giovedì 30 ottobre 2014

BOTTIGLIE APERTE E MEZZE PIENE



Non sia mai detto che si butti il vino, in questa casa.

La restante parte di ciò che rimane di una bevuta appena iniziata ha quindi trovato il suo degno epilogo in questa serata che dovrei trascorrere davanti al camino.

Il forno è ormai un solido e affidabile alleato per ciò che riguarda pranzi e cene, e non si sottrae, anche stasera, al suo compito.

Domani mi sono concessa la libertà di non andare a lavoro.
Domani parto.
E non vedo l'ora di ossigenarmi altrove.

Ho maturato poi una decisione importante.
L'estro artistico, quel barlume infinitesimale di estro che mi illumina dentro, deve uscire fuori in modo consistente.
Voglio affinarlo.
E quindi la musica, la fotografia, la scrittura, la manualità nelle quali profondo tanti pensieri ed energie allo sbaraglio, da questa settimana sono diventate un progetto preciso.

Che spero perdurino almeno sino all'alba della settimana entrante.









mercoledì 29 ottobre 2014

QUELLO CHE VOGLIO È IMPARARE


La professione che svolgo non qualifica la mia persona, di questo sono sempre stata convinta.
È frutto della scelta di un'attività tra tante cui prestare maggior cura.
Le tante altre non sono cadute nell'oblio del tempo,  sono rimaste aggrappate saldamente alle mie mani e ai miei occhi.

Oggi ho fatto un incontro che mi ha indotto ad una riflessione e ad un piccolo esperimento che devo ancora completare, perché richiede del tempo.

Ho un piccolo progetto in mente, ma mi manca del tutto la tecnica per realizzarlo.
Ne ho parlato con chi può istruirmi in questo senso.
Cominciamo stasera, tra poco.

Quando sono tornata a casa, ho realizzato di avere accantonato per diverse ore i pensieri negativi.

Eccola la chiave di volta.
Quella che può sorreggermi in questo periodo scombinato.

E poi c'è la musica.

L'inverno che sta travolgendo gli ultimi scampoli d'estate mi darà modo di intraprendere nuove strade.
Da sola.
A modo mio.





martedì 28 ottobre 2014

ODE ALLE CIAMBELLINE AL CIOCCOLATO



Oh ciambelline ignare, celate nell'involucro che il maledetto ha scartocciato a mia insaputa alla meno peggio!

Eravate li, in attesa di essere masticate da questa bocca distratta e inappetente, rischiando la molle morte riservata agli alimenti scartocciati a tradimento e abbandonati nelle dispense altrui.

Come ho potuto bistrattarvi così?
Conforto di questa bocca di altro affamata, e di questa casa solitaria.
Come ho potuto lasciare che il maledetto vi trovasse incustodite e vi divorasse a fauci spalancate, lasciando il resto , poco - maledetto - di voi, spezzettato e abbandonato alla malasorte riservata dallo stare a stretto contatto con l'aria!

Non accadrà mai più.
Prometto.
Mai più che il nutrimento cioccolattoso destinato alla sopravvivenza in questa casa rosicchiata dai tarli - maledetti pure voi! - divenga pasto per squinternati ospiti di passaggio!















LE TENDE DELLA MISURA GIUSTA



Nei miei giri dell'ultimo secondo al mercato, quando esco da lavoro, mi soffermo sulle bancarelle più defilate, dove mi casca l'occhio.
E l'occhio mi è cascato, la volta scorsa, su una bancarella di tende, ammucchiate in modo disordinato, scomposte e colorate, presumibilmente stock, o forse second hand, non ho idea e non mi fa molta differenza.

Ho scelto delle tende a prezzo modico, il colore era giusto, il decoro estremamente sobrio e la misura approssimativamente quella.
"Magari le scorcio un po' ", ho pensato.
Non ho dovuto scorciare nulla, calzano con una perfezione millimetrica lì dove le devo appendere.

Con la stessa precisione chirurgica, le circostanze mi hanno indirizzata in una direzione invece che in un'altra e mi hanno inchiodata nel luogo esatto in cui devo stare, al momento giusto.
Tanto emerge da un piccolo riscontro delle date.
Dall'esito sorprendente, devo dire.
Le solite coincidenze pazzesche.
La tempestività della vita, in certe occasioni, mi sorprende sempre.

Riflettendoci, è come essere precipitata in una sorta di situazione alla sliding doors.
Come sarebbero andate le cose se avessi preso quella benedetta metropolitana, se non mi si fossero chiuse le porte in faccia?
In verità, sono convinta che al bivio non ci sia una reale possibilità di scelta.
Credo il percorso sia obbligato.
Il dubbio nella fase del decidere serve solo a ponderare meglio e raccogliere le energie necessarie per l'intrapresa del viaggio.
Magari entrambe le strade avrebbero portato nell'esatto identico punto, alla fine, ma un conto è arrivarci affrontando un certo tipo di difficoltà, altra questione è arrivarci senza affrontarne del tutto.
O affrontandone altre diverse.
Ecco, con il senno di poi, evidentemente dovevo affrontare questo tipo di percorso e non un altro.
Proprio questo qui.
Proprio ora.
Si, va bene, io me le sarei pure risparmiate certe difficoltà, mica no.
E' andata così, in ogni caso, e ad oggi non posso farci nulla.
Un beato nulla.
Ne prendo atto e vado avanti, visto che indietro non posso tornare.









lunedì 27 ottobre 2014

DALLA SPIAGGIA AL CAMINO



Sono arrivata in spiaggia senza costume,  vestita in modo serioso, perché dopo dovevo andare a lavorare.
Qualcuno stava facendo il bagno, l'acqua era decisamente cristallina.
Abbiamo deciso che un tavolino sulla spiaggia poteva andare bene per pranzare una cosa al volo insieme.
Due primi e un secondo diviso in due, una brocca di vinello locale, il caffè... I raggi del sole caldo sulla pelle scoperta.
Le mie ossa rotte in mano alla scienza ortopedica di una persona che mi è tanto cara.


"Ti va di fare una passeggiata prima di andare?"
"Ecco, se io ti amassi , sarei una donna felice..."

Il problema è che l'adoro, ma non l'amo.
Ci amiamo in senso lato e asessuato.
Entrambi volgiamo gli occhi inevitabilmente altrove, pur condividendo spazi importanti.

Se fossi capace di mantenere in piedi un rapporti senza sesso, lui sarebbe decisamente l'uomo perfetto...

Sono tornata a casa stasera che riflettevo ancora sul modo in cui la sua sola presenza mi alleggerisca da certi pensieri.
Non posso farci nulla se le cose stanno come stanno.
Ho acceso il camino e scaldato gli avanzi di ieri, trascinando anche quel che è avanzato di me davanti al fuoco.
Non voglio essere a tutti i costi l'eroe che si consuma come un pezzo di legno nel fuoco del camino.
L'istinto di sopravvivenza avrà la meglio, come è già successo.
E poi, la lasagna riscaldata del giorno prima è proprio buona.
Soprattutto divorata davanti al camino...








domenica 26 ottobre 2014

L'UOMO DELLA MIA VITA



Mi ha accompagnata a prendere la legna per il camino, riempendomi il bagagliaio dell'auto di ciocchi di legno buono, di quello che si consuma lentamente e si fa brace.

Abbiamo fatto una passeggiata su un terreno che appartiene alla sua famiglia da generazioni.
Conosce ogni albero, ogni pietra, i confini delimitati dalle piante che sono lí da molto prima di quanto sia io su questa terra.
"Qui posso costruire una villa dove potrai venire a vivere, se vuoi. È un posto tranquillo, nel verde, i vicini sono persone a posto".

"Posso avere un rametto di alloro?"
Per poco non buttava giù la pianta.
Ha scelto le foglie migliori.

Gli ho raccontato degli ultimi incontri con gli uomini, da che ho terminato una lunghissima relazione che ben conosce.
Una manica di disgraziati, in parole povere.
Gente senza arte nè parte.
Poveracci nella'animo.
Uno degli ultimi mi ha proposto di accompagnarlo in un locale di scambisti!

Mi dice che l'optimum non esiste.
Gli rispondo che gli incontri che ho fatto rasentano lo scarso.
Che è scoraggiante incontrare uomini  che si adagiano dietro la scusa del "non posso darti di più (che una trombata) in questo momento"  e roba simile, perché in sostanza pensano di meritare un harem, a costo zero e senza implicazioni o responsabilità di qualsivoglia natura, al loro servizio.

Colpa delle donne che ci stanno e ci perseverano in certe situazioni.
Abbassano le possibilità di noialtre che non siamo mignotte senza scrupoli e non ci teniamo ad essere trattate per tali, abituando certi uomini a standard ridicolmente inaccettabili.


"Non ho razzolato in mezzo alla feccia, sai? Eppure ho trovato uomini di una mediocrità tale
che sono inorridita all'idea di mettere da parte la solitudine, che pure punge, per uno di loro".

Mi ha chiesto se intendo fare la single a vita, con quell'accento inglese vagamente retrò, o se ho idea di farmi una famiglia.
"Vorrei trovare un compagno, certo... Qualcuno che ami fare le cose che amo fare io".

"Con tua madre ho condiviso nemmeno il 50% delle mie passioni. Eppure mi ci sono sposato"

D'accordo.
Non tutto tutto.
Posso sorvolare su un 20%.
Però è fondamentale che ami il mare, che viva come me, che viaggi con me e come me, che sia un lavoratore con un minimo di ambizione, e altre cosette che sono imprescindibili...

"Prova a cercare altrove".

OK. Ci provo, papá.
Nel serbatoio di un altrove che non si capisce bene se si riferisca ad un luogo fisico, ad una categoria o cosa.

Intanto, con forza e determinazione, ho detto no e basta.
Stamattina, nel letto mi sono svegliata da sola perché ho scelto di far vincere l'intelligenza, che per quanto sia strumento armato dell'infelicità, è sempre lí che reclama il suo spazio.
E lo trova nel libero arbitrio.
Nella decisione consapevole di dovermi allontanare da quella che non sono e dalle petsone che non mi fanno essere come sono.
Nella fermezza che devo imporre al rifiuto.
E che mi costa cara, ma molto di meno di quanto mi costerebbe calpestare me stessa e dovermici poi confrontare.





















sabato 25 ottobre 2014

UNA GIORNATA DAVANTI CHE NON SO COME AFFRONTARE



Avendo mille cose da fare, non sarebbe una cattiva idea dedicarmici, oggi.
Eppure vorrei scarpinare altrove che qui.

Mi sono incartata.
Come una sciocca.
Non avrei dovuto, queste cose da sprovveduta non sono da me.

Mi ritrovo ad aspettare, e non voglio.
Voglio aspettare, ma non devo.
Sono intrappolata in una rete di ragno.
E devo divincolarmi senza ricorrere a scappatoie facili.
Dovrei dipingere dei pannelli da appendere al muro, ma questo mi legherebbe a casa.
Devo recuperare legna per il camino.
Sarebbe il caso di passare dal parrucchiere, ma passerò anche stavolta .
Devo aspettare con una pazienza che non ho.

"Dai c., meglio così... Almeno ci rifletti invece di fare le cose come al solito da... Impulsiva"

"Da testa di cazzo volevi dire? Sei una delle poche persone autorizzate a dirlo, non farti problemi..."

Io non so aspettare.

Non voglio aspettare.

Non devo.

E invece la mia giornata  ruota attorno a questa attesa inutile e insensata.
Ogni altra attività diventa mero palliativo.
Non sono presente a me stessa, in questo momento.
Sono nel pieno della rivoluzione dell'istinto contro la ragione e addirittura contro se stesso.
Mi sto accartocciando su me stessa e mi fa rabbia.
Voglio la mia dannatissima cioccolata fondente all'arancia.
E basta, ho deciso, vado a tingermi i capelli.
Con una lavata di testa colorata può darsi che decido meglio come indirizzare la giornata.











giovedì 23 ottobre 2014

"COME TI SI DOVREBBE BACIARE"





"Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio

il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso"

Erich Fried 




Ho letto questi versi e mi sono letta anche io.
In ogni singola parola espressa e sottesa, nella semplicità del vivere nel quale quotidianamente mi affanno senza uno scopo preciso.

"Questa canzone l'ha scritta per lei, sai?"
Quello che non sai è che anche tu hai una canzone che qualcuno ha scritto per te.
E probabilmente non lo saprai mai.

Il tempo dell'ascolto e della decisione si fa prossimo.
Ed io cerco di essere pronta anche se non lo sono.





mercoledì 22 ottobre 2014

NO, STASERA NON POSSO



Non mi aggrada essere considerata per ultima né essere data per scontata.
Non me ne frega assolutissimamente nulla di essere messa in competizione con donnicciole.
Non esiste che ci si dimentichi di me.
Non mi si tiene sulla corda a tempo indeterminato né a proprio comodo.

Per questo motivo la risposta é che ho da fare.
A parte che avevo da fare sul serio.
Anche se non avessi avuto da fare avrei avuto comunque altro da fare.
Questa circostanza mi pare chiara e non dovrebbe essere chiarita.

Forse crede stia facendo la preziosa.
La verità, davanti agli occhi chini sullo schermo che gli rimanda un luminoso "non posso", é evidente.

Non me ne po' fregå de meno.

Ho comprensione piena del fatto che non sia abituato a ricevere rifiuti, e che quindi possa fraintendere certe risposte.

Però questa storia va avanti ormai da un po'...
É diventato complicato rispondere da paracula e sghignazzare sotto i baffi o con le amiche di tutto questo.
Non so quasi più che inventarmi.
Non mi va di tenermelo in stand by nemmeno per quando la solitudine e le esigenze fisiologiche mordono.
C'é un limite a tutto.

La verità é che se si fosse comportato diversamente da quel che è, non mi comporterei oggi così.
Tant'é.
Di più non merita.
E di più credo invece di meritare io.

martedì 21 ottobre 2014

IL DIO CHE REGGE LA TECNOLOGIA




Il dio che sovrintende la tecnologia deve essere davvero tanto arrabbiato con me.

Io, che di black out tecnologici ne  ho subiti almeno una decina, nell'ultimo anno, sono la vittima prediletta di questo dio vendicatore cui inutilmente immolo cellulari.


Non posso permettermi di lavorare per comprare telefoni che mi servono per lavorare.

Non mi pare onesto, ecco.

Sono convinta che se onorassi meno Bacco ed Eros, i miei cellulari durerebbero molto di più...



lunedì 20 ottobre 2014

DA NESSUNA PARTE MA QUI







L'unico luogo nel quale posso stare é qui, dove devo essere presente a me stessa, in quello che faccio, nelle relazioni che instauro con le persone che incontro, nel pavimento che sto calpestando anche ora, nel suono sporco della chitarra che non so suonare, in ogni parola che scrivo.


Non posso sempre angosciarmi per un presente ed un futuro che il tempo mi strappa dalle mani.


Non posso incazzarmi se i tarli continuano a rosicchiare la panca in cucina perché non trovo il tempo di passarci l'impregnante.
Arriverá a breve il tempo di accenderci il camino.
Non posso incazzarmi per gli altri tarli, perché sono io stessa ad offrire loro nutrimento con i miei pensieri sbiaditi.


Ché tali sono di recente.


Io non voglio stare da nessuna parte, ma alla fine sto qui.


Ci devo stare.


Vorrei solo starci meglio, tutto qui.




























venerdì 17 ottobre 2014

CONTRADDIZIONI PATOLOGICHE



Mi sono incazzata perché non ho ricevuto un certo tipo di attenzioni.


Ho parlato a cuore aperto, allora, fanculizzando tattiche, opportunitá, e quanto altro.


Inaspettatamente ho ricevuto una parvenza di attenzioni, ora.


Questa cosa mi manda in crisi.
Una crisi che porta il colore dell'ansia.


Razionalizzando:
- niente accortezze e attenzioni = incazzatura feroce;
- accortezze e attenzioni inaspettate = ansia.


La via di mezzo per vivermela bene qual é, a questo punto?


Perché vivo queste contraddizioni assurde?























mercoledì 15 ottobre 2014

MI SONO TRADITA



Il caso ha voluto che stamattina a lavoro incontrassi uno che conosco.
"Mi aspetti cinque minuti per un caffé?", mi dice.
"Certo", gli rispondo.
Mentre parlavamo di lavoro, mi caccia fuori all'improvviso un "lo conosci Tizio?"...
Ecco, io cosí su due piedi temo di non aver gestito al meglio la mimica facciale.
"Ah, lo conosci... Ho detto qualcosa che non dovevo?"
Cazzo... "No no, si, lo conosco".
"Dai tranquilla, ti si legge in faccia, sei abbastanza espressiva..."
Cazzo.
Che figura ignobile.
Volevo sprofondare.
Mi sono tradita come una cretina.


Io mi detesto profondamente in certe occasioni.
Stavo affogando nell'imbarazzo di mantenere un contegno che sul serio non era alla mia portata, stamattina.
Mi sono vergognata da morire.
E adesso una persona che non appartiene propriamente alla cerchia delle mie amicizie, conosce qualcosa di me che non volevo far sapere in giro.




Piú tardi ho incontrato un amico che non vedevo da un po'.
Mi ha fatto lo stesso nome.






E ditelo che ce l'avete con me oggi!







martedì 14 ottobre 2014

COSA STAI FACENDO?





"Un sacco di cose interessanti, stasera"


"Ah, bene"


"Sto messaggiando su fb con uno di cui non mi frega un accidenti di niente, mentre monitoro uazzap (maledettissimo!)..."


"..."






Dai, su, capitano a tutti serate del cazzo.
Stasera é la mia.
Si puó mica esser sempre fighi e rilassati!
Avevo preso un libro, ma l'analisi sui miei lati oscuri, che sollecita con apparente comprensione, mi é intollerabile in questo momento.
Preferisco scribacchiare qui invece di riflettere sui doni che potrei estrapolare dall'esposizione illustrata e a colori a me stessa dei miei sentimenti peggiori.
Del resto, di tutta la sovrapproduzione "artistica" nel lavoro (che desta ammirazione in rari e pochi esemplari di esseri viventi piú strani che non, annoiando e affaticando i piú, compresi i moribondi e quelli che sono morti e non se ne sono accorti, abituati come sono a razzolare a mani basse nel serbatoio inesauribile del copia-incolla sterile dell'estro altrui), nella musica, nella fotografia, nella scrittura, nel fai da te, realizzata in questo periodo, farei al momento un gran rogo.


Fa ancora caldo per accendere il camino peró.


Sono ancora mentalmente troppo attiva, a quest'ora, per mettermi a dormire, e domattina ho la sveglia presto.


Le serate cosí sono davvero atroci.
Potrei scrivere enciclopedie intere sino all'alba.
Nessuno se le comprerebbe, sarebbero piene di scempiaggini e vaneggiamenti.


Oggi ho preso le forbici e ci ho dato un taglio.
Ai capelli.
Una leggera (maddeché, parliamo di centimetri e centimetri) scalatura che domattina, dopo lo shampoo, spero prenda una forma piú o meno cristiana.
Altrimenti mi toccherà trovare tempo per andare dal parrucchiere, che senza ombra di dubbio scorcerá di altri centimetri preziosi la fatica che ho fatto per far ricrescere i capelli dall'ultima volta che ci ha messo mano.


Sono fuori fase, fuori dal tempo, fuori dalla grazia divina (se esiste).
Che noia certe sere cosí...
















IO NON SO CHE FARE



Questo.
Io non so che fare.
Intanto, nell'attesa di decidermi, devo creare un "gruppo uazzap" per coordinare tutte le proposte ricevute per il week end.
Bologna é esclusa, salvo follie dell'ultimo secondo.
Napoli, perché no.
É pur vero che con questo umore ballerino sono a rischio cazzate, ed é meglio evitare.
Un giro in Abbruzzo non sarebbe male.
Una silenziosa e fotografica full immersion nella natura, che se sono fortunata riesco ad immortalare anche qualche magnifico animale del parco.
Sennó, mare?
O scampagnata in montagna qui vicino?
Un'isola a caso lo escludo, avendo terminato qualche settimana fa la lista "isole locali non ancora visitate", traghettandomi su quella che mancava.
Certo, una capatina alle terme non sarebbe male, pure...
E poi, si troveranno tutti quanti bene insieme?
Suppongo di si, sono io l'elemento di raccordo, sono tutte personcine carine e a modo.
Per la regola che ogni persona sana ha un amico fuori di testa, a veder loro la spostata sono io.
Mi vorranno bene cosí, o forse li diverto, anche ultimamente che sono una lagna, ma sghignazzo comunque sulle mie pseudo sciagure sentimentali.
Sono pessima, ultimamente.
Davvero tanto.
Faccio mea culpa.
Posso solo migliorare.
Non oggi peró.
Non oggi.









VORREI ESSERE ARRABBIATA CON TE



Non ci riesco.
Non riesco ad avercela.
Il livello di comprensione che si é instaurato é tale da non potergli sfuggire.
Ho pesato ogni parola nel pronunciarla, ed ogni parola ascoltata ha un suo peso specifico.
Vorrei sapere cosa decidere, ma non ho la lucidità che mi occorre.
Ho la testa presa da tante cose, sovraffollata di cazzi e mazzi che non hanno nulla a che vedere con te.
Ho realizzato che c'é un dolore non superato, al quale non posso far fronte, che non posso alleggerire, perché non é il mio.
Ma lo diventa.
Assorbo come una spugna asciutta ogni singola goccia delle tue emozioni.
E mi fa male.
Vorrei troncare il canale di questa assurda connessione che stabilisco con alcune persone.
Non ne viene nulla di buono.
Non ne é mai venuto nulla di buono.
Vorrei preservarmi, perché é rimasto poco di me da smembrare, ancora, e massacrare.
Eppure non riesco a recidere in modo netto questo legame che, per quel che vale, non vale nulla.
Non é vero, mi hai detto.
Non é vero, ma per chi poi?
E se non é vero, é sempre nel mio petto che accuso il peso delle scelte che faccio.
Ti sei incaponita c., mi dice la mia amica che ascolta paziente le mie autoflagellazioni inutili e indecorose per telefono.
É vero.
É colpa dell'ascendente.
É scritto nelle stelle che quel che rimane di un piccolo cuore caparbio, si autodistrugga nella fatica di conquistare uno spazio che non ha capito se gli appartiene, potrebbe appartenergli, o non gli tocca affatto.



lunedì 13 ottobre 2014

ASSOCIAZIONI LOGICHE



Io sono quella che un taccuino da scrivere é sempre un regalo azzeccato.
Sono quella che ascolta Virgin radio.
Quella che il mare, sempre.


Le associazioni mentali che fanno le persone che conosco sul mio conto talvolta mi strappano grandi sorrisi.
Robe del tipo che Virgin radio passa buona musica solo quando l'ascoltano a casa mia.
C'avró lo stereo posseduto dallo spirito del rock, non lo so.
E comunque é appena arrivato in casa un nuovo taccuino da scrivere...
Stasera devo uscire, che mi occorre una passeggiata in spiaggia.
Devo affogare un po' di pensieri nel rumore delle onde.
Puó essere che sprofondino in fondo al mare, che diventino pasto prelibato per creature mitologiche della fantasia.
La mia.
Che a volte mi chiedo se sono io ad essere troppo dura con me stessa, o se gli altri pesino con misure diverse le mie e le loro situazioni.
Non ci sono parametri certi.
Non ci sono gradazioni del giusto da scalare per aspirare al nirvana.
Io non sono perfetta.
Non lo saró mai, nemmeno in via di approssimazione...

venerdì 10 ottobre 2014

IN ACQUA DECIDO



Sotto la doccia, stamattina, ho deciso.
L'acqua é il mio elemento, mi accoglie, mi distende, mi coccola, mi conforta.


Mi suggerisce soluzioni ai problemi.


Mi sono arrotolata alla meno peggio l'asciugamano addosso e scalza ho raggiunto la camera da letto.
Volevo mandare questo messaggio, a scapito di coerenza, logica, dignitá, orgoglio, tattiche e stronzate varie.
Volevo punto e basta.
Un messaggio diretto e onesto.
Ancora completamente bagnata ho afferrato il cellulare e... Mi é arrivato il messaggio che volevo inviare.


Le solite connessioni assurde.


Ho trovato da fare questo fine settimana.
Ed é esattamente quello che avevo in testa di fare.

IL FALÓ DEI NEURONI





Non riesco a dormire, ho troppa adrenalina addosso.
Troppa vita avventurosa in mezzo alle carte.
Mi viene da rimettere.
Sono stanca.
Vorrei uscire, se solo riuscissi a muovere un muscolo.
Non so come ho fatto a guidare fino a casa, se quel che é fatto é fatto ed é giusto e se debba autoflagellarmi mentalmente sino alla resa dei conti.


Sono davvero stanca e non ho deciso nulla di quel che dovevo decidere.
Navigo a vista nella confusione, sballottata dalle onde dei colpi bassi.




Sedatemi.
Anche sedano e basta.
Le zucchine le preferisco.
Devo consumare il radicchio prima che muoia in frigo e generi mostri.





IN CONDIZIONI PIETOSE



Sono appena rientrata a casa da lavoro.
Sono attiva da almeno quindici ore, detratti i minuti concessi a colazione e pausa pranzo.
Ho la testa che mi scoppia.
Devo fare una doccia calda e profumata.
Molto probabile che la faró domattina, considerato che sto inesorabilmente crollando...
Il lavoro che ho fatto non mi soddisfa a pieno.
Non é perfetto.
Non é dipeso da me.
Ho messo a bollire l'acqua per un the, ché di cenare a quest'ora nemmeno ho voglia.
Casa é silenziosa come mai, neanche i vicini molesti si fanno sentire.
L'odore che ho percepito appena entrata non era il mio.
Suggestione o naso?
Boh, chi lo sa.
Ci vorrebbe un gatto in questa casa.
Oltre me, intendo.
L'acqua sta bollendo, e il mal di testa non tollera nemmeno il rumore della pentola sul fuoco.
Tra poche ore mi tolgo un peso.
Anche se il lavoro non é perfetto.
Questo week end voglio sparire dal mondo.


Notte, ti prego, precipitami nel sonno immediatamente!

martedì 7 ottobre 2014

LUNA PIENA



Ho infilato le scarpe nuove, la felpa del Viaggio, quella che mi avvolge completamente e si vede solo lei, e ho preso la porta di casa per uscire, raccogliendo solo il cellulare ed il gigantesco mazzo di chiavi che mi trascino dietro ogni giorno.

Sono scesa in spiaggia che era già notte fonda, la spiaggia deserta e lunga da camminare, lo splendore della luna piena sull'andirivieni quieto delle onde sul bagnasciuga.

Ho provato a scattare una foto, ma la luce, fortissima e inebriante, era percepibile solo ad occhi nudi.
Lo spettacolo era irripetibile, sembrava di essere precipitata in un film.
Senza essermi mossa da qui.

Vorrei che fosse notte e luna piena anche adesso.
Che fosse sabbia sotto i passi.
Rumore di onde.

Invece è radiazioni del pc.
E' pavimento gelido.
E' una stanza illuminata dalla lampada da tavolo di Ikea.
E' il silenzio di quando si sceglie di correre da soli e di fare affidamento sulle proprie fragili forze.


domenica 5 ottobre 2014

Tonta e bastian contrario





Sono tornata in un luogo dove non mettevo piede da anni.
Posso depennare dalla lista del "ce la devo fare prima o poi" una delle piccole cose messe a conto.
Il tempo é davvero, davvero, ma davvero un gran signore...


Sono stata pungolata da qualcuno perché non ho fatto una cosa che tutti stavano facendo.
Io e gli atti dimostrativi non andiamo d'accordo.
Quando mi si chiede o ci si aspetta che io mi conformi, il bastian contrario che convive in questo corpo si agita e sbraita.
Non é colpa mia.
Io vorrei, ma lui non me lo consente.
Perché dovrei conformarmi quando non é cosa mia?


Io non so se ho capito bene o male certi movimenti.
Magari ho frainteso alla grande.
Magari certe volte sono tonta.
Certe volte sono disastrosamente tonta.
E forse in questo caso é meglio cosí.
Basta mettere carne a cuocere.
Voglio digiunare, depurarmi, disintossicarmi.





venerdì 3 ottobre 2014

CONTATTI ALIENI E ALIENATI



Sono a lavoro.
Ero al cellulare con una cliente, mi arriva un messaggio da parte di un numero che non conosco.
Aggancio con lei, chiamo il numero.
"Si si, é il suo numero", sento dire mentre la telefonata si apre...
Risponde un tizio che con fermezza dice di essere Tal dei Tali.
E quindi... Saresti chi?, penso.
E vabbé, l'ho pure detto via, ma con piú eleganza.
Gli dico chi sono, in ogni caso.
Ah si, mi ha cercata per chiedermi una cosa di lavoro.
Peccato ci fosse anche lui quel giorno...
Sbadataggine all'ennesima potenza?
Mi dice che comunque ha risolto giá, chiedendo ad altro collega.
Lo stesso collega che nei 5 minuti in cui ero al telefono é uscito e rientrato dalla porta, senza portare con se' il cellulare che é rimasto inerte sulla scrivania senza emettere suono.


Va bene...
Saró io strana...
Avró una percezione del mondo distorta...


Sono io l'aliena, me ne rendo conto.











DA LONTANO, DOVE LE PAROLE NON ARRIVANO



Ho tenuto fermo il proposito di non fare.
Un certo tipo di condotta omissiva ha il pregio di stanare chi confida in una mossa qualsiasi ed é costretto ad accontentarsi invece del silenzio, sentendosi moralmente obbligato ad agire.

Da lontano, le parole sembrano raggiungermi più leggere.
Sono distante.
Voglio essere distante.
Lo sarò mai abbastanza?

Domani è sabato e ho un piccolo viaggio da intraprendere.
Come, dove e con chi costituiscono variabili che saranno oggetto di sviluppi e incastri vari.
Devo passare a fare il pieno alla macchina, mi aspettano un bel po' di chilometri da macinare...