venerdì 1 aprile 2016

LA LIBERTÀ PER FOLLIA



È questo il punto della faccenda.
Sei libera, quindi sei folle.
Come si fa a confondere due concetti cosí distinti?
Come ci si fa a raccomandare, ad esempio, di fare attenzione, nel vivere?
A cosa dovrei fare attenzione?
Al fatto che la mia libertà non disturbi nessuno?
Al fatto che sia mentalmente inconcepibile e di conseguenza ingestibile un rapporto di mera conoscenza che si vorrebbe tramutare in altro, con una come me?
Per quale ragione dovrebbe interessarmi di incastrarmi nei paletti mentali degli altri, rinunciando alla mia libertà?
Perché c'é una dannata accezione negativa nelle parole intimorite di chi non sa gestire nemmeno l'idea dell'essere liberi?


E dunque si, mi turba trattare con chi si sorprende di cose banali, che osserva da dietro la staccionata ridicola che ha alzato davanti al proprio istinto e attraverso la quale pretende di guardare il mondo.


E mi turba, al solito, non trovare qualcuno con cui essere libera, in un mondo in cui la libertà é concepita in altri termini, come libertà da qualcosa, o da qualcuno, tendenzialmente.
È la preposizione a fare la differenza.
Una differenza semplice quanto sostanziale.





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