La dimensione casalinga di una cena in famiglia.
L'olio nuovo, di pochi mesi fa, che sembra appena fatto, sui peperoni arrostiti e sfilacciati da mia madre nel contenitore di acciaio.
Il pane con la crosta croccante e la mollica soda del forno locale.
Casa.
Con le sue dinamiche irrimediabilmente disfunzionali.
Con i miei affetti che non sono eterni.
Che litighiamo furiosamente, ma ci vogliamo bene.
E darei un braccio per loro.
O un rene.
Mentre il mio sangue ce l'hanno già.
Chiedo a mio padre di farmi un resoconto, la sera, delle notizie salienti del telegiornale.
Di prendere questo impegno necessario nei miei confronti, che sto via tutto il giorno, e non guardo la tv.
Dobbiamo allenare la memoria, mentre teniamo d'occhio politica, geopolitica, economia.
Va allenata la persistenza della memoria contro il suo inesorabile e inaccettabile declino.
Casa é questo.
Un groviglio di preoccupazioni e disfunzioni, di amore profondo e inesauribile.
Di impegno e galera.
Di respiro e libertà.
Nessun commento:
Posta un commento