sabato 17 febbraio 2024

QUANTA DUREZZA

 

Nelle oscillazioni di questo periodo, ho  raggiunto impietosi livelli di spigolosità che non voglio facciano parte dei miei giorni.

Fa male, ancora, avere a che fare con un altro essere umano, distinguere ciò che é sano da ciò che non lo é, la verità dalla manipolazione, e il bene e il male, secondo i parametri cesellati nell'arco di una vita, di cui constato l'attualità soltanto in questo momento sfuggente che attraverso.

Fanno male questo timore e questa cautela esasperante, il respiro che mi manca, la tachicardia che sale, l'istinto di sfuggire e defilarmi, in silenzio.

"Non ce la faccio", mi dico.

E son cose che non mi sono mai detta.

Territori inesplorati che non fanno parte della mia cartina geografica.

E tutto questo non é necessario.

E non é reale.

Debbo contestualizzare.

Non sono più in apnea, con mani ostili che mi spingono la testa sottacqua, e il corpo e l'anima che, in opposizione sviluppano le branchie.

"Bisogna essere positivi sempre" mi dice la stupenda L, mentre, in pausa pranzo, mi invita a dare una forchettata ai suoi spaghetti dal profumo delizioso.

"... E anche un po' incoscienti. Nella vita, io lo sono stata", e lo struggente riferimento al marito e ai figli, a agli affetti luminosi e accoglienti in cui trova conforto e rifugio, mi commuove.

E la guardo, mentre mi parla con la solita voce calma e rilassante, il sorriso gioioso, la mente libera dagli affanni.

E vorrei guadagnare un briciolo di quella serenità appagante che non ho.

Mettere a tacere l'irrequietezza, chiudere il libro dell'inquietudine e aprirne uno di poesie d'amore in riva al mare.

Dir ciao a Pessoa, e accogliere le struggenti note di Neruda, per semplificare questo groviglio di sentimenti e farne brezza di mare.

E cedere, senza opposizione e senza lotta, al destino che raccoglie il mio viso tra le sue mani per baciarlo.


2 commenti:

Io! ha detto...

Non so bene come sia per me. Da un lato, stare in Svezia, con lontananze varie e nessuna prospettiva "sentimentale", mi ha in un certo senso reso meno "ricettiva", meno "attenta agli altri", ma anche meno "interessata" a volere qualcuno vicino. Non so se sia un bene, ma almeno soffro meno a non avere nessuno "nel cuore".

Inoltre, vero, mi sto disabituando a vivere con qualcuno. Non so se un giorno (come sognavo e forse sogno ancora) troverò qualcuno con cui condividere il presente e il futuro sarò diventata "spigolosa" e "dura".

Per ora, in un certo senso mi godo lo stare sola senza soffrire pene d'amore, in questo stato anestetizzato. Ma sono anche madre, e mi pesa la lontananza dai miei figli, ed è una festa ogni volta che li vedo e mi trovo a condividere la quotidianità con loro, come questo fine settimana, e ieri. Quello, non si dimentica mai :) Per i figli e i genitori c'è sempre, sempre posto.

Spero che troverai persone che non sono "doppie" o "manipolative".

Un abbraccio,
Bulut

.come.fossi.acqua. ha detto...


Bulut, son stata sola per un bel pezzo.
Pesano certe ferite, non ancora rimarginate, ma non mi astengo dai rapporti sociali a tutto tondo.
Qualcosa da bene, qualcosa no.
Qualcosa arriva inaspettato.
Non voglio che i miei spigoli siano una prigione.

Mi metto alla prova.

Cosa ci perdo?

Fa parte del gioco, giocare ;-*