lunedì 30 marzo 2020

LE PAROLE INUTILI



Me lo riprometto sempre, ma non sempre ci riesco.
A non sprecare parole o pensieri, tempo, con persone di cui non mi importa.
E se non mi importa ce ne sono di motivi.

C'è chi si rende sgradevole da vicino come da lontano.



Oggi mi sono messa a lavorare e studiare in sala da pranzo.
C'è sempre stata questa finestra che, soprattutto con il vento, faceva uno strano rumore.
Ero lì seduta al tavolo che tentavo di concentrarmi, disturbata però da quell'insopportabile sibilo.
Ho aperto e chiuso la finestra, ho guardato da dentro, da fuori, di lato.
Niente.
In passato avevo chiamato anche una ditta di infissi per farmela sistemare, ma nemmeno loro sono riusciti a capire da cosa dipendesse quel rumore.
Forse non avevano voglia di capirlo.
Gli infissi sono vecchi, andrebbero cambiati, ma io non voglio.
Sono lì da che mio nonno e mio padre hanno alzato i muri di quella casa.
Mi sono arrampicata sullo scaletto, per risolvere la questione una volta e per tutte.
I precedenti inquilini avevano fissato con una banda adesiva una striscia di plastica, probabilmente per il vento, sotto il cassettone di legno della finestra.
L'avevano dipinta come il muro, era praticamente invisibile ad occhio nudo, da fuori.
L'ho strappata via, sperando che fosse davvero quella banalità a creare quel fastidio incredibile.
Così è stato.
La mia finestra è adesso un'incantevole e silenziosa cornice di legno consumato dalla salsedine.
Da seduta, quando alzo gli occhi dai libri, ritrovo il mare.



Sogno ogni notte, da che sono tornata in pianta stabile a casa.
Faccio sogni che non vorrei.
Sogni che non dovrei.
Si accendono come scintille, scoppiettano come il fuoco quando cerca di ravvivarsi divorando tutto ciò che ha attorno.


Ho un po' di tachicardia, queste sere.
Un po' di affanno.
I pollini invadono casa, rotolando di stanza in stanza ogni volta che apro i balconi.
Spazzo a terra ogni giorno, ma è una guerra impari.
Passerà anche la solita blanda allergia di stagione.
Passerà tutto.


Passano gli anni, però, e ci son voci che mi riportano a me stessa, sempre.
Accendono una luce quando mi perdo, e mi sussurrano come ritrovarmi.
Come fossero ancora qui, emozionanti come la prima volta che le ho ascoltate.
Mi ricordano che per quanto mi evolva e cambi, di fondo c'è qualcosa di immutabile.
Anche se è solo un granello di polvere luccicante, che danza in raggi di sole e di tenebra.







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