martedì 14 gennaio 2020

I MIEI RANDAGI


È iniziato tutto dalla porta sul retro.
Ha un vetro gigantesco e si guarda bene fuori, mentre da fuori si sbircia dentro.

E lei ha cominciato a sbirciare, dapprima furtivamente, poi con curiosità estrema.
E a cercarmi pian piano con lo sguardo, finché non l'ha afferrato.
E quindi, presa all'amo, sono uscita fuori e abbiamo socializzato.
Sempre di più.
Ha cominciato a passare regolarmente per una carezza ogni giorno.
Ha portato i rinforzi.
Ed io mi ero ripromessa di farmi i cavoli miei, e di non affezionarmi.
Di non portare loro assolutissimamente cibo.

Sono appena tornata dal supermercato, e metà della spesa è per loro.

A dire il vero, però, a parte la gioia di ricevere cibo, pretendono sempre, prima, carezze ed attenzioni.
Mi accompagnano dal parcheggio fin dentro la porta d'ingresso.
Persino quando vado a prendere il caffè mi scortano.
Rispondono al richiamo.

Sono adorabili.
E m'hanno fregata alla grande.

Il prossimo acquisto è un antiparassitario efficiente in vista della stagione primaverile.

Nell'economia generale, ho deciso di privarmi di un caffè al giorno al distributore automatico, a lavoro.

Quei 50 centesimi tolti al caffè sono quindi diventati il fondo cassa giornaliero per i miei randagi.

La dose di relax e amore che mi donano è qualitativamente superiore a quella della caffeina sintetica del distributore.