venerdì 17 gennaio 2020
COME UN UCCELLINO
I miei randagi si rotolano nel prato a pancia piena, da un paio di giorni.
Sono uno spiraglio di luce nel grigio maledetto che ho intorno.
Gli ho messo un paio di ciotole; una con l'acqua, pure, che snobbano.
Avevo del pane raffermo, oggi, che mi è avanzato dalla baguette che ogni tanto porto per la pausa pranzo.
L'ho sbriciolato e fatto a pezzi per gli uccelli.
Ci sono tortorelle e gazze ladre che bazzicano tra gli alberi e ogni tanto si affacciano dove lavoro.
Uno dei randagi è andato a mangiare un po' di quel pane.
L'ha masticato con fame.
Mi si è stretto il cuore.
Sto cercando di coinvolgere altri in questa questione, affinché non rimangano senza cibo, soprattutto quando non ci sono.
E se mai smetterò di esserci io.
E affinché qualcuno li adotti, finché sono sono ancora morbidi cuccioli, non induriti dalle asperità della vita selvatica e randagia.
Da lunedì gli cerco casa a tamburo battente.
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2 commenti:
<3
;-)
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