessante giocare a fare gli intercambiabili in situazioni dove per me è la scelta che fa la differenza, mi pare evidente che sotto un certo tipo di profilo non può esserci dialogo.
Non mi diverte interagire in modo più intimo con persone con cui non condivido nulla, se non una battuta e una risata scambiate in mezzo la strada.
Non devo collezionare incontri tanto per farlo, non devo appendere trofei alle pareti per rinfrancare la mia autostima o per dimostrare a qualcuno che sono abbastanza femmina.

Io voglio stare con le persone che mi piacciono e mi stimolano in modo positivo.
E di provare a stare con persone che non mi convincono e non mi interessano non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello.
Non devo fare favori agli altri, regalare opportunità.
Qualcuno lo pretende.
Che gli si dia un'opportunità.
Per me certe cose si guadagnano, non si chiedono.
Non si impongono.
Non si pretendono.


UN CUORICINO



Ho abbandonato la macchina al parcheggio e ho incontrato gli amici nel solito circuito bevitorio del fine settimana.


Tornata al parcheggio, ho dovuto estrarre con le pinze la macchina, perché uno con il furgone mi si é parcheggiato in parte davanti.


Mentre facevo retromarcia, ho notato un cuoricino disegnato dall'esterno sul vetro posteriore.


É bello sapere che ho amici simpatici che mi fanno gli scherzi o al piú malatoni che lasciano messaggi artistici sulla mia macchina, alquanto riconoscibile.




Ho beccato il tipo che mi ha chiesto di uscire.
Ho cercato di mimetizzarmi nella folla per non farmi avvicinare, e ci sono riuscita.
E quindi ha pensato bene di raggiungere un posto in alto e fissarmi da lontano.
Non ho alzato gli occhi mai.


Non mi interessa, non voglio dargli adito, e la cosa che mi infastidisce di piú é che forse pensa che sto facendo la preziosa quando non mi importa..


Vabbé, sono tornata a casa sana e salva.

venerdì 4 dicembre 2015

TELEFONATE DI LAVORO INOPPORTUNE



La mia disponibilità si é esaurita.
Al "ti chiamo domani" ho risposto che ci sentiamo lunedí.


Domani é sabato ed io non lavoro.
Come se fosse la prima volta che lo specifico a questo interlocutore, nello specifico.


Devo mettere i paletti perché le persone pensano di poter abusare del mio tempo in modo indiscriminato?
É una cosa seccante, ma va fatta!


Le telefonate di lavoro diventano lo strumento per ricevere una parola di conforto, per sfogare i propri problemi.


Cazzo, non sono una psicoterapeuta!


E il sabato mattina non voglio altro che rimanere al caldo nel bozzolo artificiale di lenzuola e coperte, prendere le distanze dal mondo, portarmi una tazzina di caffé a letto e berla a piccoli sorsi.
Questo.
Dopo una settimana di lavoro estenuante non sopporto intromissioni di tipo lavorativo nel mio tempo libero.

SCOTT E' MORTO



E la sua vita e la sua musica sono stati la cronaca di una morte annunciata.
Non sono solita stilare necrologi o dispiacermi per chicchessia che muore.
Questa è Plush, questo è un unplugged da urlo.
Se vi manca, colmate la lacuna.
A me emoziona ogni volta.

giovedì 3 dicembre 2015

L'ANNO DELLA RICONCILIAZIONE



É forse quello che ricorderò di quest'anno che sta finendo di volare via.


Riconciliarsi richiede tempo.
Spazi ampi.
Silenzi.
Parecchie lacrime pure.
E per la maggior parte nemmeno versate.


È successo diversi mesi fa, a dire il vero, e avrei voluto scriverne, e ne ho scritto, ma il fiume di parole é rimasto bozza, e lí sprofonderà silenziosamente.


E quindi magari per qualcuno il Natale sará la solita festa comandata, l'esaltazione del consumismo occidentale, il trionfo del buonismo e di una tradizione per molti superata.
Per qualcuno non c'è nulla da festeggiare.
Per me sará il primo Natale che trascorreró di nuovo con la mia famiglia al completo.
Anche se non mancheranno le solite folkloristiche discussioni a tavola, con questi pranzi e queste cene che durano sempre meno e sono sempre meno popolosi.


Non mi importa.
Mi fa piacere pensare che saremo tutti insieme, ancora una volta.

mercoledì 2 dicembre 2015

LA RISPOSTA E' NO



Un amico mi ha chiesto come è andato il giretto che ho fatto qualche fine settimana fa all'estero.
Bene, ho risposto.
Al perchè non abbia fatto quasi per nulla foto ho risposto che avevo poco tempo e troppo da fare.
Tutto quello che ho registrato con gli occhi lo tengo qui, nella mente, ed è un ricordo altrettanto vivido che se fosse impresso in uno scatto.

Qualcuno voleva raggiungermi, si è lasciato scappare di bocca.
Non è la prima volta che qualcuno avrebbe voluto raggiungermi.
Qualcuno, in passato, l'ha fatto.
Ed è stato magnifico.

Mi piace rincorrermi per il mondo con le persone di cui mi innamoro, appartengo alla categoria di quelli che fanno Follie per amore.
Con la maiuscola.
E ne ho fatte così tante da poterci davvero scrivere un romanzo straziante.
Che proprio per il troppo strazio, risparmio al mondo.

Per inciso, con il tipo che voleva raggiungermi non c'è nulla di nulla.
Non c'è mai stato un approccio, qualcosa che fosse sintomatico di un interesse, se non in forma lata.
Io non ho capito come gli è venuto.
Siamo stati distratti da altri amici e la frase non è mai stata completata.
Ed io non ho più chiesto.



La solita gente che non frequento più mi ha invitata ad una serata, con la scusa che riguarda i festeggiamenti per un'amico che abbiamo in comune.
Ho declinato l'invito.
Mi viene il voltastomaco quando li incontro per sbaglio in giro, perchè dovrei obbligarmi a trascorrerci una serata, o pure mezza?
Per fare la signora?
Come se dovessi dimostrare di esserlo...
I fatti ed il tempo hanno chiarito le reciproche posizioni.
E non c'è stato giorno, da che ho ho allontanato queste persone, che sia stata sola.
Non c'è stato giorno che non mi sia sentita sollevata.
Ottimi motivi per tenere la radice salda nella posizione che ho preso.








AGGIORNAMENTI DI STILE PER LA STAGIONE INVERNALE





Ho comprato un trench beige.
Ne ho uno nero, comprato almeno 5/6 anni fa, uno rosa pallido corto della stessa etá, e finalmente questo qui, classico e versatile.
Adorabile.
Quanto il prezzo irrisorio che ho pagato per comprarlo.


Devo di nuovo tagliare i capelli.
Nulla di importante.
Mi piacerebbe rasarmi metá testa lasciando un lob biondo sopra, ma fa freddo ora per andare a testa rasata.
E non ho la pazienza di badare alla ricrescita.
Peró mi piace molto l'idea...
Chi lo sa, magari poi.
O mai.


Ho rispolverato alla grande le francesine nere comprate per il vestito della laurea.
Le sto usando spesso, con le calze, sotto i vestiti.
Il tacco é doppio quanto basta per preannunciare il mio arrivo da lontano.
Sono una valida alternativa allo stivale da battaglia.
Per la laurea non le ho nemmeno usate, poi, avendo preferito dei sandali.


Il fondotinta minerale è quasi finito, e considerato che la mia pelle, con gli anni, appare piú disidratata, e quindi si screpola facilmente, potrei valutare di prenderne uno liquido.
Probabilmente opteró per il solito compatto anche stavolta.


Devo portare il giubbotto\sacco a pelo in lavanderia in tempo per ritirarlo pulito per il viaggio, sennó mi arrangio.
E con questo freddo non mi pare il caso di arrangiarmi.


L'arrivo dell'inverno porta con sé, ogni anno, le stesse problematiche stilistiche e le stesse soluzioni pratiche vincenti.
Salvo quegli adattamenti dovuti anche all'evoluzione della propria personalità nel tempo.
Le francesine, ad esempio, non avrei mai pensato di usarle, ma ho voglia di cambiare.


Mi piace cambiare, esteriorizzare le mie insofferenze, il mio gusto, cimentarmi con immagini diverse che tutte mi appartengono.









CONFIDENZE NON CONCESSE



C'è questo tipo che incontro ogni tanto al lavoro, fa il mio stesso mestiere, che si intrattiene più del dovuto con me.
"Mi libero e sono tutto tuo", mi fa.
Ma chi gliel'ha chiesto, mi domando.
Lo ignoro, me ne vado, mi raggiunge, cerca di scarabocchiarmi la mano con la penna.


Che male ho fatto per precipitare in questa valle di deficienti senza speranza?



IO NON INVIDIO LA VITA DEGLI ALTRI



Non invidio chi si é sposato in abito bianco nelle chiese e tutto il contorno che un matrimonio all'italiana comporta.


Non invidio chi ha deciso che era ora di fare un figlio perché... Era ora.
Tautologie che puzzano di follia e grettezza.


Non invidio chi ha deciso che il compagno con un posto fisso e stabile, lo stipendio a fine mese, o il corposo patrimonio di famiglia alle spalle, sia quello giusto, non importa la noia, non importano le corna, non importa il suicidio esistenziale che comporta una scelta dettata dalla sola convenienza.


Non invidio nemmeno chi ha deciso di essere single a vita, predestinandosi ad un galoppante edonismo quotidiano, finalizzato alla mera sopravvivenza.


Non riesco ad invidiare la vita degli altri.
Non é la mia.
Non é quella che ho scelto.
É questa che faccio la vita che invece ho scelto.
E certo, sono lontana dall'essere integralmente soddisfatta, ma non riesco a pensarmi inquadrata in uno schema che non ho deciso per me stessa da sola.


Non so se mai troveró un compagno, se mi verrà voglia di farci un figlio, se mi sposerò.


Non posso obbligarmi a ragionare in questi termini, mentre conduco la mia vita.


Questo non vuol dire che non ci rifletta.


Che mi dispiaccia anche, sotto certi profili, immaginarmi vecchia e sola, senza qualcuno che raccolga la mia ereditá.


E non intendo quella materiale.


Non riesco a scegliere di stare da sola né obbligarmi ad un compagno.


La terza via, quella che da sempre seguo, é mantenere la mia libertà anche quando mi innamoro.


E sulla libertà nulla quaestio.


É l'innamorarmi che non accade piú.


Sono gli uomini che non mi piacciono piú.


Non questi che incontro.







lunedì 30 novembre 2015

BREVE DECALOGO DEI RAPPORTI INTERPERSONALI CHE INSTAURO



Se ti chiamo e non rispondi, e non richiami, e non hai un motivo ragionevole per non aver risposto, non ti chiamo più.
Se ti invito a cena a casa e mi avverti che vieni o non vieni alle 20.00, non sei un ospite gradito nè quella sera nè dopo.
Se ti scrivo e non rispondi, o lo fai con ritardi inaccettabili, non ti scrivo più.
Se ti invito ad uscire e tu rifiuti o adduci impegni vari ed eventuali, o che tu lavori, come se io stessi a spasso, non ho ragione di invitarti nuovamente.
Se cerco di coinvolgerti in qualcosa di interessante e vuoi essere pregato/a, puoi rimanere tranquillamente a casa, perchè non prego nemmeno i Santi.
Se ti invito ad uscire e ti fai i calcoli su chi c'è, e a seconda di chi c'è decidi se uscire o meno con me, mi passa la voglia di invitarti di nuovo le volte successive.
Se ti presento indifferentemente i miei amici, e ci usciamo insieme, mentre i tuoi amici non so nemmeno chi siano, neanche la questione fosse coperta dal segreto di stato, e ad ogni modo non sono invitata mai ad uscire con loro, scordati che continuo ad invitarti.
Se ogni amico/a che ti presento diventa oggetto di ammiccamenti, seduzioni, o commenti improbabili, mentre i tuoi amici sono tutti intoccabili o impresentabili, o non li presenti perchè ne sei geloso/a, mi sembra ovvio che non ho alcun motivo di coinvolgerti nelle mie cose.
Se ogni volta che ci vediamo hai dimenticato il portafogli a casa o non hai prelevato, e pensi di mangiare, bere e fumare sulle mie spalle, non possiamo essere amici nè amanti.
Se ti comporti in modo imbarazzante o sconcio, l'ultima cosa che voglio è di farmi vedere in giro con te.
Se passi il tempo a farmi domande su quello che fanno gli altri e con chi, per fare del pettegolezzo da quattro soldi, non ho voglia di passare il mio tempo con te.
Se devi uscire con me per darti un tono, è bene che tu stia alla larga.

Continuo ad aumentare le distanze da alcune persone che evidentemente hanno difficoltà a rapportarsi a me.
Non pretendo di impormi a nessuno, e proprio per questo non tollero che altri si impongano a me.
Mi spiace rispondere a muso duro, ma talvolta devo farlo.
E mi sto regolando di conseguenza anche per quanto riguarda le uscite.
Basta accolli.
E se non riescono ad accollarsi da principio, e lo fanno dopo, mi sgancio.
Oppure me ne torno a casa prima.
Non ho più voglia di fare il comodo di nessuno.


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LA SOLITA VECCHIA GENTE E GENTE VECCHIA E BASTA




Qualcuno ha prontamente proposto di accompagnarmi in viaggio in un posto esotico, stasera.
Peccato che abbia una compagna, attualmente.
Non ce l'aveva quando ci siamo conosciuti e mi faceva il filo.
E' passata un po' d'acqua sotto i ponti per entrambi.
Le faremo sapere, mi veniva da dirgli mentre mi chiedeva di fargli sapere.

C'è uno sfigato che si è fatto male che mi fa tanta simpatia e non so nemmeno perchè.
Ha pure dei gusti musicali demmerda.
Una roba improponibile.
Eppure quando mi guarda in quel modo serio e azzurro, anche se sorride e dice cazzate, mi fa simpatia.

Ho incontrato uno che conosco da abbastanza tempo e gli ho chiesto se fa sempre l'istruttore in palestra.
"Io non ho mai fatto l'istruttore in palestra!", mi ha risposto.
In effetti mi è sempre sembrato strano che un tipo così snello facesse quel mestiere...
Ne abbiamo riso insieme.

Ho visto della gente con cui uscivo e ho rotto i rapporti.
Sono sempre incontri estremamente sgradevoli.
Mi piacerebbe davvero non incontrarli più, e invece me li ritrovo spesso davanti le palle a dare fastidio gratuito.
Questa storia va avanti da un paio d'anni, ormai, e mi annoia abbastanza.

Ho voglia di incontrare qualcuno che non abbia da offrire il solito nulla, le solite chiacchiere, e - lasciatemelo dire - il solito sesso che è più prossimo all'attività fisica fatta per bruciare calorie che a un rapporto psico-fisico tra due persone che si piacciono.

Con le prospettive attuali, la voglia di incontrare qualcuno si tramuta troppo spesso in voglia di rimanermene da sola.

La verità e che mi sento di avere chiuso con questa gente.

Con gli uomini italiani.

Per un po' solo uomini stranieri: saranno stronzi uguali, ma hanno meno problemi sotto tutti i punti di vista.


domenica 29 novembre 2015

VANIGLIA E CARAMELLO



L'amico che é passato a trovarmi é stato contattato da un suo amico che conosco.
Gli ha chiesto se usciva, stasera, e lui ha risposto che non era in zona.
Al dove sei, ha risposto "da c.f.a.".
Dice che gli domanda spesso di me.
Gli ho detto che non é cosa, mi ha risposto che il problema é farlo capire a lui.
Non é un problema mio.
Sono stata chiara e diretta, non c'è nulla da insistere.
Non capisco perché devo ritrovarmi con questi gatti attaccati ai maroni, neanche fossi una di quelle che si mantengono i corteggiatori per convenienza.


Sono rientrata a casa, finalmente, ho davanti una tazza fumante di the vaniglia e caramello e mezza fetta di pandoro, vicino al camino spento e... Ho confermato che mi aggrego a degli amici, stasera.


Sono una testa di cazzo.
Dovrei riposare, e invece esco.
E tanto per cambiare, sono giá in ritardo.


Che saranno mai dieci minuti di ritardo?
Devo anche passare a prelevare, in effetti.
Cosa saranno mai quindici minuti di ritardo?
Potrei pure incontrare un tipo stasera e forse é il caso di mettermi un attimo in tiro...
E cosa saranno mai venti minuti di ritardo.
Uniti a quelli che sto perdendo a scrivere qui arrivo a mezzora.
Ho bisogno di stare seduta almeno altri cinque minuti, fino alle otto c'é tempo.


Male che va esco senza fare la doccia, tanto considerati gli incontri che faccio, mi sembra abbastanza inutile propormi in modo piú sofisticato.





DRAMMI SFIORATI



Un amico che non é di qui é venuto a trovarmi ed é uscito con me ed altri miei amici.


La prima parte della serata é trascorsa in modo piacevole in uno dei locali che frequento abitualmente, a fare l'aperitivo.


Finito l'aperitivo, abbiamo raggiunto un altro locale per cenare qualcosa e siamo rimasti una decina di minuti in attesa che si liberasse un tavolo e di un amico che si stava trattenendo per strada a salutare altra gente.


A un certo punto il mio amico che non é di qui si alza per andare a salutare una persona.


"E tu che ci fai qui?", sento.
Cazzo.
No.
Voleva aggregarsi al nostro tavolo.
Con il nuovo compagno.
Mi sono avvicinata per salutare.
Aveva visto anche me, ma al solito ha ritenuto di dover tirare dritto.


Gliel'ho presentata io, al mio amico.
E lei ha presentato a me il suo ex compagno, con cui nel tempo sono diventata e rimasta amica.
Con lei, invece, si sono irrimediabilmente rotti i rapporti, e non a causa del suo ex, con cui pure non ha piú contatti, ma perché sono successe tante cose che l'hanno rivelata nella sua vera natura ad entrambi.


Cosí é la vita.


Solo che al tavolo al quale voleva aggregarsi ci avrebbe raggiunto anche l'amico che si stava trattenendo per strada.
Il suo ex.


Un casino.


Ecco che significa la vita di provincia: tutti conoscono tutti e il dramma é sempre in agguato!


Per fortuna é arrivato il cameriere per trascinarli al tavolo da due che avevano chiesto.


Aggregazione mancata per un soffio.


"Voleva venire al nostro tavolo? Ha visto che c'erano i miei amici! Sapeva che potevo esserci anche io!", é esploso il mio amico - il suo ex - quando gli ho raccontato.


Che dire...


Io non so davvero che pensare di certe persone, salvo solo che é stata un'ottima scelta decidere di non frequentarle piú.



QUELLO CHE INTERESSA A LEI, MA CUI FORSE PIACCIO IO



E mi dispiace, mi dispiace davvero, sono mortificata.


Ho cercato di defilarmi, di lasciare spazio a lei, ma lui mi guarda in modo diverso e sembra del tutto disinteressato a quello che lei propone.


Stranamente fermo lí, come se mi stesse aspettando.


Mi sorride accogliente come un giaciglio caldo e comodo al riparo dalla tempesta.


Solo che la mia tempesta non consente riparo.


Mi da attenzioni, scruta curioso le mie risposte, i miei gesti, le mire espressioni.


E a me nemmeno interessa.


Non mi frega piú un accidenti di nulla di nessuno.


Neanche di chi mi fregava fino all'altro ieri.


Nemmeno di te, che pensi di poter fare ancora capolino nella mia vita e che non capisci che invece no.


Nemmeno di quel che é stato.


E non so se questo menefreghismo mi ha presa per sfinimento.


Se mi sono inaridita.


Se questa domanda ricorra solo quando cessa il dolore, e il malessere passa in secondo piano.


Non é il magnesio, questo é sicuro.


Non prendo integratori da settimane.


Se fossero stupefacenti a tenermi così attiva e reattiva tutto il tempo, smetterei di prenderli.


Invece é questa fottutissima adrenalina che si insinua in ogni secondo delle mie giornate.


É esasperante.


E dunque domani ho programmato una spossante passeggiata nella natura rigogliosa a ridosso del mare poco distante da qui, per cancellare ogni energia da questo corpo e arrivare sfinita a domani sera.
Voglio chiudermi in casa a leggere, voglio accendere il camino, chiudere i contatti con il resto del mondo almeno per una sera, prima di tuffarmi nella routine massacrante del lunedí lavorativo.

venerdì 27 novembre 2015

PER CAPODANNO BARBONEGGIO IN EUROPA



Ho trovato delle vecchie foto, di quando ero bimba, e con i figli di amici dei miei genitori si andava in montagna tutti insieme, e si facevano pic nic di luculliana memoria, e ci si rotolava dai pendii erbosi, e si perdevano i denti da latte, ci si scorticava le ginocchia.

In una foto, io sono il bimbo con i capelli corti - ero un maschiaccio -  al centro, che sorride con tutti i denti possibili, mentre gli altri sono particolarmente seriosi.
In un'altra, faccio le boccacce, mentre gli altri rimangono composti e timidi sulla porzione di terra che hanno sotto i piedi, provando ad accennare un sorriso.

Credo di avere esplorato, nel corso della vita finora, così tante sfumature della mia personalità, da riconoscermi sorprendentemente in tutte, oggi, anche se confliggono tra loro.
Anche se ogni tanto io stessa ci faccio a cazzotti, ma tant'è.

L'indole che avevo da bambina, però, l'ho mantenuta salda, e mi ci afferro quando comincio a dimenticarmi chi sono.


Ho deciso, per la fine di quest'anno, di fare un viaggio diverso da quello che avevo in mente.
E quindi ho messo a punto un percorso europeo, prediligendo luoghi con temperature più alte rispetto a quelle che avevo valutato in principio.
Il capodanno voglio festeggiarlo in strada, voglio girare a piedi dove non sono ancora stata, cazzeggiare senza giubbotti troppo pesanti, e senza dover ricorrere a barili di alcol per scaldarmi.

E quindi alla domanda "cosa farai per Capodanno?" io una risposta pronta ce l'ho, anche se fa sgranare gli occhi a chi me lo chiede: barboneggio in Europa.
No, non ho intenzione di dormire in scatoloni di cartone ai bordi delle strade.
Solo, voglio girare senza orari e programmi rigidi, borse pesanti, pretese grandiose.
Libera.
Come viaggio sempre.
E finchè posso concedermelo.




giovedì 26 novembre 2015

PICCOLE STRONZE INGRATE



Un'amica mi ha detto che ha chiuso i rapporti con un tale con cui era amica.
Era diventato molesto.
Voleva a tutti i costi concretizzare.
Lei no.
E dunque le ha rinfacciato di avergli fatto perdere tempo.
Che lui ne trova quante gliene pare.
Che è una piccola stronza ingrata e altre paroline poco piacevoli.


Io le avevo detto giá da principio che voleva offrirle altro, oltre la canna d'erba, ma lei mi ha risposto che aveva la situazione sotto controllo...


Quanto siamo ingrate noi donne che non la diamo via facile e a chiunque.


Piccole stronze ingrate.

GENTE PATOLOGICAMENTE OSTINATA


E dunque in presa diretta, vi illustro la conversazione su fb nella quale mi sto cimentando con caso umano n. 17.777, perchè ero curiosa di capire fino a che punto l'ostinazione lo dominasse.

Questo è uno di quelli cui avevo detto chiaramente che mi rompe conversare sui social e che ciononostante continua a scrivermi.
Anche quando non gli rispondo affatto, oppure gli rispondo dopo giorni e giorni.
Siamo nel patologico.

Ebbene, appena gli ho scritto mi ha risposto.
Deve vivere appiccicato a cellulare e pc.

Ho risposto a un "come stai?" di diversi giorni fa.
Mi risponde immediatamente che fa freddo.
E che ha preso freddo e umidità qualche giorno fa, e che era vestito leggero.

Gli ho risposto che dovrebbe, da allora, essersi riscaldato e asciugato.
Potevo rispondergli "poverino, hai preso freddo, chissà come deve essere stato straziante...",  compatirlo, chiedergli "hai bisogno di qualcuno che ti scaldi?", ammiccante, o "mi spiace che ti vesti come fossimo in piena estate e non capisci che di questi tempi dovresti mettere una giacca più pesante, perchè sennò poi ti raffreddi e vai in giro a starnutire e tossire addosso alla gente che si preserva sana per andare a lavorare, tipo la sottoscritta...".

Mi sono mantenuta.

Mi ha proposto di prendere una cosa da bere insieme.

Non mi va.
Gliel'ho scritto sotto forma di "ci vediamo in giro" per non essere dura.
Se l'è presa, come se gli fosse dovuta una risposta positiva, e sostenuto mi ha chiesto scusa per avermelo chiesto.
L'ho rimesso un attimo in carreggiata e gli ho scritto che ho da fare questi giorni.
E che una cosa da bere possiamo prenderla quando ci vediamo in giro.
Dice che sto sempre con altre persone...
Che vuoi farci, sono una persona socievole.

Quello che non ho scritto ancora, è che questo è uno di quelli che mi trova interessante, stimolante, e resta a bocca aperta ad ascoltarmi.
Come se fossi un telegiornale vecchio stile alla tv.
Quella con un canale solo che non puoi cambiare.
In bianco e nero.

Mi coloro quando passo dalla modalità "unilaterale" a quella della reciprocità.

In questo caso, ho deciso pure di non passare al 3d.

Spero solo non gli salti in mente di rompermi le scatole quando esco.
Mi sa che non riesce a capire che non c'è trippa per gatti.
Ed io non so come essere meno dura e diretta.



mercoledì 25 novembre 2015

COME FANNO A PIACERTI TUTTI?



Sará che difficilmente incontro qualcuno con cui c'é chimica, affinitá e per cui valga la pena di mettersi in gioco, ma sul serio non capisco certe persone cui piacciono tutti indistintamente.


Ad esempio, una che conosco ha questa propensione (o propulsione, considerati i modi spudorati nei quali l'estrinseca) verso la quasi totalità degli uomini che conosce.


Tutti i miei amici, per dirne una.
Che se sono solo amici, una ragione o piú d'una ed estremamente valida c'é ed é consistente.
Che certe volte penso "pure questo, eccheccazz!" con sdegno.


E no, non credo sia ninfomania, ma ci va vicino.


Le piacciono tipi che io nemmeno considero, e con i quali potrei ipotizzare solo la remota possibilità di essere obbligata a prolificarci se finisse il mondo e fossimo gli unici - ma proprio gli ultimi degli unici - sopravvissuti, per la continuazione della specie.
Non senza rammarico.


Certi complimenti che a me lasciano impassibile, con lei fanno presa.
Io minimizzo, lei esalta.
E approfondisce.
Serve specificare che questi approfondimenti, dopo un po', finiscono tutti nello stesso modo?
Male o malissimo?
Con imbarazzi vari quando ci si incontra tutti insieme, e quel chiacchiericcio che in provincia non riesce proprio ad essere messo a tacere, e con il quale ci si informa sugli intrallazzi altrui.


Per qualcuna l'essenziale é trovare un uomo che abbia una posizione economica tale da potersi togliere parecchi vizi e sfizi.
C'è un'altra che conosco che, guarda caso, frequenta solo ragazzi benestanti.
Che strano...
E strano che chi la frequenta non abbia il minimo dubbio sul fatto di avere un fascinoso portafogli pieno, pronto a soddisfare la fame altrui, e ben pochi ulteriori argomenti.


Per altre é importantissima la forma fisica, quanto ci si cura, quanto si vesta alla moda.


Per me è un po' piú complicato.
Continuo a non volere un poveraccio, ovvero uno di quelli che nella vita non ha mai combinato nulla, fosse anche ricco di famiglia.
I soldi e i patrimoni si disperdono, si esauriscono, vengono sottratti dal tempo e dalla disonestá altrui.
La capacità di lavorare non te la puó togliere nessuno, invece.
Ed é questo che in generale guardo e apprezzo.


Ho studiato molto, penso di essere poliedrica, versatile, non esattamente una stupida, e non trovo certamente accattivante intavolare monologhi con uomini che mi ascoltano senza interagire alla pari.
Li trovo noiosi.
Anche i pigri sono noiosi.
E gli ipocondriaci.
E quelli che parlano troppo o troppo poco.
Gli inopportuni.
I violenti intrattabili e viziati.
Gentaccia, da non accostarcisi nemmeno per sbaglio.


E vogliamo parlare della forma fisica?
L'addominale scolpito continua a non togliermi il fiato.
La forza mi impressiona, quella si.
E quella prescinde da quanta palestra si faccia, un giorno si, un giorno no, ma anche un'ora al giorno, o due, tra pesi e corsi pompa-muscoli.


Rileggendo, mi rendo conto che i miei criteri di scelta continuano ad affinarsi nel tempo.
E che proprio oggi pensavo di nuovo di prendere un gatto.
Decisamente piú equilibrato e soddisfacente dell'uomo che non ho accanto, ma che potrei avere se mi piegassi a raccogliere qualcuno qualsiasi tra quel che passa.


A me non piacciono tutti, non ci posso far nulla.
Mi piace qualcuno, ogni tanto, finché non si svela e mi annoia profondamente.
Finché non scopro che é impegnato o fa il bandito.
O che campa sulle spalle di mamma e papá.
O che ha mille intrallazzi.
E altre belle storie.


Si, l'idea del gatto mi sembra particolarmente valida.
L'altro giorno ne ho visto uno a pelo lungo, ai bordi della strada, che si infilava nella vegetazione con fare deciso e fiero.
Ho pensato di fermare la macchina, seguirlo, sottrarlo alla natura spietata e portarmelo a casa per assicurargli una vita di agi e amore incondizionato.
Poi mi sono sentita mortificata per avere pensato di interferire così nella sua vita selvatica, di condizionare la sua esistenza giá adulta, e ho tirato dritto fino a casa.


Non credo di essere ancora in condizioni di provvedere a qualcuno che non sia io stessa, al momento.
E questi pensieri sulla vita libera forse sono trasposizioni e non hanno affatto a che vedere con i gatti, ma con me stessa.


E sarà anche questo il problema.


Il fatto di essere sempre piú insofferente ai vincoli, imposti ad altri.
O a me stessa.
Da me o da altri.









FITZGERALD TI ODIO



Ho cominciato a leggere "Tender is the night" e non ho avuto cuore di terminarlo perchè non sopporto di mettere la parola fine a quella storia.
Mi tormenta leggerla e nel contempo mi cattura e mi avvince.


Ho cominciato a vedere il film "The Great Gatsby", e non voglio vedere come va a finire perché mi strazia.
Perché quella stronzeria nel farsi del male con certi sentimenti mi é propria.
Perché sono un po' una testa di Gatsby, io.


Soffro, presumibilmente, del morbo dell'immedesimazione nei personaggi che Fitzgerald ha creato.
Creature reali, perché hanno le ossa, i tendini, i muscoli contratti e speranzosi.


La vita uno se la immagina come se dovesse recare con sé in modo organizzato e puntuale, gioie, dolori e certezze varie, mentre invece le porta in modo scomposto, ingannevole, intrecciandole inesorabilmente tra di loro, e restituendole sotto forma di ricordi al cui richiamo nostalgico si cerca di resistere in eterno.


Che é poi l'equivalente del tempo che si crede presuntuosamente di avere sino al giorno della morte.


Quando anche il piú importante dei ricordi cadrá.





martedì 24 novembre 2015

QUANDO LA NOIA É TALE CHE...



... Mi preclude di conoscere piú a fondo certi uomini, devo preoccuparmi?


Mi stufano - e mi si legge in faccia - quella galanteria spiccia, quei complimenti scontati, le solite dinamiche, i messaggini.
Mi annoia davvero, tutto questo.


Dice che mi si legge in faccia.
E ciononostante, qualcuno non desiste.
Non capisco bene se per disperazione o follia, ma propendo per la seconda.


Mi chiedono se mi interessa un tipo.
Sportivo, singolo, lavoratore, un buon carattere e... anche due etti di crudo, grazie.
Come se la scelta fosse al banco frigo del supermercato, tra prodotti ben confezionati e a chilometri zero.
Biologici e altamente deperibili, da consumarsi preferibilmente in giornata.


Rispondo che mi piace intrattenermici, ha un bel carattere, ma non mi interessa.
E quindi rifilo la domanda ad un'amica comune.
Se le piace il tipo.
E mi risponde di si, che le piace molto, che ha ottime qualitá, ma lui non mostra interesse.


Al momento sono un ottimo cupido, arco e frecce appuntite a disposizione da rivolgere verso gli altri.


Tra poco raggiungo un amico per una birretta e due chiacchiere.
Ho di che chiacchierare stasera.
In realtá sempre.
Ho deciso che devo chiacchierare di meno, ma da domani, come ogni dieta che si rispetti.


E da domani comincio anche ad informarmi per prendere un'altra patente.
Quella nautica.
É da tempo che ci giro intorno e ora non posso piú tergiversare.
Mio padre ha comprato per una cifra irrisoria un piccolo cabinato da rimettere in sesto entro la prossima estate.
La vecchia barca che guidavo senza patente andrá in pensione, e non voglio dipendere da nessuno per girarci a mare.
Ergo, me tocca studiá...







lunedì 23 novembre 2015

YOU'RE A BADASS



Un saluto.
Una risposta.
Una sigaretta.
Un parlare di cose.
Un vuoi bere.
Un no.
Un fammi provare.
Un ti aiuto.
Una prima volta.
Un you're a badass.
Un prendere in braccio come fossi un fuscello.
Un lasciami che I don't trust in you.
Un sorridersi complice.
Un sopraggiungere di gente.
Un distrarsi.
Uno sgattaiolare via approfittando della distrazione.
Un rumore di passi veloci dietro le spalle.
Un dove vai.
Un aspetta.
Un ti raggiungo dopo.
Un insomma mi piaci e voglio rivederti.
Un lasciami il tuo numero.
Un forse gliel'ho lasciato sbagliato, dileguandomi tra la gente.



giovedì 19 novembre 2015

PERCHE' POI NON SI DORME PIU'



E' molto così, come è cantato, quel che penso su alcune cose.
Quasi tutto.

DEL PERCHÈ NON STO MAI SOLA E IN SILENZIO



Sono stata in un posto nuovo, stamattina.
Non dovevo andarci io, in verità.
Nemmeno ci ero mai stata.
E questa cosa mi ha stimolato maggiormente ad andarci.
E quindi il mio "sai che c'è, vado io!" pieno di entusiasmo si è tramutato in una poco entusiasmante levataccia, stamattina, data la distanza considerevole.
Ho recuperato dallo stendino le uniche calze asciutte, quelle nuove, che non avevo intenzione di usare per il lavoro, ma vabbè.
Ho infilato un vestito nero molto semplice e altrettanto serioso, e sono uscita all'alba, infagottata nella giacca.


Mi sono gustata il paesaggio sconosciuto illuminato dal sole, mentre guidavo, lasciandomi la coltre di nebbia alle spalle.


É cosí bello lasciarsi condurre dalla strada e da quello che colpisce gli occhi.
Cogliere l'occasione del lavoro per vedere un posto nuovo.


Ho conosciuto un tipo molto carino, sul lavoro, che mi ha offerto la colazione.
Gli avevo chiesto un'informazione, poi una chiacchiera tira l'altra, e ci siamo ritrovati al bar.
Ci siamo scambiati un contatto per ragioni di lavoro e di cortesia.
Mi piace quando capitano queste cose.


Perchè è vero che sono sola, ma non lo sono mai, sul lavoro come nella vita privata.
Stabilisco costantemente contatti.
Ed è altrettanto vero che ogni giorno conosco persone nuove e frequento persone che conosco giá, e che potrei sceglierne uno a caso da portarmi a casa, talvolta.
Spesso.
Sempre?
Chi lo sa, magari pecco solo di presunzione.
La tentazione, in ogni caso, non mi sfiora mai.
Anzi, mi sdegna l'idea, al momento.
Mi diverte annotare di incontri e proposte e ammiccamenti qui, ma dal vivo distolgo l'attenzione senza fatica, perché si tratta di persone che non mi interessano.
Me le dimentico in fretta.
Le rimuovo.
Ho rimosso anche una limonata, di qualche mese fa, me ne sono accorta l'altro giorno scorrendo i contatti su whatsapp.
Sará che preferisco la spremuta d'arancia fresca, ecco.
Sará questo.
Oppure che è stata una cosa talmente insignificante che non l'ho nemmeno registrata.























mercoledì 18 novembre 2015

FINALMENTE UNA STORIA NUOVA



Un'amica ha conosciuto un tale a lavoro.
Tanto un bravo ragazzo, lui.
Lavoro nuovo, vita nuova, cittá nuova, un nuovo amore.
Sono stata contenta di sentirla contenta.


Finchè non è accaduto qualcosa di strano.
Qualcosa che le mie orecchie, davvero, non hanno mai sentito.
Ed immagino nemmeno le vostre.
Anzi, ne sono sicura.


Dopo essersi frequentati e visti quasi ogni giorno, ore splendidamente spese, lui si è stranito.


Non è lei, è lui.
Perchè lei è fantastica.
Solo che lui forse non è pronto per una relazione.
Perchè sai, da che si è lasciato con la ex...
Ed è anche vero che peró, poverino, soffre all'idea di perderla, perchè la frequenta con piacere.


Mai sentita una storia del genere.


Dice che lui si è posto, in principio, in un altro modo (maddai, sul serio? Che strano...).
Che questo cambiamento repentino l'ha sconcertata (che strano rimanere interdetti di fronte a questi comportamenti, come è possibile?).


Quello che mi domando è: se ti interessava solo una scopata, a cosa ti serviva tutto il contorno?
Te la saresti goduta di meno sapendo di essere trattato come uno sfogatoio per ormoni femminili?
Te la saresti squagliata con la coda tra le gambe se il gioco fosse stato ad armi pari?
Dillo da principio che cerchi solo un'alternativa alle seghe.
Non c'è nulla di male.
Non fingere di essere l'uomo che non sei.
Non tutti i maschi nascono per diventare uomini, molti non ci arrivano nell'arco di una vita!
Perchè cercare una donna quando un confronto proficuo e alla pari puoi averlo giusto con la mano attaccata alla fine del tuo braccio?





martedì 17 novembre 2015

CIAO, CHE FINE HAI FATTO?



"Sono circa due mesi che non ci vediamo. Come stai?"
"Bene, è che sono stato impicciato... mi sto rivedendo con S... i soliti casini"
" E quindi lei non vuole che mi vedi perchè sono amica della tua ex?"

Silenzio.

"... Si. Si infastidisce..."
"Immagino che non sia l'unica cosa che la infastidisce"
"E' che è complicato... sto cercando di far funzionare le cose..."
"E ti sembra ragionevole comportarti così?"
"Io lo so che tu mi capisci... Sai come stanno le cose..."
"Si, ma mi dispiace che non ci vediamo"

No, le cose non le mando a dire in genere.
Salvo quando non voglia rendere scenografica la cosa.
Allora scelgo con accuratezza il nuncius che provvederà a recapitare il messaggio nei termini che mi sono prefigurata nella mente.
Non con lui.
Glielo dovevo dire a voce, perché mi sento davvero offesa da questa situazione.
E davvero, come si fa a campare così?
Dentro una gabbia fino ad esplodere dentro o fuori?

NON POTREI STAR MEGLIO


Perché sono viva e ho voglia di vivere.
Perché sono giovane e in forze, e tanto.
Perchè sono ancora curiosa di conoscere e imparare cose nuove.
Perchè ho due mani per suonare la chitarra e la voce per cantarci sopra in almeno tre lingue.
Quattro, se consideriamo il modo strampalato in cui canto Garota de Ipanema.
La comprensione dello spagnolo che ho da italiana e quelle dieci espressioni e parole che conosco dovrei menzionarle, o vanno da sè?

Perché questi pensieri che mi danno così tanta noia, sono sintomatici della vivacità del mio intelletto
Si, beh, concedetemelo, sono vivace.
Per iscritto e dal vivo.
Probabilmente dal vivo un po' di più.
Qui sono carta di pixel colorati, inchiostro composto di cristalli liquidi, materia non materia, eterea ma consistente.
Pesante, pure, talvolta, lo ammetto.
Una rottura di palle costante, considerata la frequenza con la quale scrivo.

Possibile che chi mi legge non si annoi?



«Scrivere significa aprirsi a dismisura; perciò uno che sta scrivendo non sarà mai solo abbastanza, e mentre scrive non ci sarà mai silenzio abbastanza intorno a lui, e la notte non sarà mai notte abbastanza».
Franz Kafka, “Lettere a Felice”




IMBARAZZI SERI



Ogni tanto certi insospettabili fanno cose che mi lasciano perplessa.


Questo tipo qui è un insospettabile di quelli seri.


Tanto carino, ma proprio tanto, come persona anche, lo conosco da un bel po'.


Ci siamo rivisti che era del tempo che non capitava e... Beh, gli ho chiesto se mi aspettava per un caffè.
Una cosa amichevole.


È capitato di nuovo.
Non ho fatto nulla di che.
"Caffè?", ho proposto.
"Ti raggiungo" la risposta.
Mi ha intravista che ero di corsa e mi ha mandato un messaggio, e di lí ho pensato semplicemente di avere trovato compagnia per la colazione che non avevo fatto.


No, non è vero.
Ho sorriso mentre leggevo.
E anche quando mi ha scritto di si.


Al bar mi dice che voleva mandarmi un messaggio tramite whatsapp, e che quando ha visto la mia foto profilo (una foto stupida*) ha, in sostanza, desistito.


"Il tuo fidanzato non è geloso che hai messo questa foto?", domanda che mi sento spesso rivolgere, declinata nei modi piú fantasiosi, per estorcere informazioni sulla mia situazione sentimentale.


L'ho informato che non c'è un fidanzato, cedendo al gioco e facendo la finta tonta.


E che la foto è banale, nulla di che.


Ha aperto la foto e me l'ha mostrata, con uno slancio che non ho capito.


Mi sono guardata negli occhi che sembrava dicessero "che sta succedendo qui?".


Ho provato un imbarazzo folle.
A maniche corte sotto la giacchina leggera, ho cominciato a sudare.


Ci siamo salutati come nulla fosse.
Che se entrambi abbiamo bisogno di qualcosa siamo a disposizione.
Riferendoci al lavoro, certamente.




Sarebbe tutto molto carino e stimolante, se non fosse - guarda un po' - un uomo impegnato.








*La foto l'ho scattata un giorno che ero in casa, allo specchio a scrutare l'occhio destro che mi faceva male. Un granello di polvere? Il trucco? Un distacco della retina? E mentre ero lí, in tuta, versione casalinga, ho pensato che ero buffa, cosí seria, in cerca del granello di chissá cosa che stava demolendo la mia giornata libera. E mi sono scattata una foto. E l'ho messa come foto di whatsapp. Per ricordarmi che a mettermi fuori gioco sono talvolta delle cose infinitamente piccole e insignificanti.
Sono contorta, lo so.




lunedì 16 novembre 2015

UNA SPINACINA



Tra poco rientro a casa e so che la troverò gelida e silenziosa.


Gelida anche perché ho lasciato un paio di finestre aperte.
Le lascio aperte anche in pieno inverno, mi piace così per una serie improbabile di ragioni che preferisco tenere per me.


C'è una spinacina in frigo, la mia cena, che il forno accoglierà con amore nel suo grembo caldo.


C'è un film sul pc che forse vedró.
O forse un altro.
Quale dei due?
La scelta, come la visione, mi è praticamente indifferente.


C'è un camino che, viste le temperature, è ancora spento.


C'è un letto nel quale occupo due posti, e dove talvolta uno dei due è occupato dai cuscini.


C'è un blocco dove appunto a penna le mie canzoni, ed un pezzo che vorrei terminare, ma mi sale la rabbia quando comincio ad intonarlo.


Quando arrivo al numero che individua l'estensione temporale di certe cazzate che ho fatto e rifatto ad oltranza.


Ci sono i rumori molesti del vicinato, le questioni irrisolte con me stessa e con il resto del mondo che fanno altrettanto rumore.


La rabbia che contengo amabilmente senza riversarla sul prossimo.


C'è la solitudine alla quale mi abbraccio scomodamente ogni sera da un bel po'.


C'è quell'amico che vorrei sentire per uscire fuori a bere una cosa, ma il suo punto di vista sugli attentati in Francia e sull'islam ed il terrorismo mi indispone, e mi passa la voglia di chiamarlo.


C'è che mi sono seriamente stancata di essere (e non di sentirmi, come dice un amico, perchè è una questione assoluta e non relativa) una mosca bianca, in questa piccola e popolosa comunitá flagellata dal lavaggio del cervello mediatico e dalla mancanza assoluta di senso critico.


Come posso pensare di trovare un uomo quando spesso ho difficoltà a trovare una persona dotata di buon senso con cui scambiare una chiacchiera?


E quindi, spinacina, radio, chitarra, film diventa l'unico programma plausibile per la serata.







I'M A SMILER



Se il mio sorriso alleggerisce l'aria, se stempera le tensioni, se induce ad un'apertura del mio interlocutore, e a una maggiore disponibilità nei miei confronti, probabilmente ho un dono.


Non posso lamentarmi dei benefici che mi derivano dal sorridere nè credo oggi di poterne fare a meno.


Lo vedo negli occhi delle persone, nel sorriso che di riflesso sortisco, nel modo in cui gli occhi si addolciscono.


Lo vedo dalle foto.


Se dentro divento di pietra ogni giorno di piú, fuori sembro panna montata.


Sono fatta di questo, di inspiegabili contraddizioni.


E a me la panna montata nemmeno piace.

sabato 14 novembre 2015

L'11 E IL 13



E quando l'unica cosa che ti frega sapere è se una persona su tutte, malauguratamente, era lì.
E se è ancora viva.