martedì 5 maggio 2020

IL DIVERTIMENTO DI RENDERSI SGRADEVOLI



Ci sono processi che si sviluppano nell'infanzia, e nell'età adulta dovrebbero venire meno.
Dovrebbero essere superati.
Uno di questi vede il bambino cercare di catturare l'attenzione su di sè, rendendosi sgradevole e molesto, e divenendo insistente in questo, fino a scatenare una reazione esausta nell'adulto.
Certi bambini insistono pesantemente con questi atteggiamenti, nel disperato tentativo di catturare forse l'attenzione di un genitore assente, sviluppando un sadico soddisfacimento nel provocare a oltranza una persona, fino a farle perdere le staffe.
E non riuscendosi a fermare fino a quel momento.


Tra adulti non funziona così.
O almeno non dovrebbe funzionare così.
Tra adulti ci si aspetta di intrattenere dinamiche mature, di avere interazioni civili e pacifiche, costruttive, non di confrontarsi con persone che esasperano la conversazione e provocano costantemente, portandoti allo sfinimento, consumando il tuo tempo, e spingendoti a tutti i costi a reagire in malo modo.
E non riuscendosi a fermare fino a che non ottengono questa reazione.


Certi bambini problematici arrivano a consumare i genitori con queste dinamiche.
Ma sono bambini.


Gli adulti che ti consumano con queste dinamiche, che traggono divertimento dal rendersi sgradevoli, purtroppo non possono contare di ricevere la comprensione che solo può riservarsi ai bambini.


Ed io con bambini simili non ci avrei fatto amicizia da piccola, figuriamoci da adulta.




"Quando usi le parole sbagliate
quando il discorso gira su se stesso
quando il tono si fa lamentoso,
o accusatorio,
quando nella parola che dici
si legge solo il pensiero che l’ha generata,
non è mai una questione di forma.
Quando la tua parola non si è fatta carne,
o meglio
quando la carne non ha prodotto parole,
non è mai questione di forma.
Quando parli solo
per sintesi, per astrazioni
e non senti più il bruciare dell’esperienza
non è questione di forma.
Quando dimentichi
Il passo sbandato
Il pensiero fragile,
l’incertezza, l’esitazione,
quando le tue parole
non ti fanno più arrossire,
non è questione di forma.
Leggere le parole,
amarle, correggerle,
non è esercizio,
e neanche tecnica,
è conquista
del passo esatto,
del gesto umano,
del peso materiale
che accompagna l’anima."


- Gianluigi Gherzi



4 commenti:

sara-sky ha detto...

concordo su tutto :*

.come.fossi.acqua. ha detto...


;-*

Bulut/Nuvola ha detto...

Dev'essere davvero pesante avere a che fare con persone del genere...

Un abbraccio,

.come.fossi.acqua. ha detto...


Bulut, insostenibile.
Alla lunga ti consuma.